Il Ritratto dell’Artista: un viaggio nella storia dell’autoritratto ai Musei San Domenico di Forlì

Dal 23 febbraio al 29 giugno 2025, i Musei San Domenico di Forlì ospitano una delle mostre più affascinanti dell’anno: “Il Ritratto dell’Artista. Nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie”.

Un’esposizione che accompagna i visitatori attraverso secoli di autoritratti, dalle prime rappresentazioni di sé fino ai giorni nostri, mettendo in luce il rapporto tra arte, identità e auto-rappresentazione. Un viaggio straordinario che parte dal mito di Narciso, il giovane che si innamorò della propria immagine riflessa nell’acqua, fino alla contemporaneità dei selfie.

Se sei appassionato di arte o semplicemente curioso di scoprire come gli artisti hanno ritratto sé stessi nel corso della storia, questa mostra è un appuntamento imperdibile.

Il fascino dell’autoritratto: dagli antichi maestri ai giorni nostri

L’autoritratto ha sempre avuto un ruolo speciale nell’arte: non è solo un modo per l’artista di rappresentarsi, ma anche un’occasione per raccontarsi, svelarsi o celarsi dietro una maschera.

La mostra forlivese raccoglie oltre 300 opere, alcune provenienti da collezioni internazionali e altre raramente esposte al pubblico. Tra gli artisti protagonisti troviamo Jan van Eyck, Caravaggio, Goya, Turner, insieme a molti altri.

Ogni epoca ha interpretato l’autoritratto in maniera diversa:

  • Nel Rinascimento, gli artisti iniziano a raffigurarsi con fierezza, spesso inserendosi nelle loro opere in modo discreto o simbolico.
  • Nel Seicento e Settecento, l’autoritratto diventa un mezzo per affermare la propria identità artistica e il proprio status sociale.
  • Con l’Ottocento e il Novecento, i pittori e gli scultori giocano con la propria immagine, sperimentano nuove tecniche e si lasciano influenzare dalle avanguardie.
  • Oggi, con l’era digitale, il concetto di autoritratto si è trasformato: i social media e il fenomeno del selfie hanno ridefinito il nostro modo di rappresentarci.

Questa mostra invita a riflettere sulla nostra relazione con l’immagine di noi stessi, un tema sempre attuale che attraversa la storia dell’arte.

Percorso espositivo e opere in mostra

Il percorso della mostra è strutturato in diverse sezioni:

  1. Il mito di Narciso e le origini dell’autoritratto – Un’introduzione affascinante su come l’idea di rappresentarsi abbia radici profonde nella storia e nella mitologia.
  2. I primi grandi autoritratti – Dai maestri del Rinascimento fino al Barocco, con opere di artisti che hanno rivoluzionato il concetto di autorappresentazione.
  3. Il Romanticismo e l’introspezione – Qui troviamo artisti come Goya e Turner, che attraverso l’autoritratto esplorano emozioni e inquietudini personali.
  4. Dal Modernismo al Selfie – L’evoluzione dell’autoritratto nel Novecento e oltre, fino alla cultura contemporanea dell’immagine digitale e dei social media.

Ogni sezione è arricchita da approfondimenti interattivi, che permettono di comprendere meglio il contesto storico e artistico delle opere esposte.

Perché visitare questa mostra?

Se ami l’arte, questa esposizione è una vera e propria immersione nel mondo dell’autoritratto, che ti farà scoprire come gli artisti si sono visti e rappresentati nei secoli. Ma non solo: la mostra è anche un’occasione per riflettere sul nostro rapporto con l’immagine e l’identità, in un’epoca in cui siamo circondati da foto e autorappresentazioni digitali.

Forlì si conferma ancora una volta una capitale della cultura, capace di offrire mostre di altissimo livello che attirano visitatori da tutta Italia e non solo.

Informazioni utili per la visita

  • Dove? Musei San Domenico, Piazza Guido da Montefeltro, Forlì
  • Quando? Dal 23 febbraio al 29 giugno 2025
  • Biglietti:
    • Intero: 14,00 €
    • Ridotto: 12,00 €
    • Gratuito per bambini sotto i 6 anni e categorie specifiche

Info e prenotazioni online: Sito ufficiale Mostre San Domenico.

Questa mostra è un’occasione perfetta per scoprire Forlì, visitare il centro storico e immergersi nella bellezza dell’arte. Ti aspettiamo!

Le grandi mostre temporanee precedenti

Il Museo San Domenico è famoso per ospitare mostre di livello internazionale, spesso dedicate a capolavori del Rinascimento e dell’arte moderna. Dal 2006 ad oggi hanno incluso si sono succedute le seguenti mostre d’arte:

  • 2024 – Preraffaelliti. Rinascimento moderno
  • 2023 – L’Arte della Moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni. 1789-1968
  • 2022 – Maddalena. Il Mistero e l’Immagine
  • 2021 – Dante. La visione dell’arte
  • 2020 – Ulisse. L’arte e il mito
  • 2019 – Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini
  • 2018 – L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio
  • 2017 – Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia
  • 2016 – Piero Della Francesca. Indagine su un mito
  • 2015 – Boldini. Lo spettacolo della modernità
  • 2014 – Liberty. Uno stile per l’Italia moderna
  • 2013 – Novecento. Arte e vita in Italia tra le due guerre
  • 2012 – Wildt. L’anima e le forme tra Michelangelo e Klimt
  • 2011 – Melozzo da Forlì. L’umana bellezza tra Piero della Francesca e
  • 2010 – Fiori. Natura e simbolo dal Seicento a Van Gogh
  • 2009 – Canova. L’ideale classico tra scultura e pittura
  • 2008 – Guido Cagnacci. Protagonista del Seicento tra Caravaggio e Reni
  • 2007 – Silvestro Lega. I Macchiaioli e il Quattrocento
  • 2006 – Marco Palmezzano. Il Rinascimento nelle Romagne

Dopo una giornata tra capolavori e cultura, concediti un momento di relax e ospitalità: Il Pozzo degli Aforismi è il rifugio perfetto per un soggiorno a Forlì all’insegna della tranquillità e del comfort.

Museo San Domenico di Forlì: un viaggio tra arte, storia e cultura

Hai mai visitato un museo che sembra raccontarti la sua storia attraverso le sue mura? Il Museo San Domenico di Forlì è proprio così: un luogo dove il fascino del passato si intreccia con l’arte, creando un’esperienza unica.

Ospitato in un antico convento domenicano, oggi è uno dei poli museali più prestigiosi d’Italia, con una ricca collezione permanente e mostre temporanee di livello internazionale. Scopriamo insieme la sua storia e le meraviglie che custodisce.

Dalla spiritualità all’arte: la storia del complesso di San Domenico

Il Museo San Domenico sorge all’interno di un convento fondato dai frati domenicani nel XIII secolo. Questo luogo, nel corso dei secoli, è stato testimone di trasformazioni radicali, passando da centro religioso a simbolo culturale della città.

Dal convento medievale alla grande ristrutturazione rinascimentale

Secondo le fonti storiche, i frati domenicani si stabilirono a Forlì già agli inizi del 1200. Il cuore del loro complesso monastico era la Chiesa di San Giacomo Apostolo, ancora oggi visitabile.

Nel corso del XVI secolo, il convento subì un’importante trasformazione grazie a donazioni e al lascito testamentario di Pino III Ordelaffi (1480). Il progetto di ristrutturazione, affidato all’architetto Agostino da Mantova e realizzato da Francesco da Calvisana, introdusse:

  • Due ampi chiostri con un elegante loggiato rinascimentale
  • Un dormitorio con 40 celle
  • Una biblioteca imponente, completata nel 1544, con tre navate e 19 banchi per lato
  • Un’aula di teologia per la formazione dei domenicani

L’abbandono e la rinascita come polo culturale

Durante l’epoca napoleonica, il convento venne confiscato e trasformato in caserma militare. Successivamente, nel 1866-67, divenne proprietà dello Stato, ma il lungo periodo di abbandono portò al degrado dell’edificio.

Nel 1978, parte della copertura e della facciata sud crollarono, rendendo urgente un intervento di recupero.

Nel 2000 iniziò un grande progetto di restauro che restituì nuova vita al complesso, trasformandolo in un moderno polo museale. La prima grande mostra, inaugurata nel 2006, fu dedicata a Marco Palmezzano, il maestro del Rinascimento romagnolo.

Cosa vedere al Museo San Domenico?

Visitare il Museo San Domenico significa immergersi in un viaggio tra arte, architettura e storia. Le sue sale ospitano opere straordinarie, mentre gli spazi espositivi accolgono mostre di livello internazionale.

La Pinacoteca Civica

La collezione permanente offre un percorso artistico che attraversa secoli di storia. Tra le opere più significative troviamo capolavori di:

  • Melozzo da Forlì – Il maestro della prospettiva rinascimentale;
  • Beato Angelico – Con dipinti di straordinaria intensità spirituale;
  • Guido Cagnacci – Celebre per la sensualità delle sue figure barocche.

La Chiesa di San Giacomo Apostolo

L’ex chiesa conventuale è oggi uno spazio espositivo unico, utilizzato per le grandi mostre temporanee. L’atmosfera suggestiva delle sue navate rende ogni esposizione ancora più emozionante.

Chiesa di San Giacomo

Il Refettorio e i suoi affreschi

Durante i restauri del 1996, sono emersi affreschi del XVI secolo, attribuiti a Girolamo Ugolini. Tra le opere più affascinanti troviamo:

  • Una grande Crocifissione al centro;
  • Episodi della vita di San Domenico sulle pareti;
  • Il miracolo dei pani di San Domenico sulla parete sud.

Le grandi mostre temporanee: appuntamenti da non perdere

I Musei San Domenico sono famosi per le loro mostre di respiro internazionale, che attraggono visitatori da tutta Italia e oltre. Tra le esposizioni più celebri del passato ricordiamo:

  • Piero della Francesca. Indagine su un mito
  • Wildt. L’anima e le forme tra Michelangelo e Klimt
  • Ulisse. L’arte e il mito

Oltre alle mostre d’arte Il San Domenico di Forlì ha ospitato anche mostre fotografiche di caratura internazionale :

  • Steve McCurry
  • Sebastiao Salgado
  • Elliott Erwitt,
  • Ferdinando Scianna 
  • Eve Arnold

Mostra in corso (2025): Il ritratto dell’artista

Dal 22 febbraio al 29 giugno 2025, il museo ospita “Il ritratto dell’artista. Nello specchio di Narciso”, una straordinaria esposizione che racconta la storia dell’autoritratto attraverso oltre 300 opere, dall’antichità al Novecento.

  • Come si è evoluta l’immagine di sé nell’arte?
  • Qual è il legame tra l’autoritratto e il moderno concetto di selfie?

Questa mostra è un’occasione imperdibile per scoprire come gli artisti si sono rappresentati nei secoli!

Informazioni utili per la visita

  • Indirizzo: Piazza Guido da Montefeltro, Forlì
  • Orari:
    • Lunedì – Venerdì: 9:30 – 19:00
    • Sabato, Domenica e Festivi: 9:30 – 20:00
    • (biglietteria chiude un’ora prima)
  • Biglietti:
    • Intero: 14€
    • Ridotto: 12€
    • Bambini sopra i 6 anni: 5€
    • Acquistabili anche online

Per maggiori dettagli, visita il sito ufficiale Museo San Domenico Forlì.

Perché visitare il Museo San Domenico?

Se ami l’arte o vuoi scoprire la storia di Forlì attraverso i suoi tesori, il Museo San Domenico è una tappa imperdibile!

Ecco perché vale la pena visitarlo:

  • È uno dei più importanti poli museali d’Italia
  • Ospita mostre di livello internazionale
  • Il complesso architettonico stesso è un capolavoro storico
  • È il luogo perfetto per un viaggio nell’arte e nella storia

Dopo una giornata tra capolavori e cultura, concediti un momento di relax e ospitalità: Il Pozzo degli Aforismi è il rifugio perfetto per un soggiorno a Forlì all’insegna della tranquillità e del comfort.

Forlì ti aspetta: vieni a vivere l’arte ai Musei San Domenico!

La Romagna non è solo mare: 10 motivi per venire a scoprirla

Quando si pensa alla Romagna, la prima immagine che viene in mente è quella delle spiagge dorate della Riviera Adriatica. Ma questa terra ha molto di più da offrire, la Romagna è una terra ricca di storia, cultura ed eccellenze gastronomiche. Chi decide di avventurarsi oltre la costa scoprirà un patrimonio inestimabile fatto di borghi medievali, città d’arte, colline dolci e tradizioni uniche che meritano di essere scoperti in ogni stagione. Qui a seguire ti guiderò alla scoperta delle meraviglie dell’entroterra romagnola, un viaggio tra natura, cultura e sapori autentici.

Ecco 10 motivi per scoprire la Romagna lontano dal mare!

  1. borghi medievali: un viaggio nel tempo;
  2. città d’arte scrigno di cultura;
  3. itinerari naturalistici tra colline e parchi;
  4. la Romagna enogastronomica: un viaggio nei sapori;
  5. le terme e il relax;
  6. eventi e tradizioni tutto l’anno;
  7. strade del vino e sapori unici;
  8. il fascino del mistero e delle leggende;
  9. sport e avventura;
  10. Ospitalità calorosa e autentica.

Borghi medievali: un viaggio nel tempo

La Romagna è costellata di borghi affascinanti, ognuno con la sua storia da raccontare.

San Leo è un borgo incantevole arroccato su un’imponente rupe nella Valmarecchia. Il suo castello, che fu prigione del celebre alchimista Cagliostro, offre una vista spettacolare sulla vallata.

Passeggiando tra le sue strade acciottolate, si possono visitare il Duomo romanico e la Pieve, due gioielli dell’architettura medievale.

Brisighella, tra torri e calanchi, immerso tra le colline dell’Appennino, è uno dei borghi più belli d’Italia.

Qui si può camminare lungo la suggestiva “Via degli Asini”, una strada coperta, un tempo utilizzata dai trasportatori di gesso e si possono visitare la Rocca Manfrediana e il Santuario del Monticino.

Il borgo è ricco di ristoranti enoteche e osterie dove gustare dei sapori tipici della Romagna.

Infine, non si può partire senza aver assaggiato l’olio extravergine locale, famoso in tutta Italia per la sua delicatezza.

Dozza, il borgo dipinto è un museo a cielo aperto: le sue case sono decorate da murales realizzati da artisti internazionali.

Ogni due anni, la Biennale del Muro Dipinto aggiunge nuove opere e rinfresca quelle più datate, rendendo ogni angolo di questo borgo un’esplosione di colori.

Da non perdere la Rocca Sforzesca e una visita all’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna, situata all’interno del castello.

Portico di Romagna, tra storia e natura, è un affascinante borgo medievale incastonato tra le colline dell’Appennino tosco-romagnolo. Le sue stradine in pietra, i ponti suggestivi e le case in sasso raccontano una storia antica.

Il Ponte della Maestà, che attraversa il fiume Montone, offre un panorama pittoresco perfetto per gli amanti della fotografia. Il borgo è anche noto per la sua ospitalità e per le eccellenze gastronomiche, tra cui il tartufo e la cucina tradizionale romagnola.

Le città d’arte: scrigni di storia e cultura

Forlì, Ravenna, Rimini, Cesena e Faenza sono città ricche di storia e cultura:

Ravenna è un tesoro d’arte bizantina, con otto monumenti riconosciuti dall’UNESCO. La Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia e la Basilica di Sant’Apollinare in Classe sono solo alcune delle meraviglie che raccontano la grandezza dell’antico impero bizantino. Un’esperienza unica è ammirare i mosaici dorati che illuminano gli interni delle chiese.

Forlì è una città sorprendente, con un centro storico ricco di testimonianze medievali, rinascimentali, razionaliste. Piazza Saffi, con l’Abbazia di San Mercuriale, è il cuore della città. Il Museo San Domenico ogni anno ospita mostre di rilievo internazionale ed è una tappa imperdibile per gli amanti dell’arte.

Cesena vanta uno dei tesori più preziosi d’Europa: la Biblioteca Malatestiana, la prima biblioteca pubblica d’Europa ancora perfettamente conservata. Passeggiando per il centro storico si può visitare la Rocca Malatestiana e godere della vivace atmosfera della Piazza del Popolo.

L’entroterra riminese offre luoghi incantevoli come Santarcangelo di Romagna, con i suoi vicoli suggestivi, le grotte tufacee e le botteghe artigiane. Montebello, il cui castello è famoso per la leggenda del fantasma di Azzurrina.

Faenza è una città d’arte nota in tutto il mondo per la ceramica: il MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche) ospita collezioni uniche e celebra la tradizione artigianale della città.

Itinerari naturalistici tra colline e parchi

Per gli amanti della natura, la Romagna offre paesaggi sorprendenti.

  • Le Foreste Casentinesi, un paradiso verde con le sue faggete secolari nel cuore dell’Appennino, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi è un luogo perfetto per chi ama la natura e il trekking. Qui si possono incontrare cervi, lupi e aquile, esplorare sentieri immersi nel verde e visitare la Diga di Ridracoli, la cascate dell’Acquacheta il Mulino Mengozzi e tanto altro;
  • le saline di Cervia, un ecosistema unico un’area protetta dove è possibile osservare fenicotteri rosa e altre specie rare. Un’esperienza suggestiva è la visita al tramonto, quando la luce riflette sulle vasche d’acqua salata creando paesaggi mozzafiato;
  • Il Parco della Vena del Gesso un’area geologica unica in Europa
    Questa riserva naturale ospita le grotte più spettacolari dell’Emilia-Romagna, tra cui la Grotta del Re Tiberio. Le formazioni rocciose offrono panorami unici e sono perfette per escursioni e arrampicate;
  • il Parco del Delta del Po, con le sue valli è un paradiso per gli amanti del birdwatching.

La Romagna enogastronomica: un viaggio nei sapori

Se c’è una cosa che la Romagna sa fare bene è il cibo!

Grazie ai tanti prodotti tipici (il formaggio di fossa, il raviggiolo, lo squacquerone, verdure come lo scalogno, la rucola, lo strigolo, il cardo di Romagna, ma anche carne di razza bovina romagnola, carne di castrato, la mora romagnola) e alle sapienti mani delle azdore che trasformano questi ingredienti in maestosi piatti, delizia per il palato, che ti faranno innamorare di questa meravigliosa terra.

La Romagna non è solo cibo, è anche vino, oltre al Sangiovese, al Trebbiano o all’Albana DOCG vini conosciuti un po’ ovunque, qui puoi gustare un calice di Burson, di Pagadebit, di Centesimino e di Cagnina, vini meno famosi, meno commerciali ma buonissimi.

Le terme e il relax

La Romagna è anche una terra di benessere e relax, una terra di terme .

Località come Castrocaro Terme, Bagno di Romagna e Riolo Terme, con le loro acque salso bromo iodiche e carbonate offrono centri termali rinomati, perfetti per trattamenti rigeneranti a base di acque termali e fanghi curativi in scenari suggestivi, perfetti per una pausa di relax.

Eventi e tradizioni tutto l’anno

La Romagna non si ferma mai!

Dalle rievocazioni storiche alle sagre dedicate ai prodotti tipici, fino agli eventi culturali ogni occasione è buona per far festa, suonare ballare e mangiare in compagnia ed ogni stagione ha qualcosa di speciale da offrire.

Fra i tantissimi eventi presenti in Romagna ti segnalo:

  • Sagra della Piadina (Bellaria-Igea Marina) – Aprile – Festa dedicata alla regina della cucina romagnola: la piadina!
  • Nove Colli (Cesenatico) – Maggio – La storica gara ciclistica che attira migliaia di partecipanti da tutto il mondo.
  • La Notte di San Giovanni (Cesena) – 23 giugno -Mercatini, erbe aromatiche, musica e tradizioni popolari.
  • Palio del Niballo (Faenza ) – giugno – rievocazione storica in costume delle giostre di origine medievale e si disputa fra cinque rioni della città
  • Festa dell’Ospitalità (Bertinoro) – Settembre – Celebrazione della tradizione romagnola dell’accoglienza con eventi culturali e gastronomici.
  • La Sagra del Tartufo di Sant’Agata Feltria: – Ottobre – Fiera dedicata al pregiato tartufo bianco con mercatini ed eventi enogastronomici.
  • Fiera di San Martino o Sagra dei Becchi (Santarcangelo di Romagna) – Novembre – con le corna appese sotto l’Arco di Piazza Ganganelli, simbolo dell’infedeltà coniugale.

Strade del vino e sapori unici

Le colline romagnole sono punteggiate di cantine e agriturismi dove degustare vini locali e prodotti tipici. Qui potrai percorrere sia in auto che in bicicletta la Strada dei Vini e dei Sapori:

  1. La Strada della Romagna segue il vino Sangiovese attraverso un itinerario tra storia, arte e cultura. I vini rossi principali sono il Romagna Sangiovese DOC, la Cagnina DOC, il Bursôn (Uva Longanesi), il Centesimino e l’Uva del Tundè. Tra i bianchi spiccano il Romagna Albana DOCG, il Trebbiano DOC, il Pagadebit DOC e la DOC Colli di Faenza.
  2. La Strada dei Vini dei Colli di Forlì e Cesena attraversa colline e borghi legati alla tradizione gastronomica romagnola. Qui si trovano vini come il Sangiovese, l’Albana, il Trebbiano, la Cagnina e il Pagadebit, perfetti da abbinare ai piatti tipici della zona, come la piadina, i passatelli e i cappelletti in brodo.
  3. La Strada dei Vini dei Colli di Rimini si snoda tra la Valmarecchia e la valle del fiume Conca, tra borghi medievali e influenze malatestiane. Tra i rossi spiccano il Sangiovese, il Cabernet Sauvignon, il Verucchiese e il Marzabino, mentre tra i bianchi troviamo il Trebbiano Romagnolo, il Biancame e la Rebola.
  4. Strada dell’olio
  5. strada del formaggio di fossa di Sogliano.

Il fascino del mistero e delle leggende

La Romagna è terra di storie affascinanti. Dal Castello di Montebello con il fantasma di Azzurrina, ai racconti legati a Dante Alighieri a Ravenna, fino alle leggende di San Mercuriale a Forlì. Nei boschi dell’Appennino si narrano storie di briganti e creature leggendarie.La Romagna è terra di storie affascinanti. Un viaggio tra storia e mistero che non delude mai.La Romagna è terra di misteri e Un viaggio tra storia e mistero che non delude mai.

Sport e avventura

Per chi ama sport ed adrenalina, la Romagna grazie ai suoi paesaggi collinari e alla varietà di percorsi offre tantissime attività all’aria aperta fra cui :

  • trekking sugli Appennini;
  • escursioni in MTB nei vari parchi naturali fra cui Parco della Vena del Gesso e parco delle foreste casentinesi;
  • parapendio sopra Cusercoli;
  • passeggiate a cavallo sempre nei parchi;
  • percorsi per cicloturisti sulle strade che hanno visto grandi campioni come la salita al Cippo di Carpegna, amata da Pantani;
  • pesca sportiva.

Ospitalità calorosa e autentica

Infine, il vero valore aggiunto della Romagna sono i romagnoli!

Gente accogliente, genuina, sempre pronta a condividere un sorriso e un bicchiere di vino, soprattutto il bicchiere del vino.

Qui l’ospitalità è di casa e ti sentirai sempre il benvenuto!

La Romagna è molto più di una destinazione balneare: è un territorio da scoprire in ogni stagione, tra borghi incantati, città d’arte, paesaggi mozzafiato e una tradizione enogastronomica senza pari. Se state programmando una visita, lasciatevi conquistare dal suo fascino autentico e dai tesori che questa terra ha da offrire

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La Piadina Romagnola: storia, ricetta e curiosità

La piadina romagnola è molto più di un semplice cibo: è un simbolo della tradizione gastronomica della Romagna, un prodotto che ha conquistato il cuore (e il palato) di milioni di persone in tutto il mondo.
Nata come pane povero dalle umili origini contadine, oggi è diventata un’icona della cucina italiana, amata per la sua semplicità, versatilità e bontà.
Scopriamo insieme la storia della piadina, le sue varianti e la ricetta originale per prepararla in casa!

Storia della piadina romagnola

Le origini della piadina risalgono a tempi antichissimi. Già gli etruschi preparavano focacce non lievitate, cotte su lastre di pietra, simili alla piadina. La prima testimonianza scritta sulla piadina romagnola risale al 1371, quando il Cardinale Angelico la menzionò fra i tributi che Modigliana doveva allo Stato Pontificio, nell’elenco delle varie gabelle sono scritte “due piade”.

Nel Medioevo, i contadini romagnoli, a seguito della peste del 1300, eliminarono il lievito dalle preparazioni e iniziarono a consumare pane non lievitato, come la piadina, realizzata con farine di diverso tipo: castagna, mais, legumi e ghiande.

Durante il Rinascimento, mentre le focacce azzime scomparvero in gran parte d’Italia, in Romagna la piadina restò un alimento diffuso, soprattutto tra le classi più povere.
Il grande rilancio arrivò nel 1900, quando si diffuse l’uso della farina di grano tenero e nel 1920 lo scrittore Aldo Spallicci la rese celebre attraverso la sua rivista La Piè, consacrandola a simbolo della Romagna.

Negli anni ’40 e ’50, con l’esplosione del turismo sulla Riviera Romagnola, nacquero i primi chioschi di piadina, dove veniva preparata e cotta al momento, conquistando turisti italiani e stranieri.

Nel 2014, la Piadina Romagnola IGP (Indicazione Geografica Protetta) ha ottenuto il riconoscimento ufficiale che ne tutela l’autenticità e la qualità.

La piadina romagnola oggi è uno dei prodotti più conosciuti ed esportati al mondo. Grazie al suo gusto semplice e alla possibilità di farcirla con qualsiasi tipo di riempimento (affettati, formaggi, pesce e verdure) è un cibo che avvolge e appassiona tutti e non è un caso che la piadina è stata celebrata negli anni da poeti, scrittori e cantanti.

Le varianti della piadina romagnola

La piadina romagnola è diffusa in tutta la Romagna, ma cambia aspetto, spessore e nome a seconda della zona:

  • nel Riminese è sottile e larga, più simile a una sfoglia;
  • nel Forlivese e Ravennate è più spessa e di diametro inferiore;
  • nel Cesenate: via di mezzo tra le due versioni.

In base ai dialetti locali, viene chiamata piada, piè, pìda o pièda.

Ricetta originale della piadina romagnola

Al di là delle differenze di aspetto e delle varie personalizzazioni che ogni paese, per non dire famiglia, ha apportato alla ricetta originale, i punti fermi che accomunano tutte le varie ricette sono il suo profumo, la sua fragranza e quel senso di appagamento che si ha nel mangiarla.

Ingredienti per 4 piadine

  • 500 g di farina 1
  • 70 g di strutto (o 60 g di olio extravergine d’oliva)
  • 2-3 g di bicarbonato (o 10 g di lievito per torte salate)
  • 8 g di sale di Cervia
  • Acqua tiepida q.b. (o latte)

Tempo di preparazione 20 minuti, tempo di cottura 5 minuti per piadina.

Preparazione

  1. Disponi la farina a fontana su una spianatoia e aggiungi al centro lo strutto spezzettato, il sale e il bicarbonato.
  2. Inizia a impastare versando acqua tiepida poco alla volta fino a ottenere un composto omogeneo ed elastico.
  3. Lavora l’impasto per circa 10 minuti, poi dividilo in 4 palline.
  4. Stendi ogni pallina con un mattarello fino a raggiungere 4/6 mm di spessore.
  5. Cuoci la piadina su una teglia di terracotta ben calda per circa 5 minuti, bucherellando le bolle con una forchetta e girandola più volte.

Come farcire la piadina romagnola

La piadina è deliziosa sia semplice che farcita, e la puoi farcire con qualsiasi cosa e sarà sempre buonissima.

Le farciture più tradizionali sono piadina con:

  • prosciutto crudo, squacquerone e rucola (la più tipica!);
  • salsiccia e cipolla caramellata;
  • verdure grigliate e formaggio di fossa;
  • in “versione mare” con sardoncini ed insalata;
  • dolce con Nutella o marmellata.

Il tutto accompagnato da un bicchiere di Sangiovese, il vino rosso simbolo della Romagna.

Dove mangiare la vera piadina romagnola?

Se vuoi assaggiare la piadina autentica, ti consiglio di fermarti in:

  • Chioschi storici: piccoli locali dove la piadina viene preparata al momento.
  • Trattorie e osterie romagnole: ideali per provare piadine con ingredienti di alta qualità.
  • Ristoranti tipici: dove puoi gustare la piadina con abbinamenti gourmet.

A Forlì, troverai ottimi posti dove mangiare una piadina indimenticabile!

4 curiosità sulla piadina

  1. Il Guinness World Record per la piadina più grande del mondo è stato stabilito a Savignano nel 2015 quando una squadra di piadinari ne ha steso e cotto una di 295 kg di impasto per 4,85 m di diametro.
  2. esiste un Museo della Piadina a San Giovanni in Marignano (RN);
  3. ogni anno si tiene la “Notte della Piadina”, evento dedicato a questa specialità;
  4. non solo piadina, in Romagna abbiamo anche la PIAVINA.

Ebbene si, L’abbinamento piadina e sangiovese era così perfetto che, la Chef del Ristorante Enoteca La Vecia Cantena d’Là Prè di Predappio Alta – già Cà de Sanzves – (Piazza Cavour 18 Predappio Alta), Barbara Lucchi li ha uniti in matrimonio dando origine alla “Piavèna” o piavina.

Dopo numerosi tentativi, cambi di dosaggi e calibrature fra i vari ingredienti Barbara è riuscita in un miracolo gastronomico come la piadina al Sangiovese.

L’aggiunta del Sangiovese da alla piadina una colorazione violacea, all’olfatto un leggero sentore di vino e al gusto… Al gusto è buonissima, fragrante e gradevole.

La piadina romagnola è molto più di un semplice piatto: è un vero e proprio simbolo della tradizione e dell’ospitalità della Romagna.

Dopo aver gustato la piadina e magari scoperto altri sapori romagnoli, riposati in un ambiente accogliente. Prenota a il Pozzo degli Aforismi

Piazza Saffi: il cuore di Forlì tra storia arte e curiosità

Forlì, una città ricca di storia, arte e cultura, custodisce nel suo cuore una delle piazze più affascinanti e suggestive dell’Emilia-Romagna: Piazza Aurelio Saffi. Questo grande spazio, elegante e ricco di storia, è il luogo perfetto per iniziare la tua visita in città. Passeggiando tra le sue architetture imponenti e le sue strade ricche di storia, scoprirai un angolo d’Italia che conserva l’essenza autentica del passato e un’atmosfera accogliente.

Oggi ti accompagno alla scoperta di questa piazza straordinaria, tra monumenti, segreti sotterranei e curiosità che ti faranno innamorare di Forlì.

Un po’ di storia: Dall’antica Forum Livii alla Piazza Saffi di oggi

Piazza Saffi esiste da sempre, o quasi!

La Piazza, così come la vedi oggi, ha subito numerose trasformazioni nel corso dei secoli.

Dal periodo romanico al medioevo

Le sue origini risalgono all’epoca romana, quando era conosciuta come Forum Livii, ed era già un’importante centro di scambi e attività commerciali, tanto che Forlì era considerata una delle città più importanti della via Emilia.

Ma è solo nel Medioevo che la piazza assume le dimensioni attuali. Infatti gran parte dell’attuale piazza, prima del 1212 era un grande orto conosciuto come “il Campo dell’Abate” perché apparteneva all’Abate di San Mercuriale. Solo in quell’anno il campo fu ceduto alla comunità forlivese e nacque la “grande piazza”.

Il suo impianto urbanistico perciò affonda le radici nel Medioevo, quando il cuore cittadino era strutturato attorno a un sistema di mercati e botteghe artigiane ed era il punto nevralgico della città, con mercati, celebrazioni e perfino esecuzioni pubbliche.

Ebbene si, questa grande piazza ha visto il susseguirsi di eventi storici significativi, come:

  • la battaglia del sanguinoso mucchio del 1282 (ricordata da Dante Alighieri nella Divina Commedia) dove l’esercito inviato dal Papa per sottomettere Forlì al suo volere, fu sconfitto da un gruppo di Ghibellini forlivesi guidati da Guido da Montefeltro;
  • Le dispute per la gestione del potere cittadino intercorsi fra Guelfi (famiglia degli Orgogliosi) e Ghibellini (famiglia Ordelaffi);
  • l’eccidio di Giorolamo Riario, avvenuto nel 1488 , dentro l’attuale palazzo comunale, considerato uno degli episodi più drammatici della storia forlivese. Girolamo Riario marito di Caterina Sforza signora di Forlì, fu assassinato in un complotto ordito da alcune famiglie nobili forlivesi, tra cui gli Orsi. Fu colto di sorpresa dagli Orsi e dai loro alleati, che lo accoltellarono a morte ed il suo corpo fu gettato dalla finestra.

Queste e altre battaglie hanno segnato profondamente la vita politica e sociale della città tanto da essere considerata una delle città più sanguinose e litigiose dell’epoca.

Dal rinascimento al risorgimento

Piazza Saffi ha visto il susseguirsi di eventi cruciali durante il Rinascimento e il Risorgimento, periodi fondamentali per la storia di Forlì e dell’intera nazione.

Durante il Rinascimento(XV-XVI secolo), Forlì, come molte altre città italiane, visse un periodo di grande fermento culturale e artistico. Piazza Maggiore (così si chiamava all’ora) divenne uno dei centri nevralgici della vita cittadina, ospitando mercati, feste e tornei. Vide la costruzione o il rimaneggiamento di importanti edifici, come il Palazzo Comunale e il Palazzo del Podestà, che ancora oggi ne caratterizzano l’aspetto.

Il Rinascimento portò a Forlì un fiorire di attività artistiche e culturali, con la presenza di importanti artisti, che lasciarono preziose testimonianze della loro opera; uno di questi è il Palmezzano (una delle sue pale è visibile all’interno alla chiesa di San Mercuriale)

Il Risorgimento (XIX secolo) fu un periodo di grandi cambiamenti e di lotte per l’indipendenza e in tutto il paese ci furono moti rivoluzionari e manifestazioni a sostegno dell’indipendenza e dell’unità d’Italia. Piazza Saffi fu spesso teatro di questi eventi e dopo la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861, Piazza Saffi divenne un luogo simbolo dell’unità nazionale.

Periodo fascista e seconda guerra mondiale

Durante il periodo fascista, Piazza Saffi subì molte modifiche modifiche architettoniche, a cominciare 1909 quando, durante una manifestazione di movimenti politici con a capo un giovane Benito Mussolini(allora anarchico-socialista), fu abbattuta a picconate la stele dedicata alla Madonna del Fuoco, patrona di Forlì. Successivamente nel 1921 la statua di Aurelio Saffi prese il suo posto e fu issata al centro dell’ellisse dove si trova ora.

Negli anni ’30 volendo dare alla piazza un aspetto più monumentale e moderno, per volere di Mussolini, furono abbattuti diversi palazzi per far posto agli attuali Palazzo delle Poste, Palazzo statale e il Palazzo Talenti Framonti costruiti in stile liberty razionalista.

In questa piazza, anche i lampioni hanno storie da raccontare. Il 18 agosto del 1944 quattro giovani che avevano combattuto nelle file della Resistenza furono appesi ai lampioni di piazza Saffi. I quattro partigiani, dopo essere stati catturati nei boschi intorno a Modigliana, furono dapprima impiccati a Castrocaro Terme e successivamente i loro corpi furono poi portati a Forlì ed esposti al pubblico ludibrio in questa Piazza. Questa è stata una delle pagine più dolorose della storia recente di Forlì, una ferita ancora aperta nella memoria della città.

Infine durante la guerra la piazza fu gravemente danneggiata dai bombardamenti delle forze alleate e vide momenti di grande sofferenza per la popolazione

Come vedi Piazza Saffi nella sua lunga storia ne ha viste di tutti i colori, ma andiamo avanti e parliamo di cose più piacevoli.

Gli edifici storici che circondano la piazza

Passeggiando per Piazza Saffi, si rimane affascinati, oltre che dalla sua grandezza (che con i suoi 87 metri di larghezza e 128 di lunghezza è una delle piazze più grandi d’Italia) dalla varietà degli edifici che la circondano, testimoni di epoche e stili architettonici differenti che si sono succeduti nel tempo.

  • Palazzo Comunale: risalente al XII secolo, è stato più volte rimaneggiato nel corso del tempo. La facciata è in stile neoclassico, con un ampio scalone d’onore che conduce al piano nobile. All’interno si trovano numerose opere d’arte, tra cui affreschi e dipinti di artisti forlivesi.;
  • Palazzo del Podestà: è stato la sede del potere politico della città nel Medioevo. Completamente rimaneggiato nel 1460 quando fu rifatta la facciata in stile gotico;
  • Palazzo Albertini: edificio rinascimentale, fu costruito dalla famiglia Albertini, una delle più importanti di Forlì. La facciata è caratterizzata da finestre con decorazioni in terracotta e da un portale in pietra;
  • Palazzo Talenti Framonti: sede dell’ex credito romagnolo costruito negli anni ’20 del Novecento, è un esempio di architettura eclettica. La facciata è caratterizzata da elementi classici e liberty.
  • Palazzo Serughi sede della camera di commercio è del 1576 e rimaneggiato nel 1800
  • abbazia di San Mercuriale: complesso religioso composto dalla basilica, chiostro e campanile. la Basilica è una delle chiese più antiche di Forlì, fondata nel X secolo. Al suo interno conserva importanti opere d’arte di grande valore, tra cui un sarcofago romano del IV secolo e un ciclo di affreschi del XIV secolo. Il campanile romanico alto ben 75 metri da cui si può vedere l’intera città, ed il chiostro, che risale all’XI secolo;
  • Palazzi statali e palazzo delle Poste : costruiti in stile razionalista durante il periodo fascista.

La statua di Aurelio Saffi

Come abbiamo visto nel corso della storia Piazza Saffi cambiò diversi nomi, dapprima si chiamava il campo dell’abbate, poi Piazza Grande, Piazza Maggiore, Piazza Vittorio Emanuele II ed infine Piazza Aurelio Saffi.

Quest’ultimo nome lo assunse nel 1921 in onore del forlivese Aurelio Saffi, patriota e politico italiano, repubblicano, uno dei principali collaboratori di Giuseppe Mazzini.

Aurelio Saffi, figura di spicco del Risorgimento italiano partecipò attivamente alle lotte per l’indipendenza, fu un grande sostenitore dell’unità d’Italia e membro dell’Assemblea Costituente della Repubblica Romana, della quale, dopo le dimissioni di Mazzini, Saffi divenne presidente.

Ed è proprio in suo onore, nel ricordo di questi eventi e del ruolo chiave che ebbe nell’unità d’Italia, che nel 1921, fu issata al centro dell’ellisse una statua in marmo bianco, realizzata dallo scultore Arnaldo Zocchi raffigurante Aurelio Saffi e da quel giorno la Piazza prese il suo nome, Piazza Aurelio Saffi.

Una piccola curiosità nascosta

Probabilmente non sai che sotto Piazza Saffi scorre un corso d’acqua nascosto: il Canale di Ravaldino. Un’importante via d’acqua che in passato aveva un ruolo strategico per la città. Questo canale, che nasce nei pressi della Rocca di Ravaldino, un tempo dimora della leggendaria Caterina Sforza veniva utilizzato sia per scopi difensivi sia per l’approvvigionamento idrico e per portare acqua ai vari mulini del territorio. In alcuni punti della città è possibile visitare tratti scoperti di questo percorso sotterraneo.

La leggenda narra che Caterina sforza, riuscì a fuggire all’attentato che vide la morte di suo marito Girolamo Riario proprio grazie questo canale sotterraneo attraverso al quale raggiunse velocemente la Rocca.

Perché visitare Piazza Saffi?

È il cuore di Forlì, un mix perfetto di storia, arte e vita cittadina. È il luogo ideale per una passeggiata, un caffè all’aperto o qualche scatto fotografico.

Visitare Piazza Saffi significa fare un tuffo nella storia, respirare l’atmosfera autentica di Forlì e ammirare capolavori architettonici che raccontano secoli di vicende umane.

Che tu sia appassionato di storia, amante dell’arte o semplicemente curioso per natura, questa piazza saprà conquistarti con il suo fascino senza tempo.

Oggi qui si svolgono mercati, fiere, eventi culturali e manifestazioni che rendono la piazza un luogo sempre accogliente.

Ogni lunedì e venerdì mattina ospita il mercato cittadino.

Durante l’anno, la piazza si anima con eventi culturali, festival e concertini, specialmente nei weekend e nelle calde serate estive.

A dicembre, diventa magica con i mercatini di Natale, le luminarie e la pista di pattinaggio sul ghiaccio.

E poi cosa c’è di meglio che fermarsi in uno dei bar della piazza per godersi un caffè o un aperitivo? Qui puoi sederti, rilassarti e osservare il via vai della città, proprio come fanno i forlivesi! I ristoranti che si affacciano sulla piazza offrono l’opportunità di gustare le delizie della cucina romagnola, mentre le panchine invitano a una sosta per ammirare il panorama circostante.

Forlì ti aspetta: vieni a scoprire Piazza Saffi questo gioiello nascosto dell’Emilia-Romagna.
Ti garantisco che ne rimarrai affascinato!




E dopo aver esplorato il centro, cosa c’è di meglio che rientrare in un posto accogliente, curato nei dettagli e perfetto per ricaricare le energie? Prenota il tuo soggiorno a “Il Pozzo degli Aforismi” e vivi Forlì con tutto il comfort che meriti!

7 Cose da vedere a Forlì

Forlì è un tesoro nascosto, un luogo dove il tempo sembra scorrere più lentamente, permettendoti di assaporare ogni dettaglio, ogni angolo, ogni emozione. Forlì è una città che sorprende! Passeggiando tra le sue vie, si respira una storia millenaria che spazia dall’epoca romana fino ai fasti del Rinascimento e alle audaci architetture razionaliste del Novecento. Forse meno conosciuta di altre città emiliano-romagnole, ha un carattere autentico, un cuore vibrante e una bellezza tutta da scoprire.

Seguimi, parcheggiamo in Piazza del Carmine e di qui ci muoviamo a piedi, ti porto a spasso per la città e ti farò conoscere i 7 luoghi imperdibili di Forlì!

  1. Piazza Saffi;
  2. La cattedrale di Santa Croce;
  3. Musei San Domenico;
  4. Palazzo Romagnoli e Palazzo Gaddi;
  5. Parco urbano;
  6. la Rocca di Ravaldino;
  7. Villa Saffi.

1 Piazza Saffi: il salotto di Forlì

Iniziamo il nostro viaggio da Piazza Saffi, il cuore pulsante della città. Questa piazza, con i suoi 87 metri di larghezza e 128 di lunghezza, è una delle più grandi d’Italia, un vero e proprio palcoscenico a cielo aperto, circondata da edifici storici che raccontano secoli di storia.
Circondata da palazzi di grande pregio, offre un viaggio attraverso i secoli:

  • Palazzo Comunale, con la sua Torre dell’Orologio, testimone della storia medievale di Forlì;
  • Palazzo del Podestà e Palazzo Albertini, splendidi esempi di architettura quattrocentesca, oggi sede di mostre;
  • Palazzo Talenti-Framonti ed il Palazzo delle Poste, icone del razionalismo degli anni ’30;
  • Abbazia di San Mercuriale, simbolo della città con il suo imponente campanile alto 75 metri, uno dei più belli d’Italia. Non perdere l’occasione di salire in cima al campanile: dopo 273 gradini, ti aspetta una vista mozzafiato sulla città e sulle colline romagnole;
  • Chiesa del Suffragio emblema del barocco forlivese.

Come vedi un vero e proprio scrigno di cultura.

2 La Cattedrale di Santa Croce: un viaggio nella fede e nell’arte

Proseguiamo la nostra passeggiata lasciandoci Piazza Saffi alle spalle e camminiamo su via Delle Torri, quasi in fondo alla via, sulla destra, troviamo i “giardini Orselli” piccola area verde nel cuore della città e dopo pochi passi raggiungiamo Piazza Ordelaffi dove si nota a destra l’imponente Palazzo della Prefettura ed a sinistra la Cattedrale di Santa Croce meglio conosciuta come Duomo di Forlì.

Questa chiesa, ha subito numerose trasformazioni dal XV secolo ad oggi tanto che la sua facciata ricorda epoche diverse.

Al suo interno custodisce diversi tesori d’arte e fede, come:

  • La Cappella della Madonna del Fuoco, che custodisce l’immagine miracolosa della patrona della città, venerata ogni 4 febbraio;
  • La tomba di Carlo Cignani, celebre pittore bolognese;
  • la fonte battesimale.

Un luogo che racconta la storia spirituale di Forlì attraverso arte e fede. A fianco ad esso troviamo il campanile, abbattuto nella seconda guerra mondiale è stato ricostruito nel 1970.

4 Palazzo Romagnoli e Palazzo Gaddi

Forlì non è solo medievale e rinascimentale, ma ha anche una forte impronta ottocentesca. A due passi da piazza Ordelaffi, troviamo nell’ordine:

Palazzo Gaddi -Corso Garibaldi 96 – sede del Museo del Risorgimento e del Museo Romagnolo del Teatro, dove si trovano cimeli di Aurelio Saffi, Achille Cantoni e Piero Maroncelli.

Palazzo Romagnoli -via Albicini 12- antica dimora nobiliare che ospitava fino a poco tempo fa la Collezione Verzocchi e che presto diventerà la nuova biblioteca comunale.

Entrambi sono visitabili su prenotazione e rappresentano una finestra sulla storia più recente della città.

3 Musei San Domenico: un polo culturale di eccellenza

proseguiamo su via Albicini per pochi passi fino a raggiungere Piazza Dante Alighieri e giungiamo in Piazzale Guido da Montefeltro dove troviamo il prestigioso Complesso Museale di San Domenico.

Qui ci aspetta un’immersione nell’arte e nella cultura.

Il complesso museale del San Domenico è formato dal Palazzo Pasquali, Chiesa di San Giacomo Apostolo, Convento dei Domenicani e dal Convento degli Agostiniani, collegati tra loro tramite chiostri interni.
Le sue collezioni e mostre di livello internazionale ne fanno una delle mete artistiche più importanti della regione. Da non perdere:

  1. La Pinacoteca, dedicata al Melozzo da Forlì (pittore forlivese del XV secolo) qui puoi vedere opere molto importanti come il Trittico con Storie della Vergine e Santi dello stesso Melozzo. al Corteo dei Magi del misterioso “Augustinus”, la grande Crocefissione di Marco Palmezzano, la Fiasca fiorita di autore ignoto, oltre ad opere del Guercino, del Cagnacci, di Sacchi, Barbieri, Serra, Cignani ecc.
  2. l’Ebe del Canova, una bellezza unica
  3. Le collezioni civiche del Novecento, tra cui la Collezione Verzocchi e opere di Morandi, Wildt e Cagnacci.

Ogni anno dal 2006 ad oggi, in questo meraviglioso complesso vengono allestite Mostre temporanee di rilievo internazionale, che attirano visitatori da tutta Italia.

In questi giorni potrai visitare la mostra “Il ritratto dell’artista. Nello specchio di Narciso Il volto, la maschera, il selfie.”

Questa nuova mostra si terrà dal 22 febbraio al 29 giugno 2025. Si tratta di un’esposizione di oltre 300 opere d’arte che ripercorrono la storia dell’autoritratto, dalle prime raffigurazioni fino ai giorni nostri. L’esposizione si concentra sull’evoluzione dei modi in cui gli artisti hanno scelto di rappresentare sé stessi, attraverso un percorso che mette in luce le motivazioni, le tecniche e i significati che si celano dietro questa particolare forma d’arte.

Il Complesso Museale San Domenico è un luogo imperdibile per gli amanti dell’arte.

5 Parco Urbano Franco Agosto: Un’Oasi di Relax e Divertimento

Dopo tanto camminare, un po’ di relax nella natura è d’obbligo! Prendendo il vicolo Casaglia, a fianco dei Musei San Domenico e attraversando il sottopasso realizzato artisticamente dai ragazzi del liceo artistico arriviamo al Parco urbano Franco Agosto.

Questo Parco Urbano, con i suoi 26 ettari, è il polmone verde della città. Qui puoi passeggiare, fare sport, ,goderti un picnic all’aria aperta o prendere un caffè al tavolino del Bar.

Al suo interno troverai:

  • Laghetti popolati da anatre e cigni;
  • Aree gioco per bambini;
  • Percorsi salute e campi sportivi;
  • Bar, chioschi di piadina, pub e un ristorante pizzeria;
  • una collina popolata da conigli liberi!

Come vedi questo parco è il luogo ideale per staccare dalla frenesia cittadina e godersi un po’ di aria fresca.

6 La Rocca di Ravaldino: un baluardo di coraggio e potere

Uscendo dal parco all’uscita di via fiume montone e percorrendola nella sua interezza giungiamo a piazzale Ravaldino dove troviamo la Rocca dalla storia millenaria, simbolo di potere e coraggio.

La Rocca di Ravaldino, una cittadella fortificata di origine medievale, ricostruita e rafforzata nel Trecento ed ampliata nel quattrocento.

Forlì ha avuto una storia turbolenta nel Medioevo, e la Rocca di Ravaldino, costruita nel XV secolo, ne è la testimonianza più imponente. Qui Caterina Sforza si rifugiò durante gli assedi e combatté per la libertà della città.

Questa fortezza, che ha visto passare dame e cavalieri, oggi è visitabile durante eventi e spettacoli estivi, un’ottima occasione per immergersi nella storia forlivese.

Sta per concludersi la nostra passeggiata, torniamo al parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto e andiamo all’ultima tappa del nostro percorso.

Villa Saffi: sulle orme del risorgimento

A pochi chilometri dal centro, su via Firenze, Villa Saffi ti aspetta con il suo parco secolare e la sua atmosfera di pace.

Questa villa, un tempo residenza del patriota Aurelio Saffi, è un luogo ideale per rilassarsi e scoprire le radici storiche di Forlì. Aurelio saffi, triumviro della Repubblica Romana, amava risiedere in questa villa e proprio in questo luogo morì, il 10 aprile 1890. L’edificio ex convento dei Gesuiti divenne proprietà della famiglia Saffi nel 1740.

La Villa fa parte del circuito “Case Museo dei poeti e degli scrittori di Romagna” conserva arredi d’epoca, libri e cimeli di straordinario interesse, anche di Mazzini, che vi fu ospite in diverse occasioni.

La Villa è circondata da un parco di platani, cipressi, magnolie e altri alberi secolari.
Attualmente in fase di ristrutturazione, è possibile visitare il giardino tutti i sabati e le domeniche dalle 16 alle 19.


Conclusioni e consigli

Ecco qua, in questo meraviglioso parco si conclude il nostro itinerario alla scoperta di Forlì.

Spero di averti incuriosito abbastanza da farti venire voglia di visitare questa città. Forlì è un piccolo tesoro da scoprire con calma: ti conquisterà con la sua autenticità, la sua storia millenaria e la sua bellezza discreta.

Dai, cosa aspetti? Vieni a scoprire le sue meraviglie, i suoi sapori, la sua gente.

Forlì ti aspetta a braccia aperte!

Per aiutarti a pianificare al meglio la tua visita, ho creato una mappa interattiva con le 7 tappe imperdibili di Forlì, tutte facilmente raggiungibili a piedi.

👉 Visualizza la mappa interattiva di Forlì


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Ti aspettiamo con il calore e l’ospitalità tipici della nostra terra.

Le tappe suggerite nella nostra mappa si trovano quasi tutte nel cuore del centro storico, ideali per una passeggiata tra piazze, chiese e scorci suggestivi.
Tuttavia, due destinazioni richiedono un po’ di organizzazione:

  • Il Pozzo degli Aforismi si trova a circa 5 km dal centro città, in una zona tranquilla e immersa nel verde. Il modo più comodo per raggiungere il centro è in auto, oppure in bicicletta per chi ama pedalare.
  • Villa Saffi, splendida dimora ricca di storia, è fuori dal centro storico – vicino a il Pozzo degli Aforismi . e facilmente raggiungibile in auto o in bici.

E tu, da dove inizieresti il tuo itinerario a Forlì?

Raccontamelo nei commenti e se hai già visitato la città, condividi la tua esperienza: ogni racconto può ispirare altri viaggiatori.

Benvenuti a Forlì: perché visitarla almeno una volta nella vita

Se stai cercando una città autentica, ricca di storia, cultura e buon cibo, allora Forlì è la destinazione perfetta per te! Spesso sottovalutata rispetto alle vicine Ravenna, Bologna e Rimini, questa città romagnola ha tantissimo da offrire. Ti porto con me alla scoperta di Forlì e ti do 5 buoni motivi perché dovresti assolutamente visitarla almeno una volta nella vita!

  • un tuffo nella storia e nell’arte;
  • il cuore della città: Piazza Saffi;
  • piadina, cappelletti e sangiovese;
  • verde e natura a due passi dal centro;
  • Forlì punto di partenza ideale.

Un tuffo nella storia e nell’arte

Forlì è una città che racconta storie. Passeggiando per il centro, ti ritroverai in una vera e propria macchina del tempo: dall’epoca medievale con la splendida Abbazia di San Mercuriale e la loza de pont de broc fino al periodo razionalista con gli imponenti edifici degli anni ’30, come il Palazzo delle Poste e il Teatro Diego Fabbri.

E poi ci sono i Musei di San Domenico, un vero gioiello dell’arte e della cultura. Qui puoi ammirare mostre di livello internazionale e scoprire capolavori di artisti come Canova, Michelangelo e tanti altri. Se ami l’arte, non puoi perdertelo!

Ma non finisce qui: Forlì ospita anche numerose chiese e palazzi storici che meritano una visita, come la Chiesa di San Pellegrino e il Palazzo Albicini, una delle dimore storiche più affascinanti della città.

Il cuore della città: Piazza Saffi

Ogni città ha la sua anima, e quella di Forlì batte forte in Piazza Aurelio Saffi. Ampia, elegante e circondata da edifici storici, è il luogo perfetto per fare una passeggiata, sorseggiare un caffè e osservare la vita cittadina.

Ti consiglio di salire sul campanile di San Mercuriale per una vista spettacolare sulla città! Da lassù puoi ammirare non solo il centro storico dall’alto ma tutta la città nella sua interezza e, nelle giornate più limpide, persino scorgere le colline romagnole e il litorale.

La piazza, una delle più grandi d’Italia è contornata da palazzi di pregio come palazzo Albertini, palazzo del podestà ed il palazzo delle poste, quindi troverai sempre qualcosa di interessante da vedere!

Piadina, cappelletti e Sangiovese: benvenuti in Romagna!

Diciamolo chiaramente: in Romagna si mangia da Dio! E Forlì non fa eccezione.

Qui puoi gustare la vera piadina romagnola, magari farcita con squacquerone e rucola, oppure lasciarti tentare dai nostri fantastici primi fatti a mano come una volta come i cappelletti in brodo o al ragù, tortelli, garganelli, strozzapreti e altri.

Se sei amante della pasta fresca, devi assolutamente provare anche i passatelli in brodo e le tagliatelle al ragù!

E per accompagnare il tutto? Un bel bicchiere di Sangiovese, il vino rosso tipico della zona, perfetto per brindare alla tua avventura forlivese!

Se vuoi provare un’esperienza autentica, ti consiglio di fermarti in una trattoria tipica o in una osteria storica per assaporare il vero gusto della Romagna. In centro storico ne trovi diverse, molto valide, aperte pranzo e cena, così come trovi Bistrò dove farti un aperitivo a base di prodotti locali e un calice di Sangiovese.

Verde e natura a due passi dal centro

Hai voglia di rilassarti? Il Parco Urbano Franco Agosto è un angolo di pace immerso nel verde, ideale per una passeggiata, un picnic o semplicemente per goderti il sole.

Perfetto anche per chi viaggia con bambini, grazie alle aree gioco e ai numerosi animali che popolano il parco.

E se ami la natura, e hai voglia di farti una gita fuori porta, a pochi chilometri (45) da Forlì trovi le Cascate dell’Acquacheta, citate da Dante nella Divina Commedia, e le colline romagnole, perfette per un’escursione o un tour enogastronomico.

Forlì: il punto di partenza ideale

Un altro motivo per visitare Forlì? È la sua posizione strategica!

Da qui puoi facilmente raggiungere:

  • La Riviera Romagnola (Rimini, Cesenatico, Milano Marittima) in circa 50 km;
  • Ravenna e i suoi famosi mosaici bizantini, a soli 30 km;
  • I borghi medievali delle colline romagnole, come Bertinoro (12 km) e Brisighella (40 km);
  • Bologna, perfetta per una gita culturale, a 70 km;
  • I parchi divertimento più famosi d’Italia: Mirabilandia (40 km), Fiabilandia (55 km), Italia in Miniatura (50 km), il Delfinario di Riccione (60 km) e Aquafan (65 km).


Che tu sia un amante della cultura, del buon cibo, della natura o del divertimento, da Forlì hai tutto a portata di mano.

Ti ho convinto? Forlì ti aspetta!

Forlì è una città che sorprende, perfetta per un weekend o come tappa di un viaggio in Romagna. Vieni a scoprirla, lasciati conquistare dalla sua atmosfera e porta con te un pezzetto di questa meravigliosa terra.

Prepara la valigia e vieni a vivere un’esperienza unica!

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Lòm a Mêrz: il fuoco che illumina la Romagna contadina

Nel cuore della Romagna, dove le tradizioni contadine sono ancora vive, esiste un’usanza che ogni anno, tra la fine di febbraio e i primi giorni di marzo, accende il legame con il passato: Lòm a Mêrz. Questo antico rito agricolo, il cui nome in dialetto significa “Lume a marzo”, si ripete ancora oggi nelle campagne, celebrando la fine dell’inverno e l’inizio di una nuova stagione di speranza e abbondanza.

Ma qual è l’origine di questa tradizione? Come si festeggiava un tempo e come viene celebrata oggi?Con queste mie righe ti guiderò alla scoperta di un pezzo autentico di Romagna, tra storia, folklore e sapori contadini.

Origini e significato di Lòm a Mêrz

Le radici di Lòm a Mêrz affondano in un passato lontano, quando la vita dei contadini era scandita dai ritmi della natura e la terra rappresentava la principale fonte di sostentamento.

Alla fine dell’inverno, con l’arrivo di marzo, si avvicinava il momento della semina, e i contadini sentivano il bisogno di propiziare un raccolto abbondante.

Per farlo, accendevano grandi falò nei campi, simbolo di purificazione e di buon auspicio. Il fuoco, infatti, aveva un duplice scopo: da un lato allontanava gli spiriti maligni e le negatività dell’anno passato, dall’altro riscaldava la terra e segnava il ritorno della luce dopo i lunghi mesi invernali.

Questa pratica ha sicuramente origini pagane, legate ai riti agrari precristiani, ma nel tempo si è intrecciata con la cultura cristiana, diventando un momento di comunità e condivisione.

Attorno ai fuochi si riunivano intere famiglie e vicinati, per mangiare, bere e cantare, rafforzando i legami tra le persone.

Come si festeggiava un tempo

Se potessimo fare un salto indietro nel tempo e immergerci in una serata di Lòm a Mêrz di cento o duecento anni fa, ci troveremmo in una scena affascinante.

I contadini raccoglievano rami secchi, sterpaglie e vecchie fascine per creare grandi cataste di legna nei campi. Al tramonto, con un semplice gesto, il fuoco veniva acceso, e le fiamme illuminavano la notte.

Le famiglie si riunivano attorno al falò, raccontandosi storie, intonando canti popolari e condividendo il cibo preparato per l’occasione.

Uno degli elementi tipici di questa festa era la cucina contadina: si mangiavano piadina calda, formaggi, salumi e, naturalmente, si beveva vino, il robusto Sangiovese della zona. Alcune famiglie preparavano polenta, da gustare con il ragù o con il formaggio di fossa.

Il momento più atteso della serata era la danza attorno al fuoco: uomini e donne ballavano per celebrare la vita e la fertilità della terra.

Il fuoco, elemento centrale del Lòm a Mêrz, ha sempre avuto un forte valore simbolico in molte culture contadine. In Romagna, rappresentava la luce che scaccia le tenebre dell’inverno, purificando la terra e preparandola per le nuove semine. Saltare sopra le fiamme era considerato un gesto di buon auspicio e protezione per l’anno in corso, il fuoco rappresentava la rinascita ed il rinnovamento.

Lòm a Mêrz e fogheraccia guarda il video di Torre dell’Orologio-La bella Romagna.

Lòm a Mêrz oggi: tra tradizione e riscoperta

Oggi Lòm a Mêrz non è più una necessità agricola, un rito propiziatorio, ma rappresenta un momento di forte coesione sociale nelle comunità rurali della Romagna. Queste serate oltre a celebrare l’arrivo della primavera, cono anche l’occasione per condividere storie, leggende e tradizioni orali che vengono tramandate di generazione in generazione. Questo momento di aggregazione è fondamentale per rafforzare i legami comunitari e per mantenere viva l’identità culturale della Romagna. E’ un evento culturale che celebra la tradizione romagnola.

Dal 2000, grazie all’impegno dell’Associazione Il Lume a Marzo, questa tradizione è stata riportata in vita con una serie di eventi diffusi in tutta la Romagna.

Ogni anno, tra fine febbraio e inizio marzo, borghi e campagne si animano con rievocazioni storiche, spettacoli folkloristici e degustazioni di prodotti tipici. Ecco alcune delle località dove si festeggia Lòm a Mêrz oggi:

  • Santarcangelo di Romagna – Uno dei luoghi più suggestivi dove vivere questa tradizione, con eventi nel centro storico e nelle campagne circostanti;
  • Ravenna e dintorni – Alcuni agriturismi e associazioni organizzano serate a tema con falò, canti e racconti di storie contadine;
  • Cesena e Forlì – Qui la tradizione si fonde con la cultura gastronomica locale, con eventi dedicati ai sapori tipici della Romagna;
  • Faenza e il territorio imolese – Dove la celebrazione si intreccia con la storia medievale della città.

Durante queste serate, oltre ai falò, è possibile assistere a spettacoli di musica popolare, laboratori per bambini e racconti di antiche leggende romagnole.

Molti agriturismi e aziende agricole organizzano cene a tema, proponendo piatti della tradizione, Cerca qui la festa che fa per te

I sapori di Lòm a Mêrz: cosa mangiare

Uno degli aspetti più affascinanti di questa festa è senza dubbio il cibo.

Se vuoi vivere appieno l’esperienza di Lòm a Mêrz, e magari ricrearla a casa tua, ecco alcuni piatti tipici da gustare:

  • Piadina romagnola, da farcire con squacquerone, prosciutto crudo o salsiccia alla brace e cipolla;
  • Polenta con ragù o formaggio di fossa, un classico della cucina contadina;
  • Ciambella romagnola, il dolce perfetto per accompagnare un bicchiere di vino dolce;
  • Saba e mistocchine, la saba è uno sciroppo d’uva che si usa per dolcificare, mentre le mistocchine sono piccole focaccine a base di farina di castagne tipiche delle zona bolognese;
  • Vino Sangiovese, non può di certo mancare un buon bicchiere di vino rosso, simbolo della Romagna.

Se partecipi a una serata di Lòm a Mêrz, troverai sicuramente questi piatti sulle tavolate, accompagnati da canti e racconti che ti faranno sentire parte della tradizione.

Perché partecipare a Lòm a Mêrz?

Se ami la Romagna e le sue tradizioni, Lòm a Mêrz è un’esperienza che non puoi perdere. È un’occasione per:

  • Scoprire la cultura contadina e le sue antiche usanze;
  • Godersi una serata attorno al fuoco, con musica e convivialità;
  • Assaporare il meglio della cucina romagnola, in un’atmosfera autentica;
  • Visitare borghi e campagne, immergendoti in una Romagna più intima e genuina.

Ogni anno, sempre più persone si avvicinano a questa festa, riscoprendo il valore della comunità e della condivisione. Se vuoi vivere un momento autentico e speciale, segnati le date e cerca un evento vicino a te: il fuoco di Lòm a Mêrz ti aspetta per illuminare il cammino verso la primavera.

E per rendere la tua esperienza in Romagna ancora più speciale, prenota il tuo soggiorno a “Il Pozzo degli Aforismi”! Ti aspettiamo per farti sentire a casa, con il calore e l’ospitalità tipici della Romagna.