Il Ponte del Primo Maggio è l’occasione perfetta per scoprire Forlì e la Romagna, tra eventi tradizionali, sagre, escursioni e buon cibo. Quest’anno, grazie alla particolare disposizione del calendario, prendendo pochi giorni di ferie tra Pasqua e il 4 maggio, si può godere di una lunga pausa di ben 16 giorni! Un’opportunità perfetta per staccare dalla routine e immergersi nelle bellezze della nostra regione.
Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato
edgar allan poe
La Tradizione del Garofano Rosso e la Festa dei Lavoratori a Forlì
Il 1° maggio, Forlì si anima con le celebrazioni dedicate alla Festa dei Lavoratori, un appuntamento storico che affonda le radici nelle lotte per i diritti dei lavoratori. In questa occasione, è tradizione trovare in Piazza Saffi i banchetti che vendono o distribuiscono il garofano rosso, simbolo del movimento operaio e della solidarietà tra i lavoratori.
Questo fiore, con il suo colore intenso, è da sempre associato alle rivendicazioni per migliori condizioni di lavoro e alla difesa dei diritti sociali. La sua presenza nelle celebrazioni del Primo Maggio a Forlì sottolinea il forte legame della città con la storia del lavoro e delle battaglie sindacali, che qui hanno avuto un ruolo significativo nel corso del tempo.
Oltre ai banchetti e alle manifestazioni, la giornata è arricchita da eventi culturali, musica dal vivo e incontri a tema, trasformando il centro cittadino in un luogo di riflessione, festa e condivisione.
Eventi e sagre per il Primo Maggio 2025
Fiera di San Pellegrino – Festa dei Cedri a Forlì: Il 1° maggio, Forlì celebra la Fiera di San Pellegrino, conosciuta anche come Festa dei Cedri, in onore di San Pellegrino Laziosi, protettore degli ammalati. La manifestazione si svolge in Piazza Morgagni, via Flavio Biondo e corso della Repubblica, animando il centro cittadino con bancarelle che vendono i caratteristici cedri, frutti profumatissimi simbolo della festa, oltre a specialità locali.
Falò di Rocca San Casciano (25-27 aprile 2025): Uno degli eventi più suggestivi della Romagna! Due rioni si sfidano con enormi carri allegorici e spettacolari falò sulle rive del fiume Montone, seguiti da fuochi d’artificio e tanta musica.
Sagra della Campagna a Pieve Cesato (30 aprile – 4 maggio 2025): Questa festa è un inno alla vita rurale romagnola, con gastronomia tipica, mercatini e spettacoli folcloristici.
Sagra della Bistecca alla Fiorentina di Razza Romagnola a Ranchio (27 aprile 2025): Un’occasione per assaporare la vera bistecca romagnola, accompagnata da vini locali e prodotti tipici.
Sagra della Cantarella a Gatteo Mare (1-4 e 9-11 maggio 2025): Un festival dedicato alla cantarella, dolce tipico romagnolo simile a una frittella, che potrai gustare in tante varianti.
Azzurro come il Pesce a Cesenatico (1-4 maggio 2025): Una grande festa gastronomica dedicata al pesce azzurro dell’Adriatico, con degustazioni nei ristoranti e lungo il porto canale di Cesenatico.
Festival Internazionale dell’Aquilone a Cervia (24 aprile – 4 maggio 2025): Uno degli eventi più spettacolari della primavera romagnola! Sulla spiaggia di Pinarella di Cervia, aquilonisti da tutto il mondo colorano il cielo con le loro creazioni artistiche. Il festival include spettacoli di volo acrobatico, laboratori per bambini e mostre dedicate al mondo degli aquiloni.
Escursioni e attività all’aria aperta
Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, a meno di un’ora da Forlì, puoi immergerti nella natura incontaminata con trekking, passeggiate e gite in e-bike tra faggi secolari e panorami, mozzafiato. Particolarmente interessante è la gita in battello sul lago della diga di Ridracoli
Eremo di Montepaolo un luogo di pace immerso nella natura, legato alla storia di Sant’Antonio da Padova.
Premilcuore e le Gole di Premilcuore sono l’ideale per un’escursione suggestiva, le Gole di Premilcuore offrono un ambiente naturale spettacolare, con acque cristalline e ponti in pietra che sembrano usciti da una cartolina. Ideale per un’escursione tra storia e natura!
Musei San Domenico di Forlì: se ami l’arte e la cultura, non perdere la visita a uno dei musei più importanti dell’Emilia-Romagna, con mostre di livello internazionale.
Pievi romaniche della Romagna un itinerario affascinante tra antiche chiese medievali, tra cui la Pieve di San Pietro in Trento e la Pieve di San Donato a Polenta.
Terme di Castrocaroun’occasione per rilassarsi nelle storiche terme e concedersi un trattamento benessere.
Conclusione
Il ponte del Primo Maggio è il momento perfetto per scoprire Forlì e la Romagna, tra eventi spettacolari, escursioni nella natura e gastronomia autentica. Pianifica ora il tuo soggiorno e lasciati conquistare dalle bellezze di questa terra!
Vuoi scoprire Forlì con un soggiorno speciale? Prenota la tua esperienza unica a Il Pozzo degli Aforismi, la nostra locazione turistica nel cuore della città! Ti aspettiamo! 😊
Il 25 aprile è una data simbolica per l’Italia intera, ma in Emilia-Romagna assume un significato ancora più profondo. Questa regione fu teatro di alcune delle battaglie più decisive della Seconda Guerra Mondiale e vide il coraggio straordinario dei partigiani nella lotta contro il nazifascismo. Oggi, le città romagnole celebrano la Festa della Liberazione con eventi commemorativi, manifestazioni e appuntamenti culturali che tengono viva la memoria.
La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare
piero Calamandrei
La Seconda Guerra Mondiale in Romagna e la Resistenza
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, la Romagna divenne un campo di battaglia strategico tra le truppe tedesche, la Repubblica Sociale Italiana e le forze alleate. La regione fu attraversata dalla Linea Gotica, una delle principali fortificazioni difensive dei nazisti, che andava dalla Toscana fino all’Adriatico.
Tra il 1944 e il 1945, le truppe alleate e i partigiani romagnoli combatterono aspramente per liberare le città dalla morsa dell’occupazione. Forlì, Ravenna, Cesena e Rimini furono tra le più colpite dai bombardamenti, e la popolazione civile pagò un prezzo altissimo in termini di vittime e distruzioni.
Le formazioni partigiane della Brigata Garibaldi e della Brigata Matteotti furono tra le più attive nella lotta, effettuando azioni di sabotaggio, attentati contro le forze nazifasciste e operazioni di intelligence per le truppe alleate. L’apporto della Resistenza fu fondamentale nel creare un clima di insicurezza per gli occupanti e nel facilitare l’avanzata degli Alleati.
Forlì fu teatro di eventi cruciali durante la guerra. La città, occupata dai nazifascisti, vide il sacrificio di molti partigiani, tra cui i fratelli Spazzoli Corbari ed Iris Versari, diventati simbolo della lotta per la libertà. In diversi punti della città, trovi lapidi e monumenti che raccontano questa storia.
Uomini e donne della Resistenza romagnola
La Resistenza in Romagna fu alimentata dal coraggio di uomini e donne che scelsero di opporsi al nazifascismo, spesso a costo della propria vita. Vi furono uomini che presero le armi, organizzarono azioni di sabotaggio e guidarono intere brigate partigiane.
Tra questi ricordiamo:
Silvio Corbari, Adriano Casadei, Arturo Spazoli, forlivesi, tre dei partigiani più celebri in Romagna, protagonisti di audaci azioni contro i nazifascisti. Catturati e uccisi nel 1944, ma la sua leggenda è ancora viva.
Arrigo Boldrini, ravennate, comandante della Brigata Garibaldi e figura chiave nella liberazione della sua città. Dopo la guerra, continuò il suo impegno politico.
Mario Gordini, leader della Resistenza ravennate, fondamentale nella lotta contro l’occupazione tedesca.
Molti altri, spesso rimasti senza nome nella memoria collettiva, combatterono in clandestinità, rischiando la deportazione e la fucilazione.
Accanto a questi uomini valori c’erano le staffette che trasportavano informazioni, armi e cibo per i combattenti , le infermiere che curavano i feriti e le combattenti in prima linea, donne Romagnole di grande valore che rischiavano la vita per la libertà, donne partigiane che ebbero un ruolo cruciale nella liberazione.
Tra le figure più emblematiche ricordiamo:
Irma Bandiera, partigiana bolognese torturata e uccisa dai nazifascisti per non aver rivelato informazioni sui suoi compagni.
Irene Versari, giovane partigiana romagnola, del battaglione Corbari, catturata e uccisa dai nazisti a soli 22 anni, dopo aver combattuto con coraggio nella Resistenza.
Donne anonime, madri, mogli e figlie che nascosero partigiani, sfamarono combattenti e rischiarono la deportazione pur di difendere la libertà.
Il loro contributo fu riconosciuto solo molti anni dopo la fine della guerra.
Senza la Resistenza e il sacrificio di questi uomini e donne la Liberazione sarebbe stata impossibile.
I Martiri Partigiani di Piazza Saffi: Il Coraggio della Resistenza
Piazza Saffi fu teatro di una delle pagine più tragiche della storia di Forlì.
I partigiani Silvio Corbari, Iris Versari, Adriano Casadei e Arturo Spazzoli, membri della leggendaria Banda Corbari, furono catturati dai fascisti e giustiziati.
Dopo alcuni giorni, il 18 agosto 1944, i loro corpi vennero esposti ai lampioni della piazza come monito per la popolazione, in un gesto di brutale intimidazione.
Ma il loro sacrificio non fu vano: il coraggio di questi uomini e donne divenne un simbolo della lotta per la libertà.
Gli eventi del 25 aprile 2025 in Romagna
Oggi la Romagna celebra la Festa della Liberazione con una serie di eventi commemorativi e culturali che uniscono storia, memoria e partecipazione attiva.
Ecco alcune delle principali iniziative previste per il 25 aprile 2025:
Forlì
Cerimonia Ufficiale in Piazza Saffi: la giornata inizia con la tradizionale Cerimonia Istituzionale in Piazza Saffi, cuore della città. Alle 9:30, le autorità locali, le associazioni partigiane e i cittadini si radunano per onorare i caduti con discorsi e la deposizione di corone ai monumenti commemorativi.
Da non perdere:L’omaggio ai Martiri della Resistenza
Festa al Parco Urbano “Franco Agosto” Nel pomeriggio, il clima solenne lascia spazio alla convivialità con la Festa Popolare della Liberazione presso il Parco Urbano Franco Agosto. Qui troverai: Concerti di musica dal vivo, Stand gastronomici con specialità romagnole, attività per famiglie e bambini.
In caso di maltempo, il concerto si sposta nel Salone Comunale di Piazza Saffi.
Ravenna
Camminata della Memoria, un itinerario tra i luoghi simbolo della Resistenza.
Concerto per la Liberazione, con artisti locali che si esibiranno in piazza del Popolo.
Mostra fotografica “Ravenna sotto l’occupazione”, con immagini inedite dell’epoca.
Cesena
Fiaccolata serale lungo le strade del centro storico, con letture di testimonianze.
Conferenze storiche sulle battaglie della Linea Gotica.
Proiezione del documentario “La Romagna ribelle”, che racconta la guerra attraverso gli occhi dei suoi protagonisti.
Rimini
Corteo storico con figuranti in divisa partigiana.
Esposizione di veicoli militari d’epoca e rievocazione della Liberazione.
Spettacoli teatrali e musicali in Piazza Cavour.
Perché è importante ricordare?
Oggi, più che mai, il 25 aprile non è solo una data del calendario, ma un simbolo di lotta per la libertà e la democrazia. La memoria storica ci insegna che la pace e i diritti conquistati con il sacrificio di tanti non sono scontati, ma vanno difesi ogni giorno.
Partecipare alle celebrazioni significa rendere omaggio a chi ha combattuto per un’Italia libera e democratica, e tramandare alle nuove generazioni il valore della Resistenza.
Se vuoi scoprire la Romagna attraverso la sua storia e i suoi eventi culturali, vieni a trovarci al Pozzo degli Aforismi. Ti aspettiamo per un soggiorno tra storia, cultura e tradizioni!
Se c’è un evento che incarna lo spirito autentico della Romagna, è la Festa del Falò di Rocca San Casciano. Ogni anno, questo borgo incastonato nella Valle del Montone si accende di luce e passione, portando avanti un’antica tradizione fatta di fuoco, competizione e spettacolo.
Ma quali sono le origini di questa celebrazione? E perché i falò hanno un ruolo così importante nella cultura romagnola? Vediamolo insieme
Le origini della Festa del Falò: dai riti pagani alla tradizione moderna
Il fuoco è un simbolo naturale di vita e passione, sebbene sia l’unico elemento nel quale nulla possa vivere
susanne Katherina Langer
La storia dei falò ha radici profonde, che affondano nei culti pagani legati al fuoco come simbolo di purificazione e rinnovamento. Anticamente, le popolazioni contadine accendevano grandi fuochi per scacciare l’inverno e propiziare un buon raccolto. Questi riti si sono tramandati nel tempo..
A Rocca San Casciano, la tradizione del falòè documentata sin dal Medioevo, ma è nell’Ottocento che assume una forma più strutturata.
I cittadini iniziarono a dividersi in tre rioni, Borgo, Mercato e Buginello (ora assorbito dal borgo) sfidandosi a chi realizzava il falò più grande e spettacolare.
Questa rivalità amichevole è rimasta intatta fino ai giorni nostri, rendendo la festa un appuntamento imperdibile.
I falò in Romagna: un legame con il folklore Locale
Il Falò di Rocca San Casciano non è un caso isolato: in Romagna il fuoco è sempre stato protagonista di numerose celebrazioni popolari. Alcuni esempi:
Le Focarine di San Giuseppe: (fugarène o fogaracce) piccoli falò accesi il 19 marzo per salutare l’arrivo della primavera.
I Lòm a Mérz (i lumi di marzo): falò rurali usati per risvegliare la terra dopo il freddo invernale.
I fuochi della Notte di San Giovanni (24 giugno): legati a riti di purificazione e buon auspicio.
Rocca San Casciano, però, ha trasformato questa tradizione in un vero evento spettacolare, attirando migliaia di visitatori da tutta Italia.
Come si svolge oggi la Festa del Falò di Rocca San Casciano
L’evento si svolge ogni anno nel fine settimana successivo alla Pasqua e segue un programma ben definito:
Costruzione dei pagliai: per settimane, i rioni Borgo e Mercato accumulano legna, potature e ginestre per creare imponenti piramidi di fuoco.
La sfilata dei rioni: gli abitanti si vestono con i colori della propria squadra e sfilano per le vie del paese con carri allegorici, tamburi e fiaccole
L’accensione dei falò: il momento clou della serata! Le enormi cataste vengono incendiate, illuminando il cielo e creando un’atmosfera unica.
I fuochi d’artificio e la festa in piazza: dopo i falò, la festa continua con botti, musica, spettacoli pirotecnici e danze fino a tarda notte.
Cosa vedere e fare durante la festa
Se stai programmando di partecipare alla Festa del Falò, ecco alcuni consigli su cosa non perdere:
Assistere alla sfilata dei rioni: sfilata dei carri allegorici, colori, musica e tradizione in un mix travolgente.
Vivere l’accensione dei falò: un’esperienza emozionante, soprattutto se vista dal ponte sul Montone.
Provare la cucina romagnola: nelle osterie della vallata troverai piatti tipici come cappelletti, piadina e salumi nostrani.
Esplorare Rocca San Casciano: un borgo affascinante con scorci pittoreschi e una storia tutta da scoprire.
La rivalità tra Borgo e Mercato è talmente sentita che, per settimane, gli abitanti evitano di attraversare il territorio dell’altro rione! Si dice che, se il falò brucia rapidamente e con fiamme alte, l’anno sarà prospero.
In passato, i ragazzi dei due rioni tentavano di sabotarsi a vicenda rubando la legna avversaria!
Vieni a scoprire la Romagna e il suo spirito più autentico!
Hai mai assistito a un falò così spettacolare? Se ami le tradizioni, i riti antichi e l’atmosfera di festa, la Festa del Falò di Rocca San Casciano è l’evento perfetto per te.
Raccontami nei commenti se hai mai partecipato o se hai qualche aneddoto da condividere!
E se vuoi goderti l’esperienza senza preoccupazioni, prenota il tuo soggiorno al Pozzo degli Aforismi: una locazione turistica nel cuore della Romagna, perfetta per scoprire il territorio e vivere la magia delle sue tradizioni. Il pozzo degli aforismi si trova a fra Forlì e Castrocaro a venti minuti di auto da Rocca san Casciano.
La Pasqua in Romagna è un momento speciale, che unisce la spiritualità delle celebrazioni religiose alla convivialità delle tavole imbandite. Qui, le tradizioni si tramandano da generazioni e ogni famiglia ha i propri riti e piatti tipici per festeggiare questa ricorrenza. Dal Venerdì Santo con le suggestive processioni, alla Domenica di Pasqua con il pranzo in famiglia, fino alla Pasquetta all’insegna di gite fuori porta e scampagnate, ogni angolo della Romagna offre qualcosa di unico da vivere.
Pasqua viene con ciò che la primavera porta
proverbio romagnolo
Tradizioni Pasquali in Romagna
Le tradizioni in Romagna sono per lo più legate alla tavola, cibo e vino da noi la fanno sempre da padroni, alle scampagnate e alle uova, simbolo della Pasqua.
Vediamone alcune:
La Benedizione delle Uova: Le uova sono il simbolo della Pasqua per eccellenza. In molte località romagnole, il Sabato Santo le famiglie portano in chiesa un cestino di uova per farle benedire. Questo gesto antico simboleggia il rinnovamento della vita e viene seguito dalla classica tradizione di mangiarle sode il giorno di Pasqua in famiglia.
La Sagra e Palio dell’Uovo di Tredozio: A Tredozio, sull’Appennino forlivese, si tiene una delle manifestazioni più curiose della Pasqua romagnola: la Sagra e Palio dell’Uovo. Questo evento prevede una serie di giochi legati all’uovo, mostre, spettacoli, fino ad arrivare alle gare di sfogline e alla famosa gara dei mangiatori di uova sode Una tradizione unica che attira visitatori da tutta la regione!
La Pagnotta Pasquale e il Bracciatello: Specialità della zona di Sarsina e Cesena, la Pagnotta Pasquale è un pane dolce lievitato, simile a un panettone rustico. Ogni famiglia ha la sua ricetta segreta, ma l’impasto di base include farina, zucchero, uova, burro e lievito naturale. Una fetta di pagnotta con un bicchiere di Sangiovese è il modo perfetto per iniziare la festa! Un altro dolce tipico della Pasqua in Romagna è il Bracciatello, una ciambella profumata all’anice, preparata per contenere l’uovo soda da mangiare in famiglia a colazione.
Cosa mangiare a Pasqua in Romagna?
I piatti della tradizione! La Pasqua in Romagna è un tripudio di sapori autentici e ricette tramandate da secoli.
La tradizione prevede una colazione con uovo sodo benedetto (uno a testa), con bracciatello o pagnotta pasquale e salame contadino. Il salame, fatto in casa nel periodo di dicembre, veniva mangiato per la prima volta a Pasqua, dopo il periodo di stagionatura si aspettava la mattina di Pasqua per assaggiarne il sapore.
A pranzo i piatti tradizionali variano da zona a zona. Diciamo però che i primi la fanno da padroni.
Dopo un antipasto a base di piadina, formaggi e affettati, solitamente segue un primo tipico come le lasagne con sfoglia verde, tagliatelle, strozzapreti o tortelli alle ortiche.
Di secondo si varia dal classico agnello al forno con patate al coniglio alla cacciatora. verdure di stagione come carciofi asparagi o erbe di campo.
Per finire Ciambella romagnola inzuppata nell’albana dolce o la classica colomba
Pasquetta in Romagna: idee per una gita fuori porta
Dopo il pranzo pasquale, la Pasquetta è dedicata alle gite e ai picnic. Ecco alcuni posti perfetti per trascorrere una giornata all’aria aperta in Romagna:
Cascata dell’Acquacheta: Un’escursione alla scoperta della spettacolare cascata citata da Dante nella Divina Commedia. Perfetta per chi ama la natura e il trekking!
San Leo e la sua Rocca: Uno dei borghi più affascinanti d’Italia, con una fortezza imponente che offre un panorama mozzafiato sulla Valmarecchia. Perfetto per un picnic con vista!
Bertinoro, il balcone della Romagna: Tra vigneti e colline, Bertinoro è famoso per la sua ospitalità e il vino Sangiovese. Qui si può passeggiare nel centro storico e gustare un pranzo in una trattoria tipica.
Lidi Ravennati e Delta del Po: Il giorno di Pasquetta è tradizione fare un picnic in pineta lungo la costa adriatica. I lidi ravennati offrono spiagge tranquille e aree attrezzate per una giornata all’insegna del relax, mentre il Parco del Delta del Po regala scenari unici tra fenicotteri e valli d’acqua.
Brisighella e il Sentiero dell’Asino: Uno dei borghi più belli d’Italia, con un percorso panoramico tra la Rocca, la Torre dell’Orologio e il Santuario del Monticino. Perfetto per una giornata tra storia e natura.
Eventi in Romagna per il ponte di Pasqua 2025
Quest’anno, grazie al susseguirsi di ponti prendendo pochi giorni di ferie si riesce a staccare dal lavoro ben 16 giorni un’opportunità in più per venire a trovarci in Romagna che in questo periodo è ricca di eventi. Qui a seguire te ne segnalo alcuni, ma maggiori informazioni puoi trovarle sul sito Visit Romagna.
Processione del Cristo morto a Portico di Romagna venerdi 18 aprile;
Fiera dell’agnello a santa sofia il 21 aprile;
Rocca noir visita della rocca di Verucchio a lume di candela venerdi 18 aprile;
Pasqua diffusa a Bellaria Igea Marina dal 19 al 21 aprile;
Pedalata dei fenicotteri a sant’Alberto di Ravenna dal 18 al 21 aprile.
Conclusione
La Pasqua in Romagna è un’esperienza che va oltre la semplice festività: è un tuffo nelle tradizioni, nei sapori e nei paesaggi di una terra autentica e accogliente. Se vuoi scoprire ancora di più su questa meravigliosa regione, continua a seguire il nostro blog!
Hai già deciso dove trascorrere la tua Pasqua in Romagna? Scrivilo nei commenti! E se cerchi un posto tranquillo dove soggiornare il Pozzo degli Aforismi è quello che fa per te.
Se cerchi una destinazione che unisca benessere, storia e panorami mozzafiato, Castrocaro Terme e Terra del Sole sono la scelta perfetta. In questo territorio, situato tra Forlì e le prime colline dell’Appennino, i due borghi ricchi di fascino, dove le terme e l’architettura rinascimentale, si fondono con un passato medievale di grande importanza.
Oggi ti porto alla scoperta di ogni angolo di questa meravigliosa destinazione, di questo territorio unico!
Un po’ di storia
La zona di Castrocaro e Terra del Sole è abitata fin dall’epoca romana, grazie alla sua posizione strategica lungo la valle del Montone. Nel Medioevo, Castrocaro divenne un importante baluardo della Repubblica Fiorentina, mentre Terra del Sole nacque nel 1564 per volere di Cosimo I de’ Medici come città fortificata perfetta, destinata a difendere i confini del Granducato di Toscana.
Ancora oggi, questi due borghi raccontano una storia affascinante attraverso le loro architetture e tradizioni.
Ben fa Bagnacaval, che non rifiglia; e mal fa Castrocaro, e peggio Conio, che di figliar tai conti più s’impiglia…
dante (purgatorio canto XIV)
Castrocaro: il fascino di un borgo medievale
Castrocaro Terme custodisce un borgo medievale affascinante, ricco di storia, arte e tradizioni.
Passeggiando per le sue vie acciottolate, si possono ammirare piazze, chiese e palazzi storici che raccontano secoli di vicende:
Chiesa SS Nicolò e Francesco Di Mongolo1984 – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org
Piazza Garibaldi e il Palazzo Piancastelli la piazza principale di Castrocaro è dominata dal Palazzo Piancastelli, questo splendido edificio è un esempio perfetto di architettura signorile dell’epoca. Nella piazza si svolgono eventi e manifestazioni che animano il centro del borgo;
la Chiesa dei SS. Nicolò e Francesco chiesa risalente al XIII secolo, custodisce importanti opere d’arte e una bellissima facciata rinascimentale. All’interno si possono ammirare pregevoli dipinti e affreschi;
il Palazzo dei Commissari un tempo sede del potere fiorentino, si affaccia su un suggestivo panorama medievale;
la Torre Campanaria invece, è un elemento caratteristico del borgo e offre una vista imperdibile sulla vallata;
il Battistero situato accanto alla chiesa, il Battistero è un edificio di grande valore storico e artistico, legato alle tradizioni religiose della comunità.
la Fortezza di Castrocaro è uno dei simboli del borgo, è una delle fortezze meglio conservate della Romagna. Costruita tra il X e il XIII secolo, offre un viaggio nel passato con le sue torri, le mura possenti e le stanze interne ancora intatte. Da qui, il panorama sulla valle è mozzafiato. Costruita tra il X e il XII secolo, la Fortezza di Castrocaro è un’imponente struttura difensiva che domina la valle. Curiosità: La Fortezza fu uno dei baluardi difensivi della Repubblica Fiorentina e venne menzionata perfino da Dante Alighieri.
Castrocaro Terme: Un’oasi di benessere
Grand Hotel terme Di Sailko – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org
Le acque termali di Castrocaro sono famose fin dall’epoca romana per le loro proprietà terapeutiche.
Nel corso del Novecento, le terme hanno vissuto il loro massimo splendore, diventando un luogo di villeggiatura per l’alta società.
Oggi, le terme continuano a essere un punto di riferimento per chi cerca cure naturali e percorsi benessere.
Il complesso termale offre piscine, trattamenti di bellezza e un moderno centro medico specializzato nella riabilitazione. Offre inoltre percorsi di benessere e trattamenti basati su acque sulfuree e fanghi naturali, perfetti per rilassarsi e rigenerarsi
Il Parco delle Terme
Un’area verde incantevole circonda le strutture termali, offrendo sentieri, piante secolari le celebri fonti di acque salsobromoiodiche, note per le loro proprietà terapeutiche e un’atmosfera di quiete assoluta.
Un’oasi verde perfetta per passeggiate e relax prima o dopo un trattamento termale.
Terra del Sole: la città ideale dei Medici
Bastione di Terra del Sole Di Sailko – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org
Terra del Sole è una cittadella fortificata voluta nel 1564, da Cosimo I De’ Medici, Granduca di Toscana, e rappresenta un capolavoro di urbanistica militare perfettamente conservata.
Con le sue mura possenti, le sue porte monumentali e suoi palazzi storici, Terra del Sole è una città fortezza che racconta una storia di potere, difesa e ingegno architettonico, un raro esempio di “città ideale” rinascimentale.
Terra del Sole, ai tempi, era un avamposto difensivo e amministrativo, concepito secondo i canoni urbanistici rinascimentali, con una pianta razionale e una netta divisione degli spazi tra funzioni civili, militari e religiose.
Le porte della città
Porta Fiorentina accoglie i visitatori con la sua imponenza. Era l’accesso principale per chi proveniva da Firenze e rappresentava un simbolo del potere mediceo sulla regione.
Porta Romana sul lato opposto, si affaccia verso Forlì, un’altra testimonianza del ruolo strategico della città-fortezza come punto di collegamento tra la Toscana e lo Stato Pontificio.
Entrambe le porte conservano ancora oggi stemmi e decorazioni dell’epoca, che raccontano il prestigio e l’importanza politica di Terra del Sole.
Palazzi storici
Il Palazzo Pretorio era il centro del potere amministrativo e giudiziario della città. Qui risiedevano i governatori fiorentini e si tenevano processi e riunioni. Oggi l’edificio ospita mostre ed eventi culturali, mantenendo vivo il legame con la storia del borgo.
Palazzo del Capitano di Artiglieria ospitava il comandante militare della cittadella e la guarnigione che difendeva Terra del Sole. La sua architettura solida e austera riflette la funzione difensiva dell’edificio.
La Pieve di Santa Reparata: il cuore religioso di Terra del Sole è una chiesa imponente a navata unica che unisce elementi rinascimentali e barocchi.
Monte Poggiolo: un’antica roccaforte nei dintorni
A pochi chilometri da Terra del Sole si trova Monte Poggiolo, un’altura strategica dove sorgeva un’antica fortezza, un vero e proprio avamposto militare.
La Rocca, in mattoni, a forma di quadrilatero irregolare ha quattro torrioni cilindrici agli angoli del fortilizio.
Questo luogo ha una storia antichissima: scavi archeologici hanno portato alla luce reperti preistorici risalenti al Paleolitico, rendendolo uno dei siti più antichi d’Europa.
Conclusione: Un viaggio tra storia, arte e relax
Castrocaro Terme e Terra del Sole sono due perle della Romagna che meritano di essere scoperte. Che tu voglia rilassarti alle terme, esplorare borghi medievali o ammirare architetture rinascimentali, qui troverai un’esperienza unica e autentica.
Sei mai stato a Castrocaro e Terra del Sole? Condividi la tua esperienza nei commenti!
Se vuoi scoprire altri angoli nascosti della Romagna, continua a seguire il blog e vieni a trovarci a Il Pozzo degli Aforismidista soli 7 km da Castrocaro, è il luogo perfetto per il tuo soggiorno in Romagna!
Se sei alla ricerca di un borgo affascinante, dove la storia incontra il buon vino e la tradizione dell’ospitalità romagnola, Bertinoro è la meta perfetta. Arroccato su una collina a pochi chilometri da Forlì e da Cesena, questo piccolo gioiello medievale offre panorami spettacolari e un’atmosfera autentica, che ti farà sentire subito a casa. Conosciuto come il “Balcone della Romagna”, Bertinoro è il luogo ideale per una gita fuori porta, un pranzo tipico con vista sulle colline o una degustazione di vini locali.
Oggi ti guiderò alla scoperta della sua storia, delle sue attrazioni principali e delle esperienze da non perdere.
Un tuffo nella storia di Bertinoro
Bertinoro ha una storia affascinante che affonda le radici nell’antichità, ma è nel Medioevo che diventa un centro strategico e ricco di fascino.
Dalle Origini al Medioevo: nel Medioevo, Bertinoro si sviluppò attorno alla sua imponente Rocca, costruita per proteggere il territorio dalle invasioni barbariche. Nel XIII secolo fu un importante centro guelfo, prima sotto il dominio della famiglia Mainardi e poi sotto il controllo della Chiesa nel 1302;
dal Rinascimento all’Ottocento: nel XV secolo, il borgo fu conquistato da Cesare Borgia, ma tornò presto sotto lo Stato Pontificio. Nei secoli successivi, Bertinoro divenne un centro religioso e culturale vivace, frequentato da studiosi e intellettuali. Con l’Unità d’Italia (1861), perse il suo ruolo strategico, ma continuò a distinguersi per la sua agricoltura e, soprattutto, per la produzione di vini pregiati come Albana e Sangiovese;
dalla Guerra ai giorni nostri: nel XX secolo, Bertinoro ha saputo valorizzare la sua storia e le sue tradizioni, trasformandosi in una meta turistica amata per il suo fascino autentico. Oggi, tra le antiche stradine e i panorami mozzafiato, Bertinoro è il luogo ideale per chi cerca storia, buon vino e un’accoglienza calorosa, proprio come vuole la tradizione romagnola.
O Bertinoro, ché non fuggi via, poi che gita se n’è la tua famiglia e molta gente per non esser ria?
Dante Alighieri, Divina Commedia, purgatorio, Canto XIV.
Cosa vedere a Bertinoro: un borgo tra storia e panorami
Passeggiare per il centro storico di Bertinoro è come fare un salto indietro nel tempo. Le sue strade lastricate, le case in pietra e gli edifici storici raccontano secoli di storia e cultura.
Il cuore di Bertinoro conserva ancora oggi la sua struttura medievale. Due delle antiche porte d’accesso, Porta San Romano e Porta Malatesta, testimoniano il passato fortificato del borgo. Questi varchi, un tempo parte delle mura difensive, introducono il visitatore in un’atmosfera d’altri tempi, tra vicoli stretti e scorci panoramici.
Piazza della Libertà e il Palazzo Comunale
Piazza della Libertà: è il cuore pulsante di Bertinoro, chiamata non a caso il “Balcone della Romagna”, da qui puoi ammirare un panorama spettacolare che si estende dalle colline romagnole fino alla costa adriatica. È il luogo perfetto per sedersi a un tavolino, gustare un buon bicchiere di vino e lasciarsi incantare dalla bellezza del paesaggio.
E’ uno dei luoghi più suggestivi del borgo.
Sulla piazza affaccia il Palazzo Comunale, edificio di origine medievale che oggi ospita l’amministrazione locale e conserva elementi architettonici di pregio.
La Torre Civica e la Rocca
Un altro simbolo di Bertinoro è la Torre Civica, che con il suo orologio scandisce il tempo della vita del borgo. Poco distante si erge la Rocca di Bertinoro, un’imponente fortezza medievale che domina il paese dall’alto della collina. Costruita tra il XII e il XIII secolo, la Rocca ha ospitato personaggi illustri come Francesco Baracca, Dante Alighieri e il Barbarossa. Oggi la Rocca ospita il Centro Universitario di Bertinoro e il Museo Interreligioso, un interessante spazio dedicato al dialogo tra Cristianesimo, Ebraismo e Islam. Dalla Rocca si gode di una vista mozzafiato.
La Cattedrale di Bertinoro e il Palazzo Ordelaffi
La Cattedrale di Santa Caterina d’Alessandria, situata poco distante dalla Rocca, è un altro luogo di interesse. Costruita nel 1500, conserva ancora oggi opere d’arte e affreschi di pregio. Accanto alla cattedrale si trova il Palazzo Ordelaffi, un tempo residenza della nobile famiglia che governò Bertinoro nel Rinascimento.
La Colonna dell’Ospitalità: il cuore dell’accoglienza romagnola
La tradizione più bella di Bertinoro è quella legata alla Colonna dell’Ospitalità, un monumento medievale che rappresenta il valore sacro dell’accoglienza.
Costruita nel 1200, questa colonna è formata da dodici anelli, ciascuno appartenente a una famiglia nobile del paese. I forestieri che arrivavano a Bertinoro potevano legare il loro cavallo a uno di questi anelli e venivano ospitati per la notte dalla famiglia corrispondente.
Ancora oggi, ogni primo weekend di settembre si celebra la Festa dell’Ospitalità, un evento che riporta in vita questa tradizione e trasforma Bertinoro in un luogo di incontro e condivisione. una festa che racconta ancora oggi lo spirito di accoglienza romagnolo.
Significato e origine del nome: Bertinoro
La leggenda narra che Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio, durante un viaggio sostò in un paesino chiamato Monte Uccellaccio. qui per ristorarla i suoi abitanti le diedero da bere un vino bianco, l’Albana, servito in un’umile coppa di terracotta e, stupita dalla sua bontà, esclamò: “Non di così rozzo calice sei degno, o vino, ma di berti in oro!” Da qui nacque il nome Bertinoro, simbolo della tradizione vinicola del borgo.
I dintorni di Bertinoro: Polenta e Fratta Terme
Il comune di Bertinoro comprende anche località suggestive come Polenta e Fratta Terme, mete perfette per una gita nei dintorni.
Polenta, il borgo di Dante: è un piccolo borgo conosciuto per la sua Pieve di San Donato, una chiesa romanica citata persino da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Questo luogo conserva un fascino mistico e una storia antichissima, ed è una meta perfetta per chi ama l’arte e la spiritualità.
Fratta Terme, benessere e relax: A pochi chilometri da Bertinoro si trova Fratta Terme, rinomata per le sue sorgenti termali. Qui è possibile concedersi una giornata di relax passeggiando nel parco termale, (13 ettari di estensione)al cui interno si trova il pozzo romano e sono distribuite diverse fontanelle di acque termali. Per i più giovani, il parco ospita un parco avventura. attualmente gli stabilimenti termali sono chiusi.
Le sagre e le tradizioni di Bertinoro
Bertinoro è un borgo che vive di tradizioni, e le sue sagre ne sono la testimonianza più autentica. Tra gli eventi più importanti troviamo:
Festa dell’Ospitalità (primo weekend di settembre): celebra l’antica tradizione dell’accoglienza con rievocazioni storiche e momenti conviviali.
Sagra della Albana e del Sangiovese (primavera): un evento dedicato ai vini simbolo della Romagna, con degustazioni e visite alle cantine.
Personaggi illustri di Bertinoro
Bertinoro ha dato i natali o è stato legato a diverse figure di rilievo nella storia e nella cultura italiana. Tra i personaggi più celebri ricordiamo:
Aldo Spallicci (1886-1973): medico, poeta e politico, Spallicci è stato un grande promotore della cultura romagnola. Ha scritto numerose poesie in dialetto e si è battuto per la valorizzazione delle tradizioni locali.
Arnaldo Pambianco (1935-2022): ciclista professionista, Pambianco ha vinto il Giro d’Italia nel 1961. La sua impresa rimane una delle più grandi pagine dello sport romagnolo, rendendolo un’icona dello sport italiano.
Francesca da Polenta, meglio conosciuta come Francesca da Rimini: protagonista di una delle storie d’amore più celebri della letteratura italiana, raccontata da Dante nella Divina Commedia. Sebbene sia più legata a Rimini, la sua famiglia, i Da Polenta, ebbero un forte legame con Bertinoro, dove risiedettero a lungo.
Questi personaggi, con le loro vite e imprese, hanno lasciato un segno nella storia di Bertinoro e contribuito a rendere ancora più affascinante questo borgo ricco di cultura e tradizione.
Conclusione: perché visitare Bertinoro?
Bertinoro è un piccolo gioiello della Romagna, perfetto per una giornata all’insegna della storia, della natura e del buon cibo. Se ami i borghi medievali, i panorami mozzafiato e i vini di qualità, non puoi perderti una visita a questo splendido paese. A Bertinoro puoi:
Passeggiare tra le stradine medievali, scoprendo scorci pittoreschi e angoli suggestivi;
visitare le cantine per una degustazione di vini locali, non te ne pentirai;
ammirare il tramonto da Piazza della Libertà, uno dei punti panoramici più belli della Romagna;
esplorare il Museo Interreligioso, un luogo unico che racconta il dialogo tra le religioni;
cenare in una delle tante osterie o ristorantini tipici.
Dove soggiornare per visitare Bertinoro?
Allora, sei pronto a scoprire il Balcone della Romagna?
Se vuoi esplorare Bertinoro e i suoi dintorni con calma, ti consiglio di scegliere Forlì come base per il tuo soggiorno. A soli 15 km di distanza, potrai goderti la tranquillità della città e raggiungere il borgo in pochi minuti di auto.
Dove dormire? Se cerchi un’accoglienza autentica e un’atmosfera unica, il posto giusto è Il Pozzo degli Aforismi, una locazione turistica accogliente e curata, perfetta per immergersi nell’anima della Romagna.
Situato nel cuore di Forlì, Il Pozzo degli Aforismi è l’ideale per chi vuole scoprire Bertinoro e i suoi dintorni, i Musei San Domenico, la Piazza Saffi e tutto il territorio romagnolo, spostandosi comodamente.
Dopo una giornata tra storia, vino e panorami mozzafiato, potrai rilassarti in un ambiente caldo e familiare, proprio come se fossi a casa. Il pozzo degli aforismi vicino a tutto lontano dalla confusione!
Quando si pensa alla Romagna, la prima immagine che viene in mente è quella delle spiagge dorate della Riviera Adriatica. Ma questa terra ha molto di più da offrire, la Romagna è una terra ricca di storia, cultura ed eccellenze gastronomiche. Chi decide di avventurarsi oltre la costa scoprirà un patrimonio inestimabile fatto di borghi medievali, città d’arte, colline dolci e tradizioni uniche che meritano di essere scoperti in ogni stagione. Qui a seguire ti guiderò alla scoperta delle meraviglie dell’entroterra romagnola, un viaggio tra natura, cultura e sapori autentici.
Ecco 10 motivi per scoprire la Romagna lontano dal mare!
borghi medievali: un viaggio nel tempo;
città d’arte scrigno di cultura;
itinerari naturalistici tra colline e parchi;
la Romagna enogastronomica: un viaggio nei sapori;
le terme e il relax;
eventi e tradizioni tutto l’anno;
strade del vino e sapori unici;
il fascino del mistero e delle leggende;
sport e avventura;
Ospitalità calorosa e autentica.
Vuoi sapere dov’è il confine tra Emilia e Romagna? Vai di casa in casa e chiedi da bere… Se ti danno l’acqua sei in Emilia, se ti offrono vino sei in Romagna
detto romagnolo
Borghi medievali: un viaggio nel tempo
La Romagna è costellata di borghi affascinanti, ognuno con la sua storia da raccontare.
San Leo è un borgo incantevole arroccato su un’imponente rupe nella Valmarecchia. Il suo castello, che fu prigione del celebre alchimista Cagliostro, offre una vista spettacolare sulla vallata.
Passeggiando tra le sue strade acciottolate, si possono visitare il Duomo romanico e la Pieve, due gioielli dell’architettura medievale.
Brisighella, tra torri e calanchi, immerso tra le colline dell’Appennino, è uno dei borghi più belli d’Italia.
Qui si può camminare lungo la suggestiva “Via degli Asini”, una strada coperta, un tempo utilizzata dai trasportatori di gesso e si possono visitare la Rocca Manfrediana e il Santuario del Monticino.
Il borgo è ricco di ristoranti enoteche e osterie dove gustare dei sapori tipici della Romagna.
Infine, non si può partire senza aver assaggiato l’olio extravergine locale, famoso in tutta Italia per la sua delicatezza.
Dozza, il borgo dipinto è un museo a cielo aperto: le sue case sono decorate da murales realizzati da artisti internazionali.
Ogni due anni, la Biennale del Muro Dipinto aggiunge nuove opere e rinfresca quelle più datate, rendendo ogni angolo di questo borgo un’esplosione di colori.
Da non perdere la Rocca Sforzesca e una visita all’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna, situata all’interno del castello.
Portico di Romagna, tra storia e natura, è un affascinante borgo medievale incastonato tra le colline dell’Appennino tosco-romagnolo. Le sue stradine in pietra, i ponti suggestivi e le case in sasso raccontano una storia antica.
Il Ponte della Maestà, che attraversa il fiume Montone, offre un panorama pittoresco perfetto per gli amanti della fotografia. Il borgo è anche noto per la sua ospitalità e per le eccellenze gastronomiche, tra cui il tartufo e la cucina tradizionale romagnola.
Le città d’arte: scrigni di storia e cultura
Forlì, Ravenna, Rimini, Cesena e Faenza sono città ricche di storia e cultura:
Ravenna è un tesoro d’arte bizantina, con otto monumenti riconosciuti dall’UNESCO. La Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia e la Basilica di Sant’Apollinare in Classe sono solo alcune delle meraviglie che raccontano la grandezza dell’antico impero bizantino. Un’esperienza unica è ammirare i mosaici dorati che illuminano gli interni delle chiese.
Forlì è una città sorprendente, con un centro storico ricco di testimonianze medievali, rinascimentali, razionaliste. Piazza Saffi, con l’Abbazia di San Mercuriale, è il cuore della città. Il Museo San Domenico ogni anno ospita mostre di rilievo internazionale ed è una tappa imperdibile per gli amanti dell’arte.
Cesena vanta uno dei tesori più preziosi d’Europa: la Biblioteca Malatestiana, la prima biblioteca pubblica d’Europa ancora perfettamente conservata. Passeggiando per il centro storico si può visitare la Rocca Malatestiana e godere della vivace atmosfera della Piazza del Popolo.
L’entroterra riminese offre luoghi incantevoli come Santarcangelo di Romagna, con i suoi vicoli suggestivi, le grotte tufacee e le botteghe artigiane. Montebello, il cui castello è famoso per la leggenda del fantasma di Azzurrina.
Faenza è una città d’arte nota in tutto il mondo per la ceramica: il MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche) ospita collezioni uniche e celebra la tradizione artigianale della città.
Itinerari naturalistici tra colline e parchi
Per gli amanti della natura, la Romagna offre paesaggi sorprendenti.
Le Foreste Casentinesi, un paradiso verde con le sue faggete secolari nel cuore dell’Appennino, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi è un luogo perfetto per chi ama la natura e il trekking. Qui si possono incontrare cervi, lupi e aquile, esplorare sentieri immersi nel verde e visitare la Diga di Ridracoli, la cascate dell’Acquacheta il Mulino Mengozzi e tanto altro;
le saline di Cervia, un ecosistema unico un’area protetta dove è possibile osservare fenicotteri rosa e altre specie rare. Un’esperienza suggestiva è la visita al tramonto, quando la luce riflette sulle vasche d’acqua salata creando paesaggi mozzafiato;
Il Parco della Vena del Gesso un’area geologica unica in Europa Questa riserva naturale ospita le grotte più spettacolari dell’Emilia-Romagna, tra cui la Grotta del Re Tiberio. Le formazioni rocciose offrono panorami unici e sono perfette per escursioni e arrampicate;
il Parco del Delta del Po, con le sue valli è un paradiso per gli amanti del birdwatching.
La Romagna enogastronomica: un viaggio nei sapori
Se c’è una cosa che la Romagna sa fare bene è il cibo!
Grazie ai tanti prodotti tipici (il formaggio di fossa, il raviggiolo, lo squacquerone, verdure come lo scalogno, la rucola, lo strigolo, il cardo di Romagna, ma anche carne di razza bovina romagnola, carne di castrato, la mora romagnola) e alle sapienti mani delle azdore che trasformano questi ingredienti in maestosi piatti, delizia per il palato, che ti faranno innamorare di questa meravigliosa terra.
La Romagna non è solo cibo, è anche vino, oltre al Sangiovese, al Trebbiano o all’Albana DOCG vini conosciuti un po’ ovunque, qui puoi gustare un calice di Burson, di Pagadebit, di Centesimino e di Cagnina, vini meno famosi, meno commerciali ma buonissimi.
Le terme e il relax
La Romagna è anche una terra di benessere e relax, una terra di terme .
Località come Castrocaro Terme, Bagno di Romagna e Riolo Terme, con le loro acque salso bromo iodiche e carbonate offrono centri termali rinomati, perfetti per trattamenti rigeneranti a base di acque termali e fanghi curativi in scenari suggestivi, perfetti per una pausa di relax.
Eventi e tradizioni tutto l’anno
La Romagna non si ferma mai!
Dalle rievocazioni storiche alle sagre dedicate ai prodotti tipici, fino agli eventi culturali ogni occasione è buona per far festa, suonare ballare e mangiare in compagnia ed ogni stagione ha qualcosa di speciale da offrire.
Fra i tantissimi eventi presenti in Romagna ti segnalo:
Sagra della Piadina (Bellaria-Igea Marina) – Aprile – Festa dedicata alla regina della cucina romagnola: la piadina!
Nove Colli (Cesenatico) – Maggio – La storica gara ciclistica che attira migliaia di partecipanti da tutto il mondo.
La Notte di San Giovanni (Cesena) – 23 giugno -Mercatini, erbe aromatiche, musica e tradizioni popolari.
Palio del Niballo (Faenza ) – giugno – rievocazione storica in costume delle giostre di origine medievale e si disputa fra cinque rioni della città
Festa dell’Ospitalità (Bertinoro) – Settembre – Celebrazione della tradizione romagnola dell’accoglienza con eventi culturali e gastronomici.
La Sagra del Tartufo di Sant’Agata Feltria: – Ottobre – Fiera dedicata al pregiato tartufo bianco con mercatini ed eventi enogastronomici.
Fiera di San Martino o Sagra dei Becchi (Santarcangelo di Romagna) – Novembre – con le corna appese sotto l’Arco di Piazza Ganganelli, simbolo dell’infedeltà coniugale.
Strade del vino e sapori unici
Le colline romagnole sono punteggiate di cantine e agriturismi dove degustare vini locali e prodotti tipici. Qui potrai percorrere sia in auto che in bicicletta la Strada dei Vini e dei Sapori:
La Strada della Romagna segue il vino Sangiovese attraverso un itinerario tra storia, arte e cultura. I vini rossi principali sono il Romagna Sangiovese DOC, la Cagnina DOC, il Bursôn (Uva Longanesi), il Centesimino e l’Uva del Tundè. Tra i bianchi spiccano il Romagna Albana DOCG, il Trebbiano DOC, il Pagadebit DOC e la DOC Colli di Faenza.
La Strada dei Vini dei Colli di Forlì e Cesena attraversa colline e borghi legati alla tradizione gastronomica romagnola. Qui si trovano vini come il Sangiovese, l’Albana, il Trebbiano, la Cagnina e il Pagadebit, perfetti da abbinare ai piatti tipici della zona, come la piadina, i passatelli e i cappelletti in brodo.
La Strada dei Vini dei Colli di Rimini si snoda tra la Valmarecchia e la valle del fiume Conca, tra borghi medievali e influenze malatestiane. Tra i rossi spiccano il Sangiovese, il Cabernet Sauvignon, il Verucchiese e il Marzabino, mentre tra i bianchi troviamo il Trebbiano Romagnolo, il Biancame e la Rebola.
Strada dell’olio
strada del formaggio di fossa di Sogliano.
Il fascino del mistero e delle leggende
La Romagna è terra di storie affascinanti. Dal Castello di Montebello con il fantasma di Azzurrina, ai racconti legati a Dante Alighieri a Ravenna, fino alle leggende di San Mercuriale a Forlì. Nei boschi dell’Appennino si narrano storie di briganti e creature leggendarie.La Romagna è terra di storie affascinanti. Un viaggio tra storia e mistero che non delude mai.La Romagna è terra di misteri e Un viaggio tra storia e mistero che non delude mai.
Sport e avventura
Per chi ama sport ed adrenalina, la Romagna grazie ai suoi paesaggi collinari e alla varietà di percorsi offre tantissime attività all’aria aperta fra cui :
trekking sugli Appennini;
escursioni in MTB nei vari parchi naturali fra cui Parco della Vena del Gesso e parco delle foreste casentinesi;
parapendio sopra Cusercoli;
passeggiate a cavallo sempre nei parchi;
percorsi per cicloturisti sulle strade che hanno visto grandi campioni come la salita al Cippo di Carpegna, amata da Pantani;
pesca sportiva.
Ospitalità calorosa e autentica
Infine, il vero valore aggiunto della Romagna sono i romagnoli!
Gente accogliente, genuina, sempre pronta a condividere un sorriso e un bicchiere di vino, soprattutto il bicchiere del vino.
Qui l’ospitalità è di casa e ti sentirai sempre il benvenuto!
La Romagna è molto più di una destinazione balneare: è un territorio da scoprire in ogni stagione, tra borghi incantati, città d’arte, paesaggi mozzafiato e una tradizione enogastronomica senza pari. Se state programmando una visita, lasciatevi conquistare dal suo fascino autentico e dai tesori che questa terra ha da offrire
Vieni a scoprire la Romagna e soggiorna al Pozzo degli Aforismi! Se vuoi vivere la Romagna in tutte le sue sfaccettature, Forlì è la base ideale per il tuo viaggio. Dopo una giornata di esplorazione, concediti un soggiorno in un luogo unico e accogliente, prenota a “Il Pozzo degli Aforismi” la tua esperienza romagnola autentica.
Nel cuore della Romagna, dove le tradizioni contadine sono ancora vive, esiste un’usanza che ogni anno, tra la fine di febbraio e i primi giorni di marzo, accende il legame con il passato: Lòm a Mêrz. Questo antico rito agricolo, il cui nome in dialetto significa “Lume a marzo”, si ripete ancora oggi nelle campagne, celebrando la fine dell’inverno e l’inizio di una nuova stagione di speranza e abbondanza.
Ma qual è l’origine di questa tradizione? Come si festeggiava un tempo e come viene celebrata oggi?Con queste mie righe ti guiderò alla scoperta di un pezzo autentico di Romagna, tra storia, folklore e sapori contadini.
Origini e significato di Lòm a Mêrz
Le radici di Lòm a Mêrz affondano in un passato lontano, quando la vita dei contadini era scandita dai ritmi della natura e la terra rappresentava la principale fonte di sostentamento.
Alla fine dell’inverno, con l’arrivo di marzo, si avvicinava il momento della semina, e i contadini sentivano il bisogno di propiziare un raccolto abbondante.
Lom, lom a marz, ogni spiga fazza un barch; un barch, un barcarol, ogni spiga un quartarol.
proverbio
Per farlo, accendevano grandi falò nei campi, simbolo di purificazione e di buon auspicio. Il fuoco, infatti, aveva un duplice scopo: da un lato allontanava gli spiriti maligni e le negatività dell’anno passato, dall’altro riscaldava la terra e segnava il ritorno della luce dopo i lunghi mesi invernali.
Questa pratica ha sicuramente origini pagane, legate ai riti agrari precristiani, ma nel tempo si è intrecciata con la cultura cristiana, diventando un momento di comunità e condivisione.
Attorno ai fuochi si riunivano intere famiglie e vicinati, per mangiare, bere e cantare, rafforzando i legami tra le persone.
Come si festeggiava un tempo
Se potessimo fare un salto indietro nel tempo e immergerci in una serata di Lòm a Mêrz di cento o duecento anni fa, ci troveremmo in una scena affascinante.
I contadini raccoglievano rami secchi, sterpaglie e vecchie fascine per creare grandi cataste di legna nei campi. Al tramonto, con un semplice gesto, il fuoco veniva acceso, e le fiamme illuminavano la notte.
Le famiglie si riunivano attorno al falò, raccontandosi storie, intonando canti popolari e condividendo il cibo preparato per l’occasione.
Uno degli elementi tipici di questa festa era la cucina contadina: si mangiavano piadina calda, formaggi, salumi e, naturalmente, si beveva vino, il robusto Sangiovese della zona. Alcune famiglie preparavano polenta, da gustare con il ragù o con il formaggio di fossa.
Il momento più atteso della serata era la danza attorno al fuoco: uomini e donne ballavano per celebrare la vita e la fertilità della terra.
Il fuoco, elemento centrale del Lòm a Mêrz, ha sempre avuto un forte valore simbolico in molte culture contadine. In Romagna, rappresentava la luce che scaccia le tenebre dell’inverno, purificando la terra e preparandola per le nuove semine. Saltare sopra le fiamme era considerato un gesto di buon auspicio e protezione per l’anno in corso, il fuoco rappresentava la rinascita ed il rinnovamento.
Oggi Lòm a Mêrz non è più una necessità agricola, un rito propiziatorio, ma rappresenta un momento di forte coesione sociale nelle comunità rurali della Romagna. Queste serate oltre a celebrare l’arrivo della primavera, cono anche l’occasione per condividere storie, leggende e tradizioni orali che vengono tramandate di generazione in generazione. Questo momento di aggregazione è fondamentale per rafforzare i legami comunitari e per mantenere viva l’identità culturale della Romagna. E’ un evento culturale che celebra la tradizione romagnola.
Dal 2000, grazie all’impegno dell’Associazione Il Lume a Marzo, questa tradizione è stata riportata in vita con una serie di eventi diffusi in tutta la Romagna.
Ogni anno, tra fine febbraio e inizio marzo, borghi e campagne si animano con rievocazioni storiche, spettacoli folkloristici e degustazioni di prodotti tipici. Ecco alcune delle località dove si festeggia Lòm a Mêrz oggi:
Santarcangelo di Romagna – Uno dei luoghi più suggestivi dove vivere questa tradizione, con eventi nel centro storico e nelle campagne circostanti;
Ravenna e dintorni – Alcuni agriturismi e associazioni organizzano serate a tema con falò, canti e racconti di storie contadine;
Cesena e Forlì – Qui la tradizione si fonde con la cultura gastronomica locale, con eventi dedicati ai sapori tipici della Romagna;
Faenza e il territorio imolese – Dove la celebrazione si intreccia con la storia medievale della città.
Durante queste serate, oltre ai falò, è possibile assistere a spettacoli di musica popolare, laboratori per bambini e racconti di antiche leggende romagnole.
Molti agriturismi e aziende agricole organizzano cene a tema, proponendo piatti della tradizione, Cerca qui la festa che fa per te
I sapori di Lòm a Mêrz: cosa mangiare
Uno degli aspetti più affascinanti di questa festa è senza dubbio il cibo.
Se vuoi vivere appieno l’esperienza di Lòm a Mêrz, e magari ricrearla a casa tua, ecco alcuni piatti tipici da gustare:
Piadina romagnola, da farcire con squacquerone, prosciutto crudo o salsiccia alla brace e cipolla;
Polenta con ragù o formaggio di fossa, un classico della cucina contadina;
Ciambella romagnola, il dolce perfetto per accompagnare un bicchiere di vino dolce;
Saba e mistocchine, la saba è uno sciroppo d’uva che si usa per dolcificare, mentre le mistocchine sono piccole focaccine a base di farina di castagne tipiche delle zona bolognese;
Vino Sangiovese, non può di certo mancare un buon bicchiere di vino rosso, simbolo della Romagna.
Se partecipi a una serata di Lòm a Mêrz, troverai sicuramente questi piatti sulle tavolate, accompagnati da canti e racconti che ti faranno sentire parte della tradizione.
Perché partecipare a Lòm a Mêrz?
Se ami la Romagna e le sue tradizioni, Lòm a Mêrz è un’esperienza che non puoi perdere. È un’occasione per:
Scoprire la cultura contadina e le sue antiche usanze;
Godersi una serata attorno al fuoco, con musica e convivialità;
Assaporare il meglio della cucina romagnola, in un’atmosfera autentica;
Visitare borghi e campagne, immergendoti in una Romagna più intima e genuina.
Ogni anno, sempre più persone si avvicinano a questa festa, riscoprendo il valore della comunità e della condivisione. Se vuoi vivere un momento autentico e speciale, segnati le date e cerca un evento vicino a te: il fuoco di Lòm a Mêrz ti aspetta per illuminare il cammino verso la primavera.
E per rendere la tua esperienza in Romagna ancora più speciale, prenota il tuo soggiorno a “Il Pozzo degli Aforismi”! Ti aspettiamo per farti sentire a casa, con il calore e l’ospitalità tipici della Romagna.
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