Forlì Razionalista: itinerario tra architetture fasciste e modernità degli anni ’30

C’è un volto di Forlì che non tutti conoscono, un volto geometrico, essenziale, austero e allo stesso tempo sorprendentemente moderno. Un volto nato negli anni ’30, quando la città fu trasformata in uno dei laboratori architettonici più importanti d’Italia.
Se ami la storia, il design e le città che raccontano il proprio passato attraverso le forme, seguimi in questo itinerario tra gli edifici razionalisti che hanno plasmato una parte significativa dell’identità urbana di Forlì.

Cos’è l’architettura razionalista?

Il Razionalismo è uno stile architettonico che nasce in Italia tra gli anni ’20 e ’30, in un contesto storico e politico ben preciso: quello del regime fascista. Ma ridurre questo stile alla sola ideologia sarebbe riduttivo.

Il razionalismo italiano, infatti, prende ispirazione dai grandi movimenti europei del primo Novecento – Bauhaus, De Stijl, il funzionalismo tedesco – e cerca di coniugare estetica e utilità, ordine e semplicità.

Linee pulite, forme geometriche, volumi essenziali, uso di materiali moderni come il cemento armato, il vetro e l’acciaio, edifici progettati per essere funzionali prima che decorativi.
Il motto “la forma segue la funzione” non era solo una dichiarazione teorica, ma una vera e propria filosofia progettuale.

Forlì e il razionalismo: una città modello

Negli anni ’30 Forlì fu al centro di un ambizioso progetto di rinnovamento urbano.

Il regime la scelse come città simbolo, anche per la sua posizione geografica e il legame diretto con Benito Mussolini, nato nella vicina Predappio. La città divenne così un “cantiere ideale” per sperimentare il nuovo stile architettonico del regime.

una gran parte della città storica venne demolita e sotto la guida del Podestà Arpinati e di architetti autorevoli come Gustavo Giovannoni, Cesare Bazzani e Cesare Valle, vennero realizzati numerosi edifici pubblici, scuole, impianti sportivi, monumenti e piazze, seguendo un disegno urbano che puntava alla funzionalità, alla monumentalità e alla chiarezza formale.

Forlì è oggi un museo a cielo aperto di architettura razionalista.

Gli edifici razionalisti da non perdere

Passeggiando per Forlì, si percepisce chiaramente questo progetto: ampi viali, simmetrie, prospettive e una coerenza stilistica sorprendente che si esalta nei suoi edifici più rappresentativi quali:

  • palazzo delle poste;
  • palazzo di giustizia;
  • collegio aeronautico;
  • ex gil, casa del balilla;
  • piazzale della vittoria;
  • giardini della resistenza;
  • mercato coperto;
  • casa del mutilato.

Palazzo delle Poste (1932)

palazzo della posta

Il Palazzo delle Poste di Forlì, progettato da Cesare Bazzani nei primi anni ’30, è uno degli esempi più significativi di architettura razionalista in città. L’edificio, a pianta rettangolare con corte interna, si sviluppa su tre piani fuori terra più un seminterrato, un sottotetto e due torrette simmetriche agli angoli.

Il prospetto principale colpisce per il suo portico a nove arcate, da cui si accede alle sale pubbliche e allo scalone monumentale. Le colonne sono rivestite in travertino e cotto, mentre gli interni presentano marmi policromi, stucchi e granito, in un perfetto equilibrio tra sobrietà e monumentalità.

Sopra le arcate si aprono finestre sovrapposte: quella inferiore con timpano, quella superiore ad arco. La finestra centrale, più ampia, ospita un balcone in travertino e granito, arricchito da uno stemma marmoreo e portabandiera.

Completano l’impianto due torrette angolari, con arcate su ogni lato e decorazioni in pietra artificiale. L’attico, sopraelevato in una fase successiva, nasconde oggi il tetto a falda che Bazzani aveva invece pensato di lasciare visibile, in dialogo con gli edifici circostanti..

L’edificio è un perfetto esempio di razionalismo monumentale: linee severe ma eleganti, spazi funzionali, una combinazione tra innovazione tecnologica e simbolismo istituzionale.
Un piccolo consiglio? Entra (se aperto) e dai uno sguardo all’atrio: è un salto negli anni ’30, con mosaici e arredi originali.

Palazzo di Giustizia (1930-1934)

A poca distanza si erge il Palazzo di Giustizia, con il suo aspetto austero e rigoroso, in perfetta sintonia con il ruolo istituzionale che rappresenta. Le ampie superfici in pietra e i volumi squadrati trasmettono un senso di ordine e autorità.

Inaugurato nel 1934, il Palazzo di Giustizia di Forlì – con le sue linee severe e simmetriche, l’utilizzo di materiali solidi come pietra e mattoni a vista, e la rigorosa modularità delle finestre – esprime pienamente lo stile e i valori dell’epoca: autorità, ordine, controllo.

L’ingresso monumentale è preceduto da una breve scalinata e dominato da un frontone spoglio, quasi a voler sottolineare l’austerità della funzione giudiziaria. Ancora oggi, la struttura conserva intatta la sua funzione originaria e rappresenta un simbolo architettonico del potere statale nell’urbanistica fascista.

Progettato come sede del Tribunale, è uno degli edifici più rappresentativi dell’epoca fascista in città. Non è solo l’imponenza a colpire, ma anche la simmetria della composizione e il gioco tra pieni e vuoti, che danno ritmo alla facciata.

Il Collegio Aeronautico: un simbolo dell’Italia moderna

Di Sailko – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=94248951

Costruito tra il 1933 e il 1935, il Collegio Aeronautico fu uno dei progetti più ambiziosi del razionalismo italiano a Forlì.

Voluto da Mussolini per formare le future élite dell’aeronautica militare, l’edificio sorge in angolo fra viale Roma e piazzale della Vittoria, in una posizione strategica che rafforza l’asse ideale tra la città e il suo territorio.

Il progetto, firmato da Cesare Valle, si sviluppa su una pianta simmetrica con corte centrale, e unisce monumentalità e funzionalità.

L’uso del travertino, delle grandi vetrate e delle linee pulite è emblematico dello stile razionalista. Il collegio ospitava aule, dormitori, una palestra e spazi ricreativi, tutti organizzati secondo una logica moderna e funzionale. Ancora oggi l’edificio, sede del Liceo classico, è considerato uno dei capolavori dell’architettura del Ventennio.

Ex GIL – Casa del Balilla (oggi Campus Universitario)

Di Marco Musmeci – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=62962763

Questo è uno dei punti più interessanti dell’itinerario. L’ex GIL (Gioventù Italiana del Littorio) fu costruita come centro sportivo, culturale e ricreativo per i giovani del regime. Oggi, dopo un sapiente restauro, ospita alcune sedi dell’Università di Bologna.

L’edificio, progettato da Cesare Valle con criteri di estrema funzionalità, presenta spazi ampi e razionali, pensati per accogliere palestre, spogliatoi, aule e ambienti ricreativi.

Lo stile architettonico, con pianta a C, è sobrio ma dinamico, con volumi semplici e ben definiti, giochi di pieni e vuoti, e grandi aperture che lasciano entrare la luce.

Le facciate, in mattoni a vista, sono scandite da moduli regolari, senza decorazioni superflue: ogni elemento ha una funzione, come vuole il principio razionalista. Il recupero e la trasformazione in polo universitario ne hanno mantenuto lo spirito originario, adattandolo alle esigenze contemporanee.

Piazzale della Vittoria e il Monumento ai Caduti

Il cuore razionalista della città è probabilmente Piazzale della Vittoria, un grande spazio urbano pensato come luogo di memoria e rappresentanza. Al centro si erge il Monumento ai Caduti, una monumentale statua in bronzo della Vittoria alata realizzata da Bernardino Boifava.

La statua domina la piazza, che si sviluppa in maniera simmetrica, con aiuole ordinate, filari di alberi e una prospettiva che si apre verso viale della Libertà, uno dei boulevard razionalisti più belli della città.
Questo è un luogo perfetto per fermarsi, osservare e fotografare: ogni angolo è una cartolina anni ’30.

I Giardini della Resistenza

Sul lato di Piazzale della Vittoria si aprono i Giardini della Resistenza, un tempo conosciuti come Giardini Pubblici della Vittoria. Questo ampio spazio verde, progettato negli anni Trenta del Novecento, fu fortemente voluto da Mussolini e concepito non solo come luogo di svago per la popolazione, ma come estensione ideologica del progetto urbanistico che univa idealmente Forlì a Predappio.

Il vialetto dei giardini sono il prolungamento di viale della Libertà (allora Viale della Stazione), asse centrale della Forlì fascista. La loro struttura – fatta di ampie scalinate, terrazze panoramiche e prospettive ordinate – si inseriva in una più ampia “linea simbolica” che partiva dalla stazione ferroviaria, attraversava Piazzale della Vittoria, proseguiva lungo i giardini e puntava idealmente verso Predappio, trasformata anch’essa in città-memoriale.

Questo percorso immaginario era parte integrante della retorica fascista: una traiettoria fisica e ideologica che celebrava l’ascesa del Duce, trasformando la città in un palcoscenico scenografico del regime.

Architettura del verde: ordine e monumentalità

Nonostante siano giardini pubblici, l’impianto compositivo richiama i criteri monumentali e razionali dell’architettura fascista:

  • scalinate in pietra che creano giochi prospettici
  • ampie terrazze affacciate su viali alberati
  • aiuole geometriche e siepi modellate
  • l’utilizzo sapiente della simmetria e della modularità

Nulla era lasciato al caso: anche il paesaggio doveva trasmettere ordine, disciplina e grandezza. Oggi, sebbene lo spirito originario si sia in parte attenuato, il disegno dei giardini è ancora leggibile e offre un affascinante esempio di architettura del paesaggio razionalista.

Dopo la caduta del regime, i giardini furono rinominati “Giardini della Resistenza”, assumendo un nuovo significato: da spazio celebrativo a luogo della memoria democratica.

Il Mercato Coperto: funzionalità e decoro urbano

Costruito negli anni Trenta nel cuore della città, il Mercato Coperto di Forlì rappresenta uno degli esempi di architettura razionalista applicata alla vita quotidiana.

Progettato per garantire igiene, ordine e funzionalità nel commercio alimentare, l’edificio rispecchia i canoni estetici dell’epoca: linee sobrie, simmetria rigorosa e un’attenzione particolare alla fruibilità degli spazi.

La struttura, ampia e ariosa, si sviluppa attorno a un corpo centrale con tetto a capanna e grandi aperture ad arco che assicurano la ventilazione naturale. L’utilizzo di mattoni a vista e cemento armato, insieme alla disposizione razionale dei banchi e dei percorsi interni, ne fa un esempio concreto di come l’architettura razionalista sapesse rispondere alle esigenze pratiche senza rinunciare a una certa eleganza urbana.

Ancora oggi, il Mercato Coperto è un luogo vivo e frequentato, un punto di incontro tra tradizione e modernità, proprio come lo immaginavano i suoi progettisti quasi un secolo fa.

La Casa del Mutilato: dignità e monumentalità

Situata in via Piero Maroncelli al n 3, la Casa del Mutilato fu progettata alla fine degli anni Trenta per ospitare l’Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra.

È uno degli edifici razionalisti più austeri di Forlì, pensato per trasmettere dignità e rispetto verso chi aveva sacrificato il proprio corpo per la Patria.

La facciata, in pietra chiara e mattoni, è severa e simmetrica, dominata da un ampio portale sormontato da un fregio scultoreo, che raffigura scene legate al sacrificio e all’eroismo. L’interno, anch’esso sobrio, custodisce spazi ampi e funzionali, pensati per accogliere uffici e sale riunioni.

Questo edificio, ancora oggi poco noto, rappresenta uno dei luoghi più intensi dal punto di vista simbolico dell’urbanistica fascista forlivese. al suo interno ospita il museo Dante Foschi e raccoglie cimeli della prima guerra mondiale, della guerra in Etiopia e del periodo fra il 1940 e 1045.

Un itinerario a piedi tra gli edifici razionalisti

Vuoi scoprire tutto questo in un pomeriggio? Ti propongo un percorso a piedi nel cuore della Forlì razionalista. È facile, pianeggiante e ti permette di attraversare la città con occhi nuovi.

Itinerario consigliato (durata: circa 1h30):

Parcheggia l’auto vicino alla stazione ferroviaria e prosegui a piedi lungo viale della Libertà per poi proseguire su Corso della Repubblica.

  1. Ex GIL e Casa del Balilla – ora sede universitaria
  2. Scuola De Amicis – architettura scolastica razionale
  3. collegio aeronautico – ora sede del liceo classico
  4. Piazzale della Vittoria – cuore del razionalismo forlivese
  5. Palazzo di Giustizia – austerità e simmetria
  6. Palazzo delle Poste – monumentalità moderna
  7. Mercato Coperto
  8. casa del mutilato
  9. infine passeggiata ai giardini della resistenza.

Perché vale la pena scoprire la Forlì razionalista?

  • È un viaggio nel tempo, in un’epoca che ha cambiato profondamente il volto delle città italiane
  • È un’occasione per ammirare architetture poco note ma di grande valore storico e artistico
  • È una miniera per chi ama la fotografia urbana, il design e le simmetrie
  • È un esempio di come l’architettura racconti la storia più di qualunque libro

Ti aspetto a Forlì!

Forlì sa stupire anche dove meno te lo aspetti. E se vuoi scoprire tutto questo dal vivo, ti aspetto a Il Pozzo degli Aforismi, la mia locazione turistica nel cuore della città. Sarà un piacere darti una mappa personalizzata e consigliarti un itinerario a tema razionalista, magari accompagnato da qualche racconto curioso su com’era la vita qui negli anni ’30.

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