Castrocaro Terme e Terra del Sole: un viaggio tra storia, benessere e bellezza medievale

Se cerchi una destinazione che unisca benessere, storia e panorami mozzafiato, Castrocaro Terme e Terra del Sole sono la scelta perfetta. In questo territorio, situato tra Forlì e le prime colline dell’Appennino, i due borghi ricchi di fascino, dove le terme e l’architettura rinascimentale, si fondono con un passato medievale di grande importanza.

Oggi ti porto alla scoperta di ogni angolo di questa meravigliosa destinazione, di questo territorio unico!

Un po’ di storia

La zona di Castrocaro e Terra del Sole è abitata fin dall’epoca romana, grazie alla sua posizione strategica lungo la valle del Montone. Nel Medioevo, Castrocaro divenne un importante baluardo della Repubblica Fiorentina, mentre Terra del Sole nacque nel 1564 per volere di Cosimo I de’ Medici come città fortificata perfetta, destinata a difendere i confini del Granducato di Toscana.

Ancora oggi, questi due borghi raccontano una storia affascinante attraverso le loro architetture e tradizioni.

Castrocaro: il fascino di un borgo medievale

Castrocaro Terme custodisce un borgo medievale affascinante, ricco di storia, arte e tradizioni.

Passeggiando per le sue vie acciottolate, si possono ammirare piazze, chiese e palazzi storici che raccontano secoli di vicende:

Chiesa SS Nicolò e Francesco Di Mongolo1984 – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org
  • Piazza Garibaldi e il Palazzo Piancastelli la piazza principale di Castrocaro è dominata dal Palazzo Piancastelli, questo splendido edificio è un esempio perfetto di architettura signorile dell’epoca. Nella piazza si svolgono eventi e manifestazioni che animano il centro del borgo;
  • la Chiesa dei SS. Nicolò e Francesco chiesa risalente al XIII secolo, custodisce importanti opere d’arte e una bellissima facciata rinascimentale. All’interno si possono ammirare pregevoli dipinti e affreschi;
  • il Palazzo dei Commissari un tempo sede del potere fiorentino, si affaccia su un suggestivo panorama medievale;
  • la Torre Campanaria invece, è un elemento caratteristico del borgo e offre una vista imperdibile sulla vallata;
  • il Battistero situato accanto alla chiesa, il Battistero è un edificio di grande valore storico e artistico, legato alle tradizioni religiose della comunità.
  • la Fortezza di Castrocaro è uno dei simboli del borgo, è una delle fortezze meglio conservate della Romagna. Costruita tra il X e il XIII secolo, offre un viaggio nel passato con le sue torri, le mura possenti e le stanze interne ancora intatte. Da qui, il panorama sulla valle è mozzafiato. Costruita tra il X e il XII secolo, la Fortezza di Castrocaro è un’imponente struttura difensiva che domina la valle. Curiosità: La Fortezza fu uno dei baluardi difensivi della Repubblica Fiorentina e venne menzionata perfino da Dante Alighieri.

Castrocaro Terme: Un’oasi di benessere

Grand Hotel terme Di Sailko – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org

Le acque termali di Castrocaro sono famose fin dall’epoca romana per le loro proprietà terapeutiche.

Nel corso del Novecento, le terme hanno vissuto il loro massimo splendore, diventando un luogo di villeggiatura per l’alta società.

Oggi, le terme continuano a essere un punto di riferimento per chi cerca cure naturali e percorsi benessere.

Il complesso termale offre piscine, trattamenti di bellezza e un moderno centro medico specializzato nella riabilitazione. Offre inoltre percorsi di benessere e trattamenti basati su acque sulfuree e fanghi naturali, perfetti per rilassarsi e rigenerarsi

Il Parco delle Terme

Un’area verde incantevole circonda le strutture termali, offrendo sentieri, piante secolari le celebri fonti di acque salsobromoiodiche, note per le loro proprietà terapeutiche e un’atmosfera di quiete assoluta.

Un’oasi verde perfetta per passeggiate e relax prima o dopo un trattamento termale.

Terra del Sole: la città ideale dei Medici

Bastione di Terra del Sole Di Sailko – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org

Terra del Sole è una cittadella fortificata voluta nel 1564, da Cosimo I De’ Medici, Granduca di Toscana, e rappresenta un capolavoro di urbanistica militare perfettamente conservata.

Con le sue mura possenti, le sue porte monumentali e suoi palazzi storici, Terra del Sole è una città fortezza che racconta una storia di potere, difesa e ingegno architettonico, un raro esempio di “città ideale” rinascimentale.

Terra del Sole, ai tempi, era un avamposto difensivo e amministrativo, concepito secondo i canoni urbanistici rinascimentali, con una pianta razionale e una netta divisione degli spazi tra funzioni civili, militari e religiose.

Le porte della città

Porta Fiorentina accoglie i visitatori con la sua imponenza. Era l’accesso principale per chi proveniva da Firenze e rappresentava un simbolo del potere mediceo sulla regione.

Porta Romana sul lato opposto, si affaccia verso Forlì, un’altra testimonianza del ruolo strategico della città-fortezza come punto di collegamento tra la Toscana e lo Stato Pontificio.

Entrambe le porte conservano ancora oggi stemmi e decorazioni dell’epoca, che raccontano il prestigio e l’importanza politica di Terra del Sole.

Palazzi storici

Il Palazzo Pretorio era il centro del potere amministrativo e giudiziario della città. Qui risiedevano i governatori fiorentini e si tenevano processi e riunioni. Oggi l’edificio ospita mostre ed eventi culturali, mantenendo vivo il legame con la storia del borgo.

Palazzo del Capitano di Artiglieria ospitava il comandante militare della cittadella e la guarnigione che difendeva Terra del Sole. La sua architettura solida e austera riflette la funzione difensiva dell’edificio.

La Pieve di Santa Reparata: il cuore religioso di Terra del Sole è una chiesa imponente a navata unica che unisce elementi rinascimentali e barocchi.

Monte Poggiolo: un’antica roccaforte nei dintorni

A pochi chilometri da Terra del Sole si trova Monte Poggiolo, un’altura strategica dove sorgeva un’antica fortezza, un vero e proprio avamposto militare.

La Rocca, in mattoni, a forma di quadrilatero irregolare ha quattro torrioni cilindrici agli angoli del fortilizio.

Questo luogo ha una storia antichissima: scavi archeologici hanno portato alla luce reperti preistorici risalenti al Paleolitico, rendendolo uno dei siti più antichi d’Europa.

Conclusione: Un viaggio tra storia, arte e relax

Castrocaro Terme e Terra del Sole sono due perle della Romagna che meritano di essere scoperte. Che tu voglia rilassarti alle terme, esplorare borghi medievali o ammirare architetture rinascimentali, qui troverai un’esperienza unica e autentica.

Sei mai stato a Castrocaro e Terra del Sole? Condividi la tua esperienza nei commenti!

Se vuoi scoprire altri angoli nascosti della Romagna, continua a seguire il blog e vieni a trovarci a Il Pozzo degli Aforismi dista soli 7 km da Castrocaro, è il luogo perfetto per il tuo soggiorno in Romagna!

L’Abbazia di San Mercuriale: Un Viaggio nel Cuore di Forlì

Il simbolo per eccellenza di Forlì è senza dubbio l’Abbazia di San Mercuriale, un luogo che racconta secoli di storia, arte e leggenda. Con il suo maestoso campanile che domina la città, questo straordinario complesso medievale è una tappa imperdibile per chi visita Forlì.

Scopriamo insieme la storia, l’arte e le leggende che circondano questo gioiello medievale, immergendoci in un viaggio dalle sue origini fino ai giorni nostri.

Un tuffo nel passato: le origini dell’Abbazia

Immagina di trovarti in un’epoca lontana, agl’inizi del cristianesimo, quando Forlì era ancora un piccolo centro abitato, in crescita, sotto l’Impero Romano. L’Abbazia di San Mercuriale sorgeva allora al di fuori delle mura cittadine, separata dal resto della città dal placido scorrere del canale di Ravaldino, l’attuale Piazza Saffi era un grande orto.

Questo luogo di culto era un punto di riferimento per la comunità cristiana locale guidata da San Mercuriale.

La storia dell’Abbazia è avvolta nel mistero, e ancora oggi gli studiosi si interrogano sulle sue origini. Alcuni ritengono che la prima cattedrale di Forlì sorgesse proprio qui, prima di essere trasferita nell’attuale Duomo di Forlì. Altri, invece, sostengono che l’Abbazia fosse un semplice centro plebano fuori città.

Fotografia di inizio Novecento che mostra come appariva l'abbazia (prima dei lavori di restauro del 1921) dopo secoli di continui rimaneggiamenti - wikipedia commons
Fotografia di inizio Novecento che mostra come appariva l’abbazia (prima dei lavori di restauro del 1921) dopo secoli di continui rimaneggiamenti – wikipedia commons

Una cosa è certa: questo luogo ha un fascino antico e suggestivo, che ci riporta alle radici della nostra civiltà.

Un’evoluzione continua: l’Abbazia dal Medioevo ai giorni nostri

Nel corso dei secoli, l’Abbazia ha subito numerosi interventi di restauro e trasformazioni, che ne hanno modificato e ampliato l’aspetto e la funzione.

  • Nel Medioevo, dopo un devastante incendio nel 1173, l’Abbazia fu ricostruita in stile romanico e divenne un importante centro monastico benedettino, oltre che un punto di riferimento per i pellegrini che percorrevano la via Romea. I monaci benedettini residenti non solo si dedicavano alla preghiera, ma erano impegnati nella trascrizione di manoscritti e nell’amministrazione della città, contribuendo allo sviluppo della comunità locale;
  • nel Rinascimento, grazie al mecenatismo delle famiglie nobili locali, l’Abbazia si arricchì di cappelle e opere d’arte, ma nonostante i numerosi interventi ha sempre mantenuto il suo fascino austero e solenne;
  • durante l’occupazione napoleonica, i monaci furono espulsi e l’abbazia subì danni e spoliazione di beni;
  • tra il XIX e il XX secolo, pur rimanendo parrocchia, perse il suo ruolo di centro monastico. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i bombardamenti alleati causarono gravi danni all’edificio. Nel 1958 papa Giovanni XXIII la elevò alla dignità di basilica minore;
  • Oggi L’abbazia di San Mercuriale è un importante simbolo di Forlì e un luogo di culto attivo.

Un gioiello architettonico: l’esterno della chiesa

Di Sailko Opera propria, CC BY-SA 4.0 commons.wikimedia.org

L’esterno della chiesa colpisce per la sua semplicità e solidità. La facciata in mattoni a vista, tipica dell’architettura romanica, è scandita da archetti ciechi e lesene che ne accentuano la verticalità.

Al centro si apre un elegante portale in marmo bianco, impreziosito da bassorilievi raffiguranti scene bibliche e motivi simbolici. Sopra il portale si trova un rosone che illumina l’interno della chiesa con una luce soffusa e mistica.

Lasciatemelo dire: San Mercuriale è un vero e proprio spettacolo per gli occhi!

Il Campanile: la torre che domina Forlì

Il Campanile di San Mercuriale domina il panorama della città ed è visibile da chilometri di distanza.

Costruito nel 1180, questo capolavoro dell’architettura romanica lombarda alto circa 75 metri, è uno dei più alti d’Italia tra quelli in stile romanico.

Di Sailko – Opera propria, CC BY-SA 4.0, commons.wikimedia.org

La struttura del campanile, con la sua solida muratura in mattoni, con bifore e trifore che si alternano lungo i piani superiori, conferisce alla torre una leggerezza visiva che contrasta con la sua massiccia imponenza.

La sua costruzione ha richiesto grande maestria ingegneristica, con soluzioni architettoniche atte a garantirne la stabilità nonostante l’altezza. E’ un perfetto esempio dell’architettura medievale pensata per durare nei secoli.

Questo capolavoro dell’architettura romanica, con la sua forma slanciata e la sua guglia in mattoni, è stato preso a modello per la ricostruzione del campanile di San Marco a Venezia.

Per chi ama le sfide, è possibile salire i suoi numerosi gradini e godere di una vista spettacolare su Forlì e sulle dolci colline romagnole. Dalla sua sommità, nelle giornate più limpide, è persino possibile scorgere il Mar Adriatico all’orizzonte.

Il chiostro e il convento: un’oasi di pace

Varcando l’ingresso laterale, si accede al chiostro: uno degli angoli più suggestivi dell’abbazia.

Qui, il tempo sembra fermarsi: le colonne in cotto finemente decorate sorreggono arcate armoniose che delimitano uno spazio verde, perfetto per una pausa meditativa.

Un tempo, il chiostro era il cuore della vita monastica, un luogo di preghiera ,studio e lavoro per i frati benedettini.

Al centro del chiostro si trova un antico pozzo, utilizzato per raccogliere l’acqua piovana, a testimonianza dell’autosufficienza della comunità.

Oggi il chiostro è un luogo aperto ai visitatori, ideale per una pausa contemplativa o per immergersi nella storia dell’abbazia.

L’interno della chiesa: un tesoro d’arte

Entrando nell’abbazia, si viene subito avvolti da un’atmosfera solenne e antica. La navata centrale, con le sue colonne in mattoni e le luci soffuse che filtrano dalle vetrate, trasporta il visitatore direttamente nel cuore del Medioevo.

Le tre navate, sorrette da possenti colonne, conducono lo sguardo verso l’altare maggiore, dove si trova il sarcofago di San Mercuriale, una straordinaria opera in marmo del XIII secolo, decorata con scene della vita del santo.

Di Sailko – Opera propria, CC BY-SA 4.0, – commons.wikimedia.org

Passeggiando tra le navate dell’Abbazia, possiamo ammirare le testimonianze delle diverse epoche, dalle colonne romaniche del portale alle lunette affrescate del chiostro, dalle pale d’altare rinascimentali ai monumenti funebri di illustri personaggi.

L’interno dell’Abbazia è un vero e proprio scrigno d’arte, dove possiamo ammirare opere di grandi maestri del passato:

  • La navata destra ospita il monumento funebre di Barbara Manfredi, un capolavoro rinascimentale in marmo, realizzato per la giovane moglie di Pino III Ordelaffi, signore di Forlì. La delicatezza dei dettagli lo rende una delle opere più raffinate del periodo. La cappella del Palmezzano, con affreschi e pale d’altare di questo celebre pittore forlivese.
  • La navata centrale, invece, è un trionfo di affreschi, con le 23 lunette che raccontano la vita di San Giovanni Gualberto.
  • Infine, la navata sinistra ci conduce alla cappella del Santissimo Sacramento e alla cappella Ferri, dove possiamo ammirare altre opere d’arte di grande valore.

Ogni angolo dell’Abbazia racconta una storia, e ci invita a riflettere sul nostro passato.
Tra le opere d’arte custodite all’interno spiccano:

  • numerose opere del XIV secolo, attribuiti alla scuola riminese, che narrano episodi biblici con colori vivaci e dettagli raffinati;
  • il crocifisso ligneo medievale, un’opera di grande intensità espressiva che richiama la devozione popolare dell’epoca;
  • l’affresco della Madonna con Bambino, attribuito alla scuola di Giotto, questa splendida raffigurazione è una delle più importanti testimonianze dell’arte sacra a Forlì;
  • l’Arca di San Mercuriale: un’opera gotica che custodisce le reliquie del santo patrono della città.

Perché l’Abbazia è dedicata a San Mercuriale?

L’Abbazia prende il nome da San Mercuriale, primo vescovo di Forlì e figura centrale nella diffusione del cristianesimo in città. Secondo la tradizione, Mercuriale visse tra il IV e il V secolo e si distinse per la sua opera di evangelizzazione e protezione della comunità cristiana locale.

Una delle leggende più affascinanti narra che il Santo abbia sconfitto un drago che minacciava Forlì, simbolo del paganesimo e delle eresie dell’epoca.

Dopo la sua morte, le sue spoglie furono venerate dai fedeli e sepolte proprio nell’area dove oggi sorge l’Abbazia. Nei secoli successivi, la chiesa divenne un importante luogo di pellegrinaggio e il nome di San Mercuriale rimase legato indissolubilmente alla città.

Ancora oggi, la sua figura è venerata come protettore di Forlì e la sua storia si intreccia con le radici più profonde della città.

Leggende e curiosità

Forlì è una città ricca di leggende, e San Mercuriale non fa eccezione.

Oltre a quella appena citata del Santo che sconfigge il drago, una delle curiosità più suggestive narra dell’esistenza di cripte segrete e passaggi sotterranei che collegavano l’abbazia alla Rocca di Ravaldino, residenza della celebre Caterina Sforza.

Sebbene non vi siano prove concrete, questa ipotesi affascina storici e appassionati di misteri.

Un episodio storico di grande impatto è quello legato alla Seconda Guerra Mondiale.

Nel novembre del 1944, le truppe tedesche in ritirata, minarono il campanile, che rappresentava un punto di riferimento strategico per l’artiglieria nemica, per raderlo al suolo.

In questa situazione drammatica, intervenne Don Pippo (Monsignor Giuseppe Prati), figura carismatica e determinata, che si adoperò per scongiurare la distruzione del campanile. Grazie alla sua mediazione con gli ufficiali tedeschi, riuscì a convincerli a risparmiare l’edificio.

Grazie all’opera di Don Pippo, il campanile di San Mercuriale rimase in piedi. La cittadinanza, riconoscente di questo gesto, ha sempre apprezzato il suo eroismo, tanto da dedicargli la piazza attigua alla chiesa.

Un luogo da vivere

Oggi, l’Abbazia di San Mercuriale è un luogo vivo e pulsante, che continua a svolgere un ruolo importante nella vita della città. Oltre ad essere un luogo di culto, l’Abbazia ospita eventi culturali e mostre d’arte, che ne fanno un punto di riferimento per la comunità locale e per i visitatori.

Dopo la visita, a questo luogo magico, simbolo della città, concediti una passeggiata in Piazza Saffi e magari una sosta in uno dei caffè storici per assaporare l’atmosfera unica di questa città.

Spero che questo mio scritto ti sia piaciuto e ti abbia fatto venire voglia di visitare l’Abbazia di San Mercuriale. Ti aspetto a Forlì, per scoprire insieme le meraviglie di questa città.

Se vuoi scoprire di più su Forlì e sulla Romagna, continua a seguire il nostro blog e a condividere i nostri post.

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Cappelletti: un simbolo della cucina romagnola

Se c’è un piatto che racconta la Romagna autentica, quello è senza dubbio il cappelletto. Protagonista dei pranzi domenicali e delle festività, il cappelletto in brodo è una tradizione che resiste al tempo. Il suo nome deriva dalla forma che ricorda un piccolo cappello, ma attenzione a non confonderlo con il tortellino bolognese, con cui ha molte differenze.

In questo mio scritto ti farò scoprire la storia di questa specialità, le sue peculiarità rispetto al tortellino e, naturalmente, ti lascio la ricetta autentica per prepararlo a casa.

Storia e origini dei cappelletti romagnoli

I cappelletti hanno una lunga storia che affonda le radici nel Medioevo.

La prima testimonianza scritta risale al XV secolo, ma è nel XIX secolo, con il celebre gastronomo Pellegrino Artusi, che il piatto trova la sua consacrazione. Artusi, nel suo libro La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, descrive una ricetta dei cappelletti romagnoli, evidenziandone il ripieno a base di formaggi e petto di cappone.

Nella tradizione popolare, il cappelletto era, ed è tutt’oggi considerato un piatto di festa, servito soprattutto nei pranzi di Natale e nelle ricorrenze di famiglia, ma oggi è un’icona della cucina romagnola in tutte le stagioni.

Cappelletti vs. Tortellini: le differenze fondamentali

Una delle domande più frequenti riguarda la differenza tra cappelletti romagnoli e tortellini bolognesi. Ecco i principali aspetti distintivi:

  • Ripieno:
    • I cappelletti romagnoli hanno un ripieno a base di formaggi (ricotta, formaggio morbido e parmigiano), noce moscata e talvolta petto di cappone.
    • I tortellini bolognesi contengono carne maiale (lombetto, prosciutto crudo e mortadella).
  • Sfoglia:
    • La pasta dei cappelletti è leggermente più spessa, per esaltare il ripieno.
    • Quella dei tortellini è più sottile e raffinata.

Modo di servirli: Sia i cappelletti che i tortellini sono tradizionalmente serviti in brodo di cappone o manzo..

La ricetta autentica dei cappelletti romagnoli

Come per la Piadina Romagnola, ogni Azdora ha la sua ricetta di famiglia, rigorosamente segreta; c’è chi mette la noce moscata e chi una grattatina di scorza di limone, chi usa il raviggiolo e chi lo squacquerone o lo stracchino e chi segue la ricetta di “Pellegrino Artusi” e chi sostituisce il petto di cappone con mortadella tritata.

Poi ci sono le “discussioni” sulle dimensioni chi li fa piccolissimi e chi un pò più grandicelli.

Se vuoi preparare i veri cappelletti di Romagna, ecco la ricetta tradizionale più diffusa.

Ingredienti per la pasta (per 4 persone):

  • 400 g di farina 00
  • 4 uova
  • Un pizzico di sale

Ingredienti per il Compenso (ripieno):

  • 200 g di formaggio morbido (raviggiolo/squacquerone/stracchino);
  • 200 g di ricotta;
  • 150 g di parmigiano grattugiato;
  • un pizzico di noce moscata;
  • un pizzico di sale;
  • un pizzico di pepe;
  • una grattatina di scorza di limone (opzionale).

Ingredienti per il brodo:

  • Per un buon brodo ci vuole un assortimento di carne (muscolo, punta di petto, biancostato, polpa di spalla, nervetti, osso, lingua e cappone)
  • cipolla,
  • sedano,
  • carota e odori a scelta (ad esempio grani di pepe e chiodi di garofano)
  • sale grosso q.b.

Preparazione:

  1. Per prima cosa preparare il brodo seguendo la ricetta della tradizione;
  2. Preparare il ripieno: mescolare ricotta, raviggiolo, parmigiano, uovo, noce moscata, sale e pepe fino a ottenere un composto omogeneo.
  3. Preparare la sfoglia: disporre la farina a fontana, rompere le uova al centro e impastare fino a ottenere un composto liscio ed elastico.
  4. Stendere la sfoglia sottile e ritagliare quadratini di circa 4/6 cm per lato.
  5. Farcire i quadratini con un cucchiaino di ripieno, piegarli a triangolo e chiuderli unendo le due estremità per formare il classico “cappelletto”.
  6. Cuocere i cappelletti in brodo per circa 5 minuti e servire caldi.

Come gustarli al meglio ?

I cappelletti si gustano tradizionalmente in brodo di carne , cappone o di manzo, ma oggi esistono anche versioni più moderne con condimenti diversi e freschi da essere gustati anche nei periodo estivi. Sono ottimi serviti anche con panna e parmigiano, panna e prosciutto, ragù o pasticciati (panna e ragù).

Per un’esperienza autentica, accompagnali con un buon bicchiere di Sangiovese di Romagna o con un bianco come l’Albana Secco.

Dove gustare i veri cappelletti in Romagna

Per assaporare i cappelletti romagnoli nella loro forma più autentica, il consiglio è di provarli nelle trattorie e agriturismi della Romagna, dove la tradizione si tramanda da generazioni. Ogni zona ha le sue varianti e segreti di famiglia, ma il risultato è sempre lo stesso: un piatto ricco di storia e sapore.

Se vuoi vivere un’esperienza completa, molte di queste realtà offrono la possibilità di assistere alla preparazione dei cappelletti, dalle sapienti mani di una “vera sfoglina romagnola“, che con maestria crea la pasta fresca e chiude ogni cappelletto a mano.

Un’occasione perfetta per immergersi nella cultura gastronomica locale!

E se vuoi goderti il meglio della Romagna, soggiorna a Il Pozzo degli Aforismi di Forlì, è l’ideale per scoprire la Romagna e il suo territorio.Vicino a tutto, lontano dalla confusione” qui potrai rilassarti in un ambiente caldo e familiare, proprio come se fossi a casa.

Conclusione

I cappelletti di Romagna sono un piatto che racchiude storia, tradizione e autentico sapore romagnolo. Se non li hai mai provati, è il momento giusto per farlo! Puoi prepararli in casa seguendo la ricetta o venire a gustarli nelle migliori trattorie della nostra terra. Buon appetito!

NB le sapienti mani che vedi nell’immagine multipla sono della Chef Barbara Lucchi del ristorante “La vecia cantena d’la pre’ ” a Predappio Alta.

Bertinoro tra storia, vino e panorami mozzafiato

Se sei alla ricerca di un borgo affascinante, dove la storia incontra il buon vino e la tradizione dell’ospitalità romagnola, Bertinoro è la meta perfetta. Arroccato su una collina a pochi chilometri da Forlì e da Cesena, questo piccolo gioiello medievale offre panorami spettacolari e un’atmosfera autentica, che ti farà sentire subito a casa. Conosciuto come il “Balcone della Romagna”, Bertinoro è il luogo ideale per una gita fuori porta, un pranzo tipico con vista sulle colline o una degustazione di vini locali.

Oggi ti guiderò alla scoperta della sua storia, delle sue attrazioni principali e delle esperienze da non perdere.

Un tuffo nella storia di Bertinoro

Bertinoro ha una storia affascinante che affonda le radici nell’antichità, ma è nel Medioevo che diventa un centro strategico e ricco di fascino.

  • Dalle Origini al Medioevo: nel Medioevo, Bertinoro si sviluppò attorno alla sua imponente Rocca, costruita per proteggere il territorio dalle invasioni barbariche. Nel XIII secolo fu un importante centro guelfo, prima sotto il dominio della famiglia Mainardi e poi sotto il controllo della Chiesa nel 1302;
  • dal Rinascimento all’Ottocento: nel XV secolo, il borgo fu conquistato da Cesare Borgia, ma tornò presto sotto lo Stato Pontificio. Nei secoli successivi, Bertinoro divenne un centro religioso e culturale vivace, frequentato da studiosi e intellettuali. Con l’Unità d’Italia (1861), perse il suo ruolo strategico, ma continuò a distinguersi per la sua agricoltura e, soprattutto, per la produzione di vini pregiati come Albana e Sangiovese;
  • dalla Guerra ai giorni nostri: nel XX secolo, Bertinoro ha saputo valorizzare la sua storia e le sue tradizioni, trasformandosi in una meta turistica amata per il suo fascino autentico. Oggi, tra le antiche stradine e i panorami mozzafiato, Bertinoro è il luogo ideale per chi cerca storia, buon vino e un’accoglienza calorosa, proprio come vuole la tradizione romagnola.

Cosa vedere a Bertinoro: un borgo tra storia e panorami

Passeggiare per il centro storico di Bertinoro è come fare un salto indietro nel tempo. Le sue strade lastricate, le case in pietra e gli edifici storici raccontano secoli di storia e cultura.

Il cuore di Bertinoro conserva ancora oggi la sua struttura medievale. Due delle antiche porte d’accesso, Porta San Romano e Porta Malatesta, testimoniano il passato fortificato del borgo. Questi varchi, un tempo parte delle mura difensive, introducono il visitatore in un’atmosfera d’altri tempi, tra vicoli stretti e scorci panoramici.

Piazza della Libertà e il Palazzo Comunale

Piazza della Libertà: è il cuore pulsante di Bertinoro, chiamata non a caso il “Balcone della Romagna”, da qui puoi ammirare un panorama spettacolare che si estende dalle colline romagnole fino alla costa adriatica. È il luogo perfetto per sedersi a un tavolino, gustare un buon bicchiere di vino e lasciarsi incantare dalla bellezza del paesaggio.

E’ uno dei luoghi più suggestivi del borgo.

Sulla piazza affaccia il Palazzo Comunale, edificio di origine medievale che oggi ospita l’amministrazione locale e conserva elementi architettonici di pregio.

La Torre Civica e la Rocca

Un altro simbolo di Bertinoro è la Torre Civica, che con il suo orologio scandisce il tempo della vita del borgo. Poco distante si erge la Rocca di Bertinoro, un’imponente fortezza medievale che domina il paese dall’alto della collina. Costruita tra il XII e il XIII secolo, la Rocca ha ospitato personaggi illustri come Francesco Baracca, Dante Alighieri e il Barbarossa. Oggi la Rocca ospita il Centro Universitario di Bertinoro e il Museo Interreligioso, un interessante spazio dedicato al dialogo tra Cristianesimo, Ebraismo e Islam. Dalla Rocca si gode di una vista mozzafiato.

La Cattedrale di Bertinoro e il Palazzo Ordelaffi

La Cattedrale di Santa Caterina d’Alessandria, situata poco distante dalla Rocca, è un altro luogo di interesse. Costruita nel 1500, conserva ancora oggi opere d’arte e affreschi di pregio. Accanto alla cattedrale si trova il Palazzo Ordelaffi, un tempo residenza della nobile famiglia che governò Bertinoro nel Rinascimento.

La Colonna dell’Ospitalità: il cuore dell’accoglienza romagnola

La tradizione più bella di Bertinoro è quella legata alla Colonna dell’Ospitalità, un monumento medievale che rappresenta il valore sacro dell’accoglienza.

Costruita nel 1200, questa colonna è formata da dodici anelli, ciascuno appartenente a una famiglia nobile del paese. I forestieri che arrivavano a Bertinoro potevano legare il loro cavallo a uno di questi anelli e venivano ospitati per la notte dalla famiglia corrispondente.

Ancora oggi, ogni primo weekend di settembre si celebra la Festa dell’Ospitalità, un evento che riporta in vita questa tradizione e trasforma Bertinoro in un luogo di incontro e condivisione. una festa che racconta ancora oggi lo spirito di accoglienza romagnolo.

Significato e origine del nome: Bertinoro

La leggenda narra che Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio, durante un viaggio sostò in un paesino chiamato Monte Uccellaccio. qui per ristorarla i suoi abitanti le diedero da bere un vino bianco, l’Albana, servito in un’umile coppa di terracotta e, stupita dalla sua bontà, esclamò: “Non di così rozzo calice sei degno, o vino, ma di berti in oro!” Da qui nacque il nome Bertinoro, simbolo della tradizione vinicola del borgo.

I dintorni di Bertinoro: Polenta e Fratta Terme

Il comune di Bertinoro comprende anche località suggestive come Polenta e Fratta Terme, mete perfette per una gita nei dintorni.

  • Polenta, il borgo di Dante: è un piccolo borgo conosciuto per la sua Pieve di San Donato, una chiesa romanica citata persino da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Questo luogo conserva un fascino mistico e una storia antichissima, ed è una meta perfetta per chi ama l’arte e la spiritualità.
  • Fratta Terme, benessere e relax: A pochi chilometri da Bertinoro si trova Fratta Terme, rinomata per le sue sorgenti termali. Qui è possibile concedersi una giornata di relax passeggiando nel parco termale, (13 ettari di estensione)al cui interno si trova il pozzo romano e sono distribuite diverse fontanelle di acque termali. Per i più giovani, il parco ospita un parco avventura. attualmente gli stabilimenti termali sono chiusi.

Le sagre e le tradizioni di Bertinoro

Bertinoro è un borgo che vive di tradizioni, e le sue sagre ne sono la testimonianza più autentica. Tra gli eventi più importanti troviamo:

  • Festa dell’Ospitalità (primo weekend di settembre): celebra l’antica tradizione dell’accoglienza con rievocazioni storiche e momenti conviviali.
  • Sagra della Albana e del Sangiovese (primavera): un evento dedicato ai vini simbolo della Romagna, con degustazioni e visite alle cantine.

Personaggi illustri di Bertinoro

Bertinoro ha dato i natali o è stato legato a diverse figure di rilievo nella storia e nella cultura italiana. Tra i personaggi più celebri ricordiamo:

  • Aldo Spallicci (1886-1973): medico, poeta e politico, Spallicci è stato un grande promotore della cultura romagnola. Ha scritto numerose poesie in dialetto e si è battuto per la valorizzazione delle tradizioni locali.
  • Arnaldo Pambianco (1935-2022): ciclista professionista, Pambianco ha vinto il Giro d’Italia nel 1961. La sua impresa rimane una delle più grandi pagine dello sport romagnolo, rendendolo un’icona dello sport italiano.
  • Francesca da Polenta, meglio conosciuta come Francesca da Rimini: protagonista di una delle storie d’amore più celebri della letteratura italiana, raccontata da Dante nella Divina Commedia. Sebbene sia più legata a Rimini, la sua famiglia, i Da Polenta, ebbero un forte legame con Bertinoro, dove risiedettero a lungo.

Questi personaggi, con le loro vite e imprese, hanno lasciato un segno nella storia di Bertinoro e contribuito a rendere ancora più affascinante questo borgo ricco di cultura e tradizione.

Conclusione: perché visitare Bertinoro?

Bertinoro è un piccolo gioiello della Romagna, perfetto per una giornata all’insegna della storia, della natura e del buon cibo. Se ami i borghi medievali, i panorami mozzafiato e i vini di qualità, non puoi perderti una visita a questo splendido paese. A Bertinoro puoi:

  • Passeggiare tra le stradine medievali, scoprendo scorci pittoreschi e angoli suggestivi;
  • visitare le cantine per una degustazione di vini locali, non te ne pentirai;
  • ammirare il tramonto da Piazza della Libertà, uno dei punti panoramici più belli della Romagna;
  • esplorare il Museo Interreligioso, un luogo unico che racconta il dialogo tra le religioni;
  • cenare in una delle tante osterie o ristorantini tipici.

Dove soggiornare per visitare Bertinoro?

Allora, sei pronto a scoprire il Balcone della Romagna?

Se vuoi esplorare Bertinoro e i suoi dintorni con calma, ti consiglio di scegliere Forlì come base per il tuo soggiorno. A soli 15 km di distanza, potrai goderti la tranquillità della città e raggiungere il borgo in pochi minuti di auto.

Dove dormire? Se cerchi un’accoglienza autentica e un’atmosfera unica, il posto giusto è Il Pozzo degli Aforismi, una locazione turistica accogliente e curata, perfetta per immergersi nell’anima della Romagna.

Situato nel cuore di Forlì, Il Pozzo degli Aforismi è l’ideale per chi vuole scoprire Bertinoro e i suoi dintorni, i Musei San Domenico, la Piazza Saffi e tutto il territorio romagnolo, spostandosi comodamente.

Dopo una giornata tra storia, vino e panorami mozzafiato, potrai rilassarti in un ambiente caldo e familiare, proprio come se fossi a casa. Il pozzo degli aforismi vicino a tutto lontano dalla confusione!

Prenota il tuo soggiorno e vivi la Romagna come un vero local!

NB l’immagine di copertina è stata presa da wikipedia e l’autore è Baccolini.

Museo San Domenico di Forlì: un viaggio tra arte, storia e cultura

Hai mai visitato un museo che sembra raccontarti la sua storia attraverso le sue mura? Il Museo San Domenico di Forlì è proprio così: un luogo dove il fascino del passato si intreccia con l’arte, creando un’esperienza unica.

Ospitato in un antico convento domenicano, oggi è uno dei poli museali più prestigiosi d’Italia, con una ricca collezione permanente e mostre temporanee di livello internazionale. Scopriamo insieme la sua storia e le meraviglie che custodisce.

Dalla spiritualità all’arte: la storia del complesso di San Domenico

Il Museo San Domenico sorge all’interno di un convento fondato dai frati domenicani nel XIII secolo. Questo luogo, nel corso dei secoli, è stato testimone di trasformazioni radicali, passando da centro religioso a simbolo culturale della città.

Dal convento medievale alla grande ristrutturazione rinascimentale

Secondo le fonti storiche, i frati domenicani si stabilirono a Forlì già agli inizi del 1200. Il cuore del loro complesso monastico era la Chiesa di San Giacomo Apostolo, ancora oggi visitabile.

Nel corso del XVI secolo, il convento subì un’importante trasformazione grazie a donazioni e al lascito testamentario di Pino III Ordelaffi (1480). Il progetto di ristrutturazione, affidato all’architetto Agostino da Mantova e realizzato da Francesco da Calvisana, introdusse:

  • Due ampi chiostri con un elegante loggiato rinascimentale
  • Un dormitorio con 40 celle
  • Una biblioteca imponente, completata nel 1544, con tre navate e 19 banchi per lato
  • Un’aula di teologia per la formazione dei domenicani

L’abbandono e la rinascita come polo culturale

Durante l’epoca napoleonica, il convento venne confiscato e trasformato in caserma militare. Successivamente, nel 1866-67, divenne proprietà dello Stato, ma il lungo periodo di abbandono portò al degrado dell’edificio.

Nel 1978, parte della copertura e della facciata sud crollarono, rendendo urgente un intervento di recupero.

Nel 2000 iniziò un grande progetto di restauro che restituì nuova vita al complesso, trasformandolo in un moderno polo museale. La prima grande mostra, inaugurata nel 2006, fu dedicata a Marco Palmezzano, il maestro del Rinascimento romagnolo.

Cosa vedere al Museo San Domenico?

Visitare il Museo San Domenico significa immergersi in un viaggio tra arte, architettura e storia. Le sue sale ospitano opere straordinarie, mentre gli spazi espositivi accolgono mostre di livello internazionale.

La Pinacoteca Civica

La collezione permanente offre un percorso artistico che attraversa secoli di storia. Tra le opere più significative troviamo capolavori di:

  • Melozzo da Forlì – Il maestro della prospettiva rinascimentale;
  • Beato Angelico – Con dipinti di straordinaria intensità spirituale;
  • Guido Cagnacci – Celebre per la sensualità delle sue figure barocche.

La Chiesa di San Giacomo Apostolo

L’ex chiesa conventuale è oggi uno spazio espositivo unico, utilizzato per le grandi mostre temporanee. L’atmosfera suggestiva delle sue navate rende ogni esposizione ancora più emozionante.

Chiesa di San Giacomo

Il Refettorio e i suoi affreschi

Durante i restauri del 1996, sono emersi affreschi del XVI secolo, attribuiti a Girolamo Ugolini. Tra le opere più affascinanti troviamo:

  • Una grande Crocifissione al centro;
  • Episodi della vita di San Domenico sulle pareti;
  • Il miracolo dei pani di San Domenico sulla parete sud.

Le grandi mostre temporanee: appuntamenti da non perdere

I Musei San Domenico sono famosi per le loro mostre di respiro internazionale, che attraggono visitatori da tutta Italia e oltre. Tra le esposizioni più celebri del passato ricordiamo:

  • Piero della Francesca. Indagine su un mito
  • Wildt. L’anima e le forme tra Michelangelo e Klimt
  • Ulisse. L’arte e il mito

Oltre alle mostre d’arte Il San Domenico di Forlì ha ospitato anche mostre fotografiche di caratura internazionale :

  • Steve McCurry
  • Sebastiao Salgado
  • Elliott Erwitt,
  • Ferdinando Scianna 
  • Eve Arnold

Mostra in corso (2025): Il ritratto dell’artista

Dal 22 febbraio al 29 giugno 2025, il museo ospita “Il ritratto dell’artista. Nello specchio di Narciso”, una straordinaria esposizione che racconta la storia dell’autoritratto attraverso oltre 300 opere, dall’antichità al Novecento.

  • Come si è evoluta l’immagine di sé nell’arte?
  • Qual è il legame tra l’autoritratto e il moderno concetto di selfie?

Questa mostra è un’occasione imperdibile per scoprire come gli artisti si sono rappresentati nei secoli!

Informazioni utili per la visita

  • Indirizzo: Piazza Guido da Montefeltro, Forlì
  • Orari:
    • Lunedì – Venerdì: 9:30 – 19:00
    • Sabato, Domenica e Festivi: 9:30 – 20:00
    • (biglietteria chiude un’ora prima)
  • Biglietti:
    • Intero: 14€
    • Ridotto: 12€
    • Bambini sopra i 6 anni: 5€
    • Acquistabili anche online

Per maggiori dettagli, visita il sito ufficiale Museo San Domenico Forlì.

Perché visitare il Museo San Domenico?

Se ami l’arte o vuoi scoprire la storia di Forlì attraverso i suoi tesori, il Museo San Domenico è una tappa imperdibile!

Ecco perché vale la pena visitarlo:

  • È uno dei più importanti poli museali d’Italia
  • Ospita mostre di livello internazionale
  • Il complesso architettonico stesso è un capolavoro storico
  • È il luogo perfetto per un viaggio nell’arte e nella storia

Dopo una giornata tra capolavori e cultura, concediti un momento di relax e ospitalità: Il Pozzo degli Aforismi è il rifugio perfetto per un soggiorno a Forlì all’insegna della tranquillità e del comfort.

Forlì ti aspetta: vieni a vivere l’arte ai Musei San Domenico!

Piazza Saffi: il cuore di Forlì tra storia arte e curiosità

Forlì, una città ricca di storia, arte e cultura, custodisce nel suo cuore una delle piazze più affascinanti e suggestive dell’Emilia-Romagna: Piazza Aurelio Saffi. Questo grande spazio, elegante e ricco di storia, è il luogo perfetto per iniziare la tua visita in città. Passeggiando tra le sue architetture imponenti e le sue strade ricche di storia, scoprirai un angolo d’Italia che conserva l’essenza autentica del passato e un’atmosfera accogliente.

Oggi ti accompagno alla scoperta di questa piazza straordinaria, tra monumenti, segreti sotterranei e curiosità che ti faranno innamorare di Forlì.

Un po’ di storia: Dall’antica Forum Livii alla Piazza Saffi di oggi

Piazza Saffi esiste da sempre, o quasi!

La Piazza, così come la vedi oggi, ha subito numerose trasformazioni nel corso dei secoli.

Dal periodo romanico al medioevo

Le sue origini risalgono all’epoca romana, quando era conosciuta come Forum Livii, ed era già un’importante centro di scambi e attività commerciali, tanto che Forlì era considerata una delle città più importanti della via Emilia.

Ma è solo nel Medioevo che la piazza assume le dimensioni attuali. Infatti gran parte dell’attuale piazza, prima del 1212 era un grande orto conosciuto come “il Campo dell’Abate” perché apparteneva all’Abate di San Mercuriale. Solo in quell’anno il campo fu ceduto alla comunità forlivese e nacque la “grande piazza”.

Il suo impianto urbanistico perciò affonda le radici nel Medioevo, quando il cuore cittadino era strutturato attorno a un sistema di mercati e botteghe artigiane ed era il punto nevralgico della città, con mercati, celebrazioni e perfino esecuzioni pubbliche.

Ebbene si, questa grande piazza ha visto il susseguirsi di eventi storici significativi, come:

  • la battaglia del sanguinoso mucchio del 1282 (ricordata da Dante Alighieri nella Divina Commedia) dove l’esercito inviato dal Papa per sottomettere Forlì al suo volere, fu sconfitto da un gruppo di Ghibellini forlivesi guidati da Guido da Montefeltro;
  • Le dispute per la gestione del potere cittadino intercorsi fra Guelfi (famiglia degli Orgogliosi) e Ghibellini (famiglia Ordelaffi);
  • l’eccidio di Giorolamo Riario, avvenuto nel 1488 , dentro l’attuale palazzo comunale, considerato uno degli episodi più drammatici della storia forlivese. Girolamo Riario marito di Caterina Sforza signora di Forlì, fu assassinato in un complotto ordito da alcune famiglie nobili forlivesi, tra cui gli Orsi. Fu colto di sorpresa dagli Orsi e dai loro alleati, che lo accoltellarono a morte ed il suo corpo fu gettato dalla finestra.

Queste e altre battaglie hanno segnato profondamente la vita politica e sociale della città tanto da essere considerata una delle città più sanguinose e litigiose dell’epoca.

Dal rinascimento al risorgimento

Piazza Saffi ha visto il susseguirsi di eventi cruciali durante il Rinascimento e il Risorgimento, periodi fondamentali per la storia di Forlì e dell’intera nazione.

Durante il Rinascimento(XV-XVI secolo), Forlì, come molte altre città italiane, visse un periodo di grande fermento culturale e artistico. Piazza Maggiore (così si chiamava all’ora) divenne uno dei centri nevralgici della vita cittadina, ospitando mercati, feste e tornei. Vide la costruzione o il rimaneggiamento di importanti edifici, come il Palazzo Comunale e il Palazzo del Podestà, che ancora oggi ne caratterizzano l’aspetto.

Il Rinascimento portò a Forlì un fiorire di attività artistiche e culturali, con la presenza di importanti artisti, che lasciarono preziose testimonianze della loro opera; uno di questi è il Palmezzano (una delle sue pale è visibile all’interno alla chiesa di San Mercuriale)

Il Risorgimento (XIX secolo) fu un periodo di grandi cambiamenti e di lotte per l’indipendenza e in tutto il paese ci furono moti rivoluzionari e manifestazioni a sostegno dell’indipendenza e dell’unità d’Italia. Piazza Saffi fu spesso teatro di questi eventi e dopo la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861, Piazza Saffi divenne un luogo simbolo dell’unità nazionale.

Periodo fascista e seconda guerra mondiale

Durante il periodo fascista, Piazza Saffi subì molte modifiche modifiche architettoniche, a cominciare 1909 quando, durante una manifestazione di movimenti politici con a capo un giovane Benito Mussolini(allora anarchico-socialista), fu abbattuta a picconate la stele dedicata alla Madonna del Fuoco, patrona di Forlì. Successivamente nel 1921 la statua di Aurelio Saffi prese il suo posto e fu issata al centro dell’ellisse dove si trova ora.

Negli anni ’30 volendo dare alla piazza un aspetto più monumentale e moderno, per volere di Mussolini, furono abbattuti diversi palazzi per far posto agli attuali Palazzo delle Poste, Palazzo statale e il Palazzo Talenti Framonti costruiti in stile liberty razionalista.

In questa piazza, anche i lampioni hanno storie da raccontare. Il 18 agosto del 1944 quattro giovani che avevano combattuto nelle file della Resistenza furono appesi ai lampioni di piazza Saffi. I quattro partigiani, dopo essere stati catturati nei boschi intorno a Modigliana, furono dapprima impiccati a Castrocaro Terme e successivamente i loro corpi furono poi portati a Forlì ed esposti al pubblico ludibrio in questa Piazza. Questa è stata una delle pagine più dolorose della storia recente di Forlì, una ferita ancora aperta nella memoria della città.

Infine durante la guerra la piazza fu gravemente danneggiata dai bombardamenti delle forze alleate e vide momenti di grande sofferenza per la popolazione

Come vedi Piazza Saffi nella sua lunga storia ne ha viste di tutti i colori, ma andiamo avanti e parliamo di cose più piacevoli.

Gli edifici storici che circondano la piazza

Passeggiando per Piazza Saffi, si rimane affascinati, oltre che dalla sua grandezza (che con i suoi 87 metri di larghezza e 128 di lunghezza è una delle piazze più grandi d’Italia) dalla varietà degli edifici che la circondano, testimoni di epoche e stili architettonici differenti che si sono succeduti nel tempo.

  • Palazzo Comunale: risalente al XII secolo, è stato più volte rimaneggiato nel corso del tempo. La facciata è in stile neoclassico, con un ampio scalone d’onore che conduce al piano nobile. All’interno si trovano numerose opere d’arte, tra cui affreschi e dipinti di artisti forlivesi.;
  • Palazzo del Podestà: è stato la sede del potere politico della città nel Medioevo. Completamente rimaneggiato nel 1460 quando fu rifatta la facciata in stile gotico;
  • Palazzo Albertini: edificio rinascimentale, fu costruito dalla famiglia Albertini, una delle più importanti di Forlì. La facciata è caratterizzata da finestre con decorazioni in terracotta e da un portale in pietra;
  • Palazzo Talenti Framonti: sede dell’ex credito romagnolo costruito negli anni ’20 del Novecento, è un esempio di architettura eclettica. La facciata è caratterizzata da elementi classici e liberty.
  • Palazzo Serughi sede della camera di commercio è del 1576 e rimaneggiato nel 1800
  • abbazia di San Mercuriale: complesso religioso composto dalla basilica, chiostro e campanile. la Basilica è una delle chiese più antiche di Forlì, fondata nel X secolo. Al suo interno conserva importanti opere d’arte di grande valore, tra cui un sarcofago romano del IV secolo e un ciclo di affreschi del XIV secolo. Il campanile romanico alto ben 75 metri da cui si può vedere l’intera città, ed il chiostro, che risale all’XI secolo;
  • Palazzi statali e palazzo delle Poste : costruiti in stile razionalista durante il periodo fascista.

La statua di Aurelio Saffi

Come abbiamo visto nel corso della storia Piazza Saffi cambiò diversi nomi, dapprima si chiamava il campo dell’abbate, poi Piazza Grande, Piazza Maggiore, Piazza Vittorio Emanuele II ed infine Piazza Aurelio Saffi.

Quest’ultimo nome lo assunse nel 1921 in onore del forlivese Aurelio Saffi, patriota e politico italiano, repubblicano, uno dei principali collaboratori di Giuseppe Mazzini.

Aurelio Saffi, figura di spicco del Risorgimento italiano partecipò attivamente alle lotte per l’indipendenza, fu un grande sostenitore dell’unità d’Italia e membro dell’Assemblea Costituente della Repubblica Romana, della quale, dopo le dimissioni di Mazzini, Saffi divenne presidente.

Ed è proprio in suo onore, nel ricordo di questi eventi e del ruolo chiave che ebbe nell’unità d’Italia, che nel 1921, fu issata al centro dell’ellisse una statua in marmo bianco, realizzata dallo scultore Arnaldo Zocchi raffigurante Aurelio Saffi e da quel giorno la Piazza prese il suo nome, Piazza Aurelio Saffi.

Una piccola curiosità nascosta

Probabilmente non sai che sotto Piazza Saffi scorre un corso d’acqua nascosto: il Canale di Ravaldino. Un’importante via d’acqua che in passato aveva un ruolo strategico per la città. Questo canale, che nasce nei pressi della Rocca di Ravaldino, un tempo dimora della leggendaria Caterina Sforza veniva utilizzato sia per scopi difensivi sia per l’approvvigionamento idrico e per portare acqua ai vari mulini del territorio. In alcuni punti della città è possibile visitare tratti scoperti di questo percorso sotterraneo.

La leggenda narra che Caterina sforza, riuscì a fuggire all’attentato che vide la morte di suo marito Girolamo Riario proprio grazie questo canale sotterraneo attraverso al quale raggiunse velocemente la Rocca.

Perché visitare Piazza Saffi?

È il cuore di Forlì, un mix perfetto di storia, arte e vita cittadina. È il luogo ideale per una passeggiata, un caffè all’aperto o qualche scatto fotografico.

Visitare Piazza Saffi significa fare un tuffo nella storia, respirare l’atmosfera autentica di Forlì e ammirare capolavori architettonici che raccontano secoli di vicende umane.

Che tu sia appassionato di storia, amante dell’arte o semplicemente curioso per natura, questa piazza saprà conquistarti con il suo fascino senza tempo.

Oggi qui si svolgono mercati, fiere, eventi culturali e manifestazioni che rendono la piazza un luogo sempre accogliente.

Ogni lunedì e venerdì mattina ospita il mercato cittadino.

Durante l’anno, la piazza si anima con eventi culturali, festival e concertini, specialmente nei weekend e nelle calde serate estive.

A dicembre, diventa magica con i mercatini di Natale, le luminarie e la pista di pattinaggio sul ghiaccio.

E poi cosa c’è di meglio che fermarsi in uno dei bar della piazza per godersi un caffè o un aperitivo? Qui puoi sederti, rilassarti e osservare il via vai della città, proprio come fanno i forlivesi! I ristoranti che si affacciano sulla piazza offrono l’opportunità di gustare le delizie della cucina romagnola, mentre le panchine invitano a una sosta per ammirare il panorama circostante.

Forlì ti aspetta: vieni a scoprire Piazza Saffi questo gioiello nascosto dell’Emilia-Romagna.
Ti garantisco che ne rimarrai affascinato!




E dopo aver esplorato il centro, cosa c’è di meglio che rientrare in un posto accogliente, curato nei dettagli e perfetto per ricaricare le energie? Prenota il tuo soggiorno a “Il Pozzo degli Aforismi” e vivi Forlì con tutto il comfort che meriti!

7 Cose da vedere a Forlì

Forlì è un tesoro nascosto, un luogo dove il tempo sembra scorrere più lentamente, permettendoti di assaporare ogni dettaglio, ogni angolo, ogni emozione. Forlì è una città che sorprende! Passeggiando tra le sue vie, si respira una storia millenaria che spazia dall’epoca romana fino ai fasti del Rinascimento e alle audaci architetture razionaliste del Novecento. Forse meno conosciuta di altre città emiliano-romagnole, ha un carattere autentico, un cuore vibrante e una bellezza tutta da scoprire.

Seguimi, parcheggiamo in Piazza del Carmine e di qui ci muoviamo a piedi, ti porto a spasso per la città e ti farò conoscere i 7 luoghi imperdibili di Forlì!

  1. Piazza Saffi;
  2. La cattedrale di Santa Croce;
  3. Musei San Domenico;
  4. Palazzo Romagnoli e Palazzo Gaddi;
  5. Parco urbano;
  6. la Rocca di Ravaldino;
  7. Villa Saffi.

1 Piazza Saffi: il salotto di Forlì

Iniziamo il nostro viaggio da Piazza Saffi, il cuore pulsante della città. Questa piazza, con i suoi 87 metri di larghezza e 128 di lunghezza, è una delle più grandi d’Italia, un vero e proprio palcoscenico a cielo aperto, circondata da edifici storici che raccontano secoli di storia.
Circondata da palazzi di grande pregio, offre un viaggio attraverso i secoli:

  • Palazzo Comunale, con la sua Torre dell’Orologio, testimone della storia medievale di Forlì;
  • Palazzo del Podestà e Palazzo Albertini, splendidi esempi di architettura quattrocentesca, oggi sede di mostre;
  • Palazzo Talenti-Framonti ed il Palazzo delle Poste, icone del razionalismo degli anni ’30;
  • Abbazia di San Mercuriale, simbolo della città con il suo imponente campanile alto 75 metri, uno dei più belli d’Italia. Non perdere l’occasione di salire in cima al campanile: dopo 273 gradini, ti aspetta una vista mozzafiato sulla città e sulle colline romagnole;
  • Chiesa del Suffragio emblema del barocco forlivese.

Come vedi un vero e proprio scrigno di cultura.

2 La Cattedrale di Santa Croce: un viaggio nella fede e nell’arte

Proseguiamo la nostra passeggiata lasciandoci Piazza Saffi alle spalle e camminiamo su via Delle Torri, quasi in fondo alla via, sulla destra, troviamo i “giardini Orselli” piccola area verde nel cuore della città e dopo pochi passi raggiungiamo Piazza Ordelaffi dove si nota a destra l’imponente Palazzo della Prefettura ed a sinistra la Cattedrale di Santa Croce meglio conosciuta come Duomo di Forlì.

Questa chiesa, ha subito numerose trasformazioni dal XV secolo ad oggi tanto che la sua facciata ricorda epoche diverse.

Al suo interno custodisce diversi tesori d’arte e fede, come:

  • La Cappella della Madonna del Fuoco, che custodisce l’immagine miracolosa della patrona della città, venerata ogni 4 febbraio;
  • La tomba di Carlo Cignani, celebre pittore bolognese;
  • la fonte battesimale.

Un luogo che racconta la storia spirituale di Forlì attraverso arte e fede. A fianco ad esso troviamo il campanile, abbattuto nella seconda guerra mondiale è stato ricostruito nel 1970.

4 Palazzo Romagnoli e Palazzo Gaddi

Forlì non è solo medievale e rinascimentale, ma ha anche una forte impronta ottocentesca. A due passi da piazza Ordelaffi, troviamo nell’ordine:

Palazzo Gaddi -Corso Garibaldi 96 – sede del Museo del Risorgimento e del Museo Romagnolo del Teatro, dove si trovano cimeli di Aurelio Saffi, Achille Cantoni e Piero Maroncelli.

Palazzo Romagnoli -via Albicini 12- antica dimora nobiliare che ospitava fino a poco tempo fa la Collezione Verzocchi e che presto diventerà la nuova biblioteca comunale.

Entrambi sono visitabili su prenotazione e rappresentano una finestra sulla storia più recente della città.

3 Musei San Domenico: un polo culturale di eccellenza

proseguiamo su via Albicini per pochi passi fino a raggiungere Piazza Dante Alighieri e giungiamo in Piazzale Guido da Montefeltro dove troviamo il prestigioso Complesso Museale di San Domenico.

Qui ci aspetta un’immersione nell’arte e nella cultura.

Il complesso museale del San Domenico è formato dal Palazzo Pasquali, Chiesa di San Giacomo Apostolo, Convento dei Domenicani e dal Convento degli Agostiniani, collegati tra loro tramite chiostri interni.
Le sue collezioni e mostre di livello internazionale ne fanno una delle mete artistiche più importanti della regione. Da non perdere:

  1. La Pinacoteca, dedicata al Melozzo da Forlì (pittore forlivese del XV secolo) qui puoi vedere opere molto importanti come il Trittico con Storie della Vergine e Santi dello stesso Melozzo. al Corteo dei Magi del misterioso “Augustinus”, la grande Crocefissione di Marco Palmezzano, la Fiasca fiorita di autore ignoto, oltre ad opere del Guercino, del Cagnacci, di Sacchi, Barbieri, Serra, Cignani ecc.
  2. l’Ebe del Canova, una bellezza unica
  3. Le collezioni civiche del Novecento, tra cui la Collezione Verzocchi e opere di Morandi, Wildt e Cagnacci.

Ogni anno dal 2006 ad oggi, in questo meraviglioso complesso vengono allestite Mostre temporanee di rilievo internazionale, che attirano visitatori da tutta Italia.

In questi giorni potrai visitare la mostra “Il ritratto dell’artista. Nello specchio di Narciso Il volto, la maschera, il selfie.”

Questa nuova mostra si terrà dal 22 febbraio al 29 giugno 2025. Si tratta di un’esposizione di oltre 300 opere d’arte che ripercorrono la storia dell’autoritratto, dalle prime raffigurazioni fino ai giorni nostri. L’esposizione si concentra sull’evoluzione dei modi in cui gli artisti hanno scelto di rappresentare sé stessi, attraverso un percorso che mette in luce le motivazioni, le tecniche e i significati che si celano dietro questa particolare forma d’arte.

Il Complesso Museale San Domenico è un luogo imperdibile per gli amanti dell’arte.

5 Parco Urbano Franco Agosto: Un’Oasi di Relax e Divertimento

Dopo tanto camminare, un po’ di relax nella natura è d’obbligo! Prendendo il vicolo Casaglia, a fianco dei Musei San Domenico e attraversando il sottopasso realizzato artisticamente dai ragazzi del liceo artistico arriviamo al Parco urbano Franco Agosto.

Questo Parco Urbano, con i suoi 26 ettari, è il polmone verde della città. Qui puoi passeggiare, fare sport, ,goderti un picnic all’aria aperta o prendere un caffè al tavolino del Bar.

Al suo interno troverai:

  • Laghetti popolati da anatre e cigni;
  • Aree gioco per bambini;
  • Percorsi salute e campi sportivi;
  • Bar, chioschi di piadina, pub e un ristorante pizzeria;
  • una collina popolata da conigli liberi!

Come vedi questo parco è il luogo ideale per staccare dalla frenesia cittadina e godersi un po’ di aria fresca.

6 La Rocca di Ravaldino: un baluardo di coraggio e potere

Uscendo dal parco all’uscita di via fiume montone e percorrendola nella sua interezza giungiamo a piazzale Ravaldino dove troviamo la Rocca dalla storia millenaria, simbolo di potere e coraggio.

La Rocca di Ravaldino, una cittadella fortificata di origine medievale, ricostruita e rafforzata nel Trecento ed ampliata nel quattrocento.

Forlì ha avuto una storia turbolenta nel Medioevo, e la Rocca di Ravaldino, costruita nel XV secolo, ne è la testimonianza più imponente. Qui Caterina Sforza si rifugiò durante gli assedi e combatté per la libertà della città.

Questa fortezza, che ha visto passare dame e cavalieri, oggi è visitabile durante eventi e spettacoli estivi, un’ottima occasione per immergersi nella storia forlivese.

Sta per concludersi la nostra passeggiata, torniamo al parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto e andiamo all’ultima tappa del nostro percorso.

Villa Saffi: sulle orme del risorgimento

A pochi chilometri dal centro, su via Firenze, Villa Saffi ti aspetta con il suo parco secolare e la sua atmosfera di pace.

Questa villa, un tempo residenza del patriota Aurelio Saffi, è un luogo ideale per rilassarsi e scoprire le radici storiche di Forlì. Aurelio saffi, triumviro della Repubblica Romana, amava risiedere in questa villa e proprio in questo luogo morì, il 10 aprile 1890. L’edificio ex convento dei Gesuiti divenne proprietà della famiglia Saffi nel 1740.

La Villa fa parte del circuito “Case Museo dei poeti e degli scrittori di Romagna” conserva arredi d’epoca, libri e cimeli di straordinario interesse, anche di Mazzini, che vi fu ospite in diverse occasioni.

La Villa è circondata da un parco di platani, cipressi, magnolie e altri alberi secolari.
Attualmente in fase di ristrutturazione, è possibile visitare il giardino tutti i sabati e le domeniche dalle 16 alle 19.


Conclusioni e consigli

Ecco qua, in questo meraviglioso parco si conclude il nostro itinerario alla scoperta di Forlì.

Spero di averti incuriosito abbastanza da farti venire voglia di visitare questa città. Forlì è un piccolo tesoro da scoprire con calma: ti conquisterà con la sua autenticità, la sua storia millenaria e la sua bellezza discreta.

Dai, cosa aspetti? Vieni a scoprire le sue meraviglie, i suoi sapori, la sua gente.

Forlì ti aspetta a braccia aperte!

Per aiutarti a pianificare al meglio la tua visita, ho creato una mappa interattiva con le 7 tappe imperdibili di Forlì, tutte facilmente raggiungibili a piedi.

👉 Visualizza la mappa interattiva di Forlì


E per rendere la tua esperienza ancora più speciale, prenota il tuo soggiorno a “Il Pozzo degli Aforismi”!
Un luogo unico, lontano dal caos, dove potrai rilassarti, dormire bene e partire ogni giorno alla scoperta di Forlì e della Romagna.
Ti aspettiamo con il calore e l’ospitalità tipici della nostra terra.

Le tappe suggerite nella nostra mappa si trovano quasi tutte nel cuore del centro storico, ideali per una passeggiata tra piazze, chiese e scorci suggestivi.
Tuttavia, due destinazioni richiedono un po’ di organizzazione:

  • Il Pozzo degli Aforismi si trova a circa 5 km dal centro città, in una zona tranquilla e immersa nel verde. Il modo più comodo per raggiungere il centro è in auto, oppure in bicicletta per chi ama pedalare.
  • Villa Saffi, splendida dimora ricca di storia, è fuori dal centro storico – vicino a il Pozzo degli Aforismi . e facilmente raggiungibile in auto o in bici.

E tu, da dove inizieresti il tuo itinerario a Forlì?

Raccontamelo nei commenti e se hai già visitato la città, condividi la tua esperienza: ogni racconto può ispirare altri viaggiatori.

Benvenuti a Forlì: perché visitarla almeno una volta nella vita

Se stai cercando una città autentica, ricca di storia, cultura e buon cibo, allora Forlì è la destinazione perfetta per te! Spesso sottovalutata rispetto alle vicine Ravenna, Bologna e Rimini, questa città romagnola ha tantissimo da offrire. Ti porto con me alla scoperta di Forlì e ti do 5 buoni motivi perché dovresti assolutamente visitarla almeno una volta nella vita!

  • un tuffo nella storia e nell’arte;
  • il cuore della città: Piazza Saffi;
  • piadina, cappelletti e sangiovese;
  • verde e natura a due passi dal centro;
  • Forlì punto di partenza ideale.

Un tuffo nella storia e nell’arte

Forlì è una città che racconta storie. Passeggiando per il centro, ti ritroverai in una vera e propria macchina del tempo: dall’epoca medievale con la splendida Abbazia di San Mercuriale e la loza de pont de broc fino al periodo razionalista con gli imponenti edifici degli anni ’30, come il Palazzo delle Poste e il Teatro Diego Fabbri.

E poi ci sono i Musei di San Domenico, un vero gioiello dell’arte e della cultura. Qui puoi ammirare mostre di livello internazionale e scoprire capolavori di artisti come Canova, Michelangelo e tanti altri. Se ami l’arte, non puoi perdertelo!

Ma non finisce qui: Forlì ospita anche numerose chiese e palazzi storici che meritano una visita, come la Chiesa di San Pellegrino e il Palazzo Albicini, una delle dimore storiche più affascinanti della città.

Il cuore della città: Piazza Saffi

Ogni città ha la sua anima, e quella di Forlì batte forte in Piazza Aurelio Saffi. Ampia, elegante e circondata da edifici storici, è il luogo perfetto per fare una passeggiata, sorseggiare un caffè e osservare la vita cittadina.

Ti consiglio di salire sul campanile di San Mercuriale per una vista spettacolare sulla città! Da lassù puoi ammirare non solo il centro storico dall’alto ma tutta la città nella sua interezza e, nelle giornate più limpide, persino scorgere le colline romagnole e il litorale.

La piazza, una delle più grandi d’Italia è contornata da palazzi di pregio come palazzo Albertini, palazzo del podestà ed il palazzo delle poste, quindi troverai sempre qualcosa di interessante da vedere!

Piadina, cappelletti e Sangiovese: benvenuti in Romagna!

Diciamolo chiaramente: in Romagna si mangia da Dio! E Forlì non fa eccezione.

Qui puoi gustare la vera piadina romagnola, magari farcita con squacquerone e rucola, oppure lasciarti tentare dai nostri fantastici primi fatti a mano come una volta come i cappelletti in brodo o al ragù, tortelli, garganelli, strozzapreti e altri.

Se sei amante della pasta fresca, devi assolutamente provare anche i passatelli in brodo e le tagliatelle al ragù!

E per accompagnare il tutto? Un bel bicchiere di Sangiovese, il vino rosso tipico della zona, perfetto per brindare alla tua avventura forlivese!

Se vuoi provare un’esperienza autentica, ti consiglio di fermarti in una trattoria tipica o in una osteria storica per assaporare il vero gusto della Romagna. In centro storico ne trovi diverse, molto valide, aperte pranzo e cena, così come trovi Bistrò dove farti un aperitivo a base di prodotti locali e un calice di Sangiovese.

Verde e natura a due passi dal centro

Hai voglia di rilassarti? Il Parco Urbano Franco Agosto è un angolo di pace immerso nel verde, ideale per una passeggiata, un picnic o semplicemente per goderti il sole.

Perfetto anche per chi viaggia con bambini, grazie alle aree gioco e ai numerosi animali che popolano il parco.

E se ami la natura, e hai voglia di farti una gita fuori porta, a pochi chilometri (45) da Forlì trovi le Cascate dell’Acquacheta, citate da Dante nella Divina Commedia, e le colline romagnole, perfette per un’escursione o un tour enogastronomico.

Forlì: il punto di partenza ideale

Un altro motivo per visitare Forlì? È la sua posizione strategica!

Da qui puoi facilmente raggiungere:

  • La Riviera Romagnola (Rimini, Cesenatico, Milano Marittima) in circa 50 km;
  • Ravenna e i suoi famosi mosaici bizantini, a soli 30 km;
  • I borghi medievali delle colline romagnole, come Bertinoro (12 km) e Brisighella (40 km);
  • Bologna, perfetta per una gita culturale, a 70 km;
  • I parchi divertimento più famosi d’Italia: Mirabilandia (40 km), Fiabilandia (55 km), Italia in Miniatura (50 km), il Delfinario di Riccione (60 km) e Aquafan (65 km).


Che tu sia un amante della cultura, del buon cibo, della natura o del divertimento, da Forlì hai tutto a portata di mano.

Ti ho convinto? Forlì ti aspetta!

Forlì è una città che sorprende, perfetta per un weekend o come tappa di un viaggio in Romagna. Vieni a scoprirla, lasciati conquistare dalla sua atmosfera e porta con te un pezzetto di questa meravigliosa terra.

Prepara la valigia e vieni a vivere un’esperienza unica!

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