L’Abbazia di San Mercuriale: Un Viaggio nel Cuore di Forlì

Il simbolo per eccellenza di Forlì è senza dubbio l’Abbazia di San Mercuriale, un luogo che racconta secoli di storia, arte e leggenda. Con il suo maestoso campanile che domina la città, questo straordinario complesso medievale è una tappa imperdibile per chi visita Forlì.

Scopriamo insieme la storia, l’arte e le leggende che circondano questo gioiello medievale, immergendoci in un viaggio dalle sue origini fino ai giorni nostri.

Un tuffo nel passato: le origini dell’Abbazia

Immagina di trovarti in un’epoca lontana, agl’inizi del cristianesimo, quando Forlì era ancora un piccolo centro abitato, in crescita, sotto l’Impero Romano. L’Abbazia di San Mercuriale sorgeva allora al di fuori delle mura cittadine, separata dal resto della città dal placido scorrere del canale di Ravaldino, l’attuale Piazza Saffi era un grande orto.

Questo luogo di culto era un punto di riferimento per la comunità cristiana locale guidata da San Mercuriale.

La storia dell’Abbazia è avvolta nel mistero, e ancora oggi gli studiosi si interrogano sulle sue origini. Alcuni ritengono che la prima cattedrale di Forlì sorgesse proprio qui, prima di essere trasferita nell’attuale Duomo di Forlì. Altri, invece, sostengono che l’Abbazia fosse un semplice centro plebano fuori città.

Fotografia di inizio Novecento che mostra come appariva l'abbazia (prima dei lavori di restauro del 1921) dopo secoli di continui rimaneggiamenti - wikipedia commons
Fotografia di inizio Novecento che mostra come appariva l’abbazia (prima dei lavori di restauro del 1921) dopo secoli di continui rimaneggiamenti – wikipedia commons

Una cosa è certa: questo luogo ha un fascino antico e suggestivo, che ci riporta alle radici della nostra civiltà.

Un’evoluzione continua: l’Abbazia dal Medioevo ai giorni nostri

Nel corso dei secoli, l’Abbazia ha subito numerosi interventi di restauro e trasformazioni, che ne hanno modificato e ampliato l’aspetto e la funzione.

  • Nel Medioevo, dopo un devastante incendio nel 1173, l’Abbazia fu ricostruita in stile romanico e divenne un importante centro monastico benedettino, oltre che un punto di riferimento per i pellegrini che percorrevano la via Romea. I monaci benedettini residenti non solo si dedicavano alla preghiera, ma erano impegnati nella trascrizione di manoscritti e nell’amministrazione della città, contribuendo allo sviluppo della comunità locale;
  • nel Rinascimento, grazie al mecenatismo delle famiglie nobili locali, l’Abbazia si arricchì di cappelle e opere d’arte, ma nonostante i numerosi interventi ha sempre mantenuto il suo fascino austero e solenne;
  • durante l’occupazione napoleonica, i monaci furono espulsi e l’abbazia subì danni e spoliazione di beni;
  • tra il XIX e il XX secolo, pur rimanendo parrocchia, perse il suo ruolo di centro monastico. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i bombardamenti alleati causarono gravi danni all’edificio. Nel 1958 papa Giovanni XXIII la elevò alla dignità di basilica minore;
  • Oggi L’abbazia di San Mercuriale è un importante simbolo di Forlì e un luogo di culto attivo.

Un gioiello architettonico: l’esterno della chiesa

Di Sailko Opera propria, CC BY-SA 4.0 commons.wikimedia.org

L’esterno della chiesa colpisce per la sua semplicità e solidità. La facciata in mattoni a vista, tipica dell’architettura romanica, è scandita da archetti ciechi e lesene che ne accentuano la verticalità.

Al centro si apre un elegante portale in marmo bianco, impreziosito da bassorilievi raffiguranti scene bibliche e motivi simbolici. Sopra il portale si trova un rosone che illumina l’interno della chiesa con una luce soffusa e mistica.

Lasciatemelo dire: San Mercuriale è un vero e proprio spettacolo per gli occhi!

Il Campanile: la torre che domina Forlì

Il Campanile di San Mercuriale domina il panorama della città ed è visibile da chilometri di distanza.

Costruito nel 1180, questo capolavoro dell’architettura romanica lombarda alto circa 75 metri, è uno dei più alti d’Italia tra quelli in stile romanico.

Di Sailko – Opera propria, CC BY-SA 4.0, commons.wikimedia.org

La struttura del campanile, con la sua solida muratura in mattoni, con bifore e trifore che si alternano lungo i piani superiori, conferisce alla torre una leggerezza visiva che contrasta con la sua massiccia imponenza.

La sua costruzione ha richiesto grande maestria ingegneristica, con soluzioni architettoniche atte a garantirne la stabilità nonostante l’altezza. E’ un perfetto esempio dell’architettura medievale pensata per durare nei secoli.

Questo capolavoro dell’architettura romanica, con la sua forma slanciata e la sua guglia in mattoni, è stato preso a modello per la ricostruzione del campanile di San Marco a Venezia.

Per chi ama le sfide, è possibile salire i suoi numerosi gradini e godere di una vista spettacolare su Forlì e sulle dolci colline romagnole. Dalla sua sommità, nelle giornate più limpide, è persino possibile scorgere il Mar Adriatico all’orizzonte.

Il chiostro e il convento: un’oasi di pace

Varcando l’ingresso laterale, si accede al chiostro: uno degli angoli più suggestivi dell’abbazia.

Qui, il tempo sembra fermarsi: le colonne in cotto finemente decorate sorreggono arcate armoniose che delimitano uno spazio verde, perfetto per una pausa meditativa.

Un tempo, il chiostro era il cuore della vita monastica, un luogo di preghiera ,studio e lavoro per i frati benedettini.

Al centro del chiostro si trova un antico pozzo, utilizzato per raccogliere l’acqua piovana, a testimonianza dell’autosufficienza della comunità.

Oggi il chiostro è un luogo aperto ai visitatori, ideale per una pausa contemplativa o per immergersi nella storia dell’abbazia.

L’interno della chiesa: un tesoro d’arte

Entrando nell’abbazia, si viene subito avvolti da un’atmosfera solenne e antica. La navata centrale, con le sue colonne in mattoni e le luci soffuse che filtrano dalle vetrate, trasporta il visitatore direttamente nel cuore del Medioevo.

Le tre navate, sorrette da possenti colonne, conducono lo sguardo verso l’altare maggiore, dove si trova il sarcofago di San Mercuriale, una straordinaria opera in marmo del XIII secolo, decorata con scene della vita del santo.

Di Sailko – Opera propria, CC BY-SA 4.0, – commons.wikimedia.org

Passeggiando tra le navate dell’Abbazia, possiamo ammirare le testimonianze delle diverse epoche, dalle colonne romaniche del portale alle lunette affrescate del chiostro, dalle pale d’altare rinascimentali ai monumenti funebri di illustri personaggi.

L’interno dell’Abbazia è un vero e proprio scrigno d’arte, dove possiamo ammirare opere di grandi maestri del passato:

  • La navata destra ospita il monumento funebre di Barbara Manfredi, un capolavoro rinascimentale in marmo, realizzato per la giovane moglie di Pino III Ordelaffi, signore di Forlì. La delicatezza dei dettagli lo rende una delle opere più raffinate del periodo. La cappella del Palmezzano, con affreschi e pale d’altare di questo celebre pittore forlivese.
  • La navata centrale, invece, è un trionfo di affreschi, con le 23 lunette che raccontano la vita di San Giovanni Gualberto.
  • Infine, la navata sinistra ci conduce alla cappella del Santissimo Sacramento e alla cappella Ferri, dove possiamo ammirare altre opere d’arte di grande valore.

Ogni angolo dell’Abbazia racconta una storia, e ci invita a riflettere sul nostro passato.
Tra le opere d’arte custodite all’interno spiccano:

  • numerose opere del XIV secolo, attribuiti alla scuola riminese, che narrano episodi biblici con colori vivaci e dettagli raffinati;
  • il crocifisso ligneo medievale, un’opera di grande intensità espressiva che richiama la devozione popolare dell’epoca;
  • l’affresco della Madonna con Bambino, attribuito alla scuola di Giotto, questa splendida raffigurazione è una delle più importanti testimonianze dell’arte sacra a Forlì;
  • l’Arca di San Mercuriale: un’opera gotica che custodisce le reliquie del santo patrono della città.

Perché l’Abbazia è dedicata a San Mercuriale?

L’Abbazia prende il nome da San Mercuriale, primo vescovo di Forlì e figura centrale nella diffusione del cristianesimo in città. Secondo la tradizione, Mercuriale visse tra il IV e il V secolo e si distinse per la sua opera di evangelizzazione e protezione della comunità cristiana locale.

Una delle leggende più affascinanti narra che il Santo abbia sconfitto un drago che minacciava Forlì, simbolo del paganesimo e delle eresie dell’epoca.

Dopo la sua morte, le sue spoglie furono venerate dai fedeli e sepolte proprio nell’area dove oggi sorge l’Abbazia. Nei secoli successivi, la chiesa divenne un importante luogo di pellegrinaggio e il nome di San Mercuriale rimase legato indissolubilmente alla città.

Ancora oggi, la sua figura è venerata come protettore di Forlì e la sua storia si intreccia con le radici più profonde della città.

Leggende e curiosità

Forlì è una città ricca di leggende, e San Mercuriale non fa eccezione.

Oltre a quella appena citata del Santo che sconfigge il drago, una delle curiosità più suggestive narra dell’esistenza di cripte segrete e passaggi sotterranei che collegavano l’abbazia alla Rocca di Ravaldino, residenza della celebre Caterina Sforza.

Sebbene non vi siano prove concrete, questa ipotesi affascina storici e appassionati di misteri.

Un episodio storico di grande impatto è quello legato alla Seconda Guerra Mondiale.

Nel novembre del 1944, le truppe tedesche in ritirata, minarono il campanile, che rappresentava un punto di riferimento strategico per l’artiglieria nemica, per raderlo al suolo.

In questa situazione drammatica, intervenne Don Pippo (Monsignor Giuseppe Prati), figura carismatica e determinata, che si adoperò per scongiurare la distruzione del campanile. Grazie alla sua mediazione con gli ufficiali tedeschi, riuscì a convincerli a risparmiare l’edificio.

Grazie all’opera di Don Pippo, il campanile di San Mercuriale rimase in piedi. La cittadinanza, riconoscente di questo gesto, ha sempre apprezzato il suo eroismo, tanto da dedicargli la piazza attigua alla chiesa.

Un luogo da vivere

Oggi, l’Abbazia di San Mercuriale è un luogo vivo e pulsante, che continua a svolgere un ruolo importante nella vita della città. Oltre ad essere un luogo di culto, l’Abbazia ospita eventi culturali e mostre d’arte, che ne fanno un punto di riferimento per la comunità locale e per i visitatori.

Dopo la visita, a questo luogo magico, simbolo della città, concediti una passeggiata in Piazza Saffi e magari una sosta in uno dei caffè storici per assaporare l’atmosfera unica di questa città.

Spero che questo mio scritto ti sia piaciuto e ti abbia fatto venire voglia di visitare l’Abbazia di San Mercuriale. Ti aspetto a Forlì, per scoprire insieme le meraviglie di questa città.

Se vuoi scoprire di più su Forlì e sulla Romagna, continua a seguire il nostro blog e a condividere i nostri post.

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Il Duomo di Forlì: Un viaggio tra storia, arte e spiritualità

Se c’è un luogo che rappresenta il cuore spirituale e artistico di Forlì, quello è senza dubbio la Cattedrale di Santa Croce, meglio conosciuta come il Duomo di Forlì. Situata in Piazza Ordelaffi, questa maestosa chiesa ha una storia lunga e affascinante che attraversa secoli di trasformazioni, dalle sue origini medievali fino all’aspetto neoclassico che possiamo ammirare oggi.

Entriamo insieme alla scoperta di questo gioiello architettonico, tra curiosità, storia e dettagli affascinanti!

L’architettura e la facciata del Duomo

Arrivando in Piazza Ordelaffi, la facciata del Duomo colpisce per la sua eleganza neoclassica, con linee pulite ed equilibrio delle forme.

Le sei colonne corinzie, alte e slanciate, sorreggono il grande timpano triangolare, che conferisce un aspetto imponente e solenne all’edificio. I tre grandi portali d’ingresso, sormontati da finestre rettangolari, invitano il visitatore a varcare la soglia della chiesa.

Accanto alla Cattedrale si erge il campanile, non la sua altezza maestosa, domina il panorama cittadino.

Un po’ di storia: dalle origini al Duomo attuale

Come puoi immaginare non è sempre stata così.
In origine origine la Cattedrale di Santa Croce era un’antica pieve probabilmente risalente al X secolo dedicata alla reliquia della Santa Croce. Nel 1173 un incendio distrusse la chiesa, che venne ricostruita in stile gotico con tre navate irregolari e sette campate
Nel corso dei secoli la struttura della chiesa subì numerose ricostruzioni e ampliamenti:

  • Nel XIII secolo divenne il principale luogo di culto cittadino;
  • nel Quattrocento iniziarono lavori di ampliamento: dal 1424 la chiesa assunse forme più grandi con tre navate, l’abside e due cappelle laterali, dedicate a San Valeriano e San Bartolomeo. La chiesa fu consacrata nel 1475,
  • tra il XV e il XVI secolo furono realizzate importanti opere come la Comunione degli Apostoli di Marco Palmezzano (1506) e il fonte battesimale esagonale di Tommaso Fiamberti (1504).
  • Nel Seicento fu costruita una cappella dedicata alla Madonna del Fuoco, con una cupola affrescata da Carlo Cignani.
  • Nell’Ottocento l’architetto Giulio Zambianchi trasformò radicalmente la chiesa in stile neoclassico, demolendo la struttura gotica e lasciando solo la cappella del Santissimo Sacramento e quella della Madonna del Fuoco. Il Duomo assunse così l’aspetto attuale, con una facciata a colonnato corinzio.

L’attuale facciata, sobria ed elegante, fu completata solo nel 1841.

Alla vigilia della liberazione di Forlì nel 1944, i tedeschi in ritirata minarono il campanile della cattedrale che, cadendo distrusse la cappella del san valentino e tutte le opere in essa contenute ad eccezione dell’altare che rimasse illeso.

Solo nel 1968 iniziarono i lavori per la ricostruzione del campanile che terminarono nel 1977

L’interno del Duomo: un’esperienza artistica e spirituale

Appena varcata la soglia, il Duomo di Forlì accoglie i visitatori con un’ampia navata centrale, illuminata dalla luce soffusa che filtra attraverso le vetrate.

L’interno si distingue per la sua armonia architettonica, con colonne imponenti che separano le navate laterali, il soffitto a botte dove si alternano cassettoni con rosoni e vele a crociera affrescate.

Queste decorazioni, pur nella sobrietà dello stile neoclassico, trasmettono una sensazione di grandiosità e raccoglimento.

Uno degli elementi più affascinanti è sicuramente l’altare maggiore, realizzato interamente in marmo un’opera d’arte che incarna la solennità della cattedrale.

Sopra l’altare si trova un affresco di Pompero Randi “Invenzione e riconoscimento della Santa Crocesimbolo della profonda spiritualità del luogo e da cui prende il nome la cattedrale.

Le navate laterali ospitano le Cappelle della Madonna del Fuoco a sinistra e quella del Santissimo sacramento a destra. La Cappella della Madonna del Fuoco impreziosita da stucchi raffinati e da una cupola affrescata, custodisce l’icona tanto cara a noi forlivesi, legata al miracolo avvenuto nel XV secolo.

Di Gloriascaioli – Opera propria, CC BY-SA 4.0, httpscommons.wikimedia.org

Il Duomo ospita dipinti di grande pregio, tra cui opere di artisti locali e di scuole pittoriche rinomate fra le quali:

  • L’invenzione e riconoscimento della croce (affresco sull’altare maggiore) di straordinaria intensità emotiva, che cattura lo sguardo con il suo dinamismo e i suoi dettagli realistici;
  • Madonna della Ferita
  • Crocifisso Romanico del XII secolo
  • Cappella del Battistero con la fonte battesimale

La Madonna del Fuoco: il simbolo della devozione forlivese

Una delle tradizioni religiose più sentite a Forlì è il culto della Madonna del Fuoco, patrona della città.

La notte del 4 febbraio 1428 scoppiò un incendio all’interno della scuola, tutto andò distrutto tranne un’incisione su legno, raffigurante la Vergine Maria, che da tre anni il maestro aveva affisso al muro dell’aula.

Il quadro della Madonna si salvò miracolosamente dall’incendio che distrusse una scuola. Da quel momento, l’immagine divenne oggetto di profonda devozione e ogni anno, il 4 febbraio, la città celebra la festa della Madonna del Fuoco con eventi, processioni e lumini votivi alle finestre.

All’interno del Duomo, la cappella dedicata alla Madonna del Fuoco è uno dei punti più visitati dai fedeli, attratti non solo dalla bellezza dell’icona, ma anche dalla forte carica spirituale che essa rappresenta.

Perché visitare il Duomo di Forlì?

Oltre alla sua indubbia bellezza architettonica e artistica, il Duomo di Forlì rappresenta un luogo di grande importanza per la comunità locale.

Visitare questa chiesa significa immergersi nella storia della città, tra tradizioni secolari, capolavori d’arte e momenti di autentica spiritualità. Se ti trovi a Forlì, non perdere l’occasione di entrare nel Duomo, ammirare gli affreschi, sostare davanti alla Madonna del Fuoco e lasciarti avvolgere dalla quiete e dalla magnificenza di questo straordinario posto patrimonio storico e religioso di questa meravigliosa città!

Hai mai visitato il Duomo di Forlì? Qual è la tua impressione di questa meraviglia architettonica? Scrivimi nei commenti, mi fa piacere sapere cosa ne pensi!

E se stai pianificando un soggiorno a Forlì ti consiglio di dare un’occhiata alla mia locazione turistica “Il Pozzo degli Aforismi”. Si trova in una posizione strategica, perfetta per esplorare Forlì e concedersi momenti di relax in un’atmosfera accogliente e confortevole. Contattami per maggiori informazioni!

Cappelletti: un simbolo della cucina romagnola

Se c’è un piatto che racconta la Romagna autentica, quello è senza dubbio il cappelletto. Protagonista dei pranzi domenicali e delle festività, il cappelletto in brodo è una tradizione che resiste al tempo. Il suo nome deriva dalla forma che ricorda un piccolo cappello, ma attenzione a non confonderlo con il tortellino bolognese, con cui ha molte differenze.

In questo mio scritto ti farò scoprire la storia di questa specialità, le sue peculiarità rispetto al tortellino e, naturalmente, ti lascio la ricetta autentica per prepararlo a casa.

Storia e origini dei cappelletti romagnoli

I cappelletti hanno una lunga storia che affonda le radici nel Medioevo.

La prima testimonianza scritta risale al XV secolo, ma è nel XIX secolo, con il celebre gastronomo Pellegrino Artusi, che il piatto trova la sua consacrazione. Artusi, nel suo libro La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, descrive una ricetta dei cappelletti romagnoli, evidenziandone il ripieno a base di formaggi e petto di cappone.

Nella tradizione popolare, il cappelletto era, ed è tutt’oggi considerato un piatto di festa, servito soprattutto nei pranzi di Natale e nelle ricorrenze di famiglia, ma oggi è un’icona della cucina romagnola in tutte le stagioni.

Cappelletti vs. Tortellini: le differenze fondamentali

Una delle domande più frequenti riguarda la differenza tra cappelletti romagnoli e tortellini bolognesi. Ecco i principali aspetti distintivi:

  • Ripieno:
    • I cappelletti romagnoli hanno un ripieno a base di formaggi (ricotta, formaggio morbido e parmigiano), noce moscata e talvolta petto di cappone.
    • I tortellini bolognesi contengono carne maiale (lombetto, prosciutto crudo e mortadella).
  • Sfoglia:
    • La pasta dei cappelletti è leggermente più spessa, per esaltare il ripieno.
    • Quella dei tortellini è più sottile e raffinata.

Modo di servirli: Sia i cappelletti che i tortellini sono tradizionalmente serviti in brodo di cappone o manzo..

La ricetta autentica dei cappelletti romagnoli

Come per la Piadina Romagnola, ogni Azdora ha la sua ricetta di famiglia, rigorosamente segreta; c’è chi mette la noce moscata e chi una grattatina di scorza di limone, chi usa il raviggiolo e chi lo squacquerone o lo stracchino e chi segue la ricetta di “Pellegrino Artusi” e chi sostituisce il petto di cappone con mortadella tritata.

Poi ci sono le “discussioni” sulle dimensioni chi li fa piccolissimi e chi un pò più grandicelli.

Se vuoi preparare i veri cappelletti di Romagna, ecco la ricetta tradizionale più diffusa.

Ingredienti per la pasta (per 4 persone):

  • 400 g di farina 00
  • 4 uova
  • Un pizzico di sale

Ingredienti per il Compenso (ripieno):

  • 200 g di formaggio morbido (raviggiolo/squacquerone/stracchino);
  • 200 g di ricotta;
  • 150 g di parmigiano grattugiato;
  • un pizzico di noce moscata;
  • un pizzico di sale;
  • un pizzico di pepe;
  • una grattatina di scorza di limone (opzionale).

Ingredienti per il brodo:

  • Per un buon brodo ci vuole un assortimento di carne (muscolo, punta di petto, biancostato, polpa di spalla, nervetti, osso, lingua e cappone)
  • cipolla,
  • sedano,
  • carota e odori a scelta (ad esempio grani di pepe e chiodi di garofano)
  • sale grosso q.b.

Preparazione:

  1. Per prima cosa preparare il brodo seguendo la ricetta della tradizione;
  2. Preparare il ripieno: mescolare ricotta, raviggiolo, parmigiano, uovo, noce moscata, sale e pepe fino a ottenere un composto omogeneo.
  3. Preparare la sfoglia: disporre la farina a fontana, rompere le uova al centro e impastare fino a ottenere un composto liscio ed elastico.
  4. Stendere la sfoglia sottile e ritagliare quadratini di circa 4/6 cm per lato.
  5. Farcire i quadratini con un cucchiaino di ripieno, piegarli a triangolo e chiuderli unendo le due estremità per formare il classico “cappelletto”.
  6. Cuocere i cappelletti in brodo per circa 5 minuti e servire caldi.

Come gustarli al meglio ?

I cappelletti si gustano tradizionalmente in brodo di carne , cappone o di manzo, ma oggi esistono anche versioni più moderne con condimenti diversi e freschi da essere gustati anche nei periodo estivi. Sono ottimi serviti anche con panna e parmigiano, panna e prosciutto, ragù o pasticciati (panna e ragù).

Per un’esperienza autentica, accompagnali con un buon bicchiere di Sangiovese di Romagna o con un bianco come l’Albana Secco.

Dove gustare i veri cappelletti in Romagna

Per assaporare i cappelletti romagnoli nella loro forma più autentica, il consiglio è di provarli nelle trattorie e agriturismi della Romagna, dove la tradizione si tramanda da generazioni. Ogni zona ha le sue varianti e segreti di famiglia, ma il risultato è sempre lo stesso: un piatto ricco di storia e sapore.

Se vuoi vivere un’esperienza completa, molte di queste realtà offrono la possibilità di assistere alla preparazione dei cappelletti, dalle sapienti mani di una “vera sfoglina romagnola“, che con maestria crea la pasta fresca e chiude ogni cappelletto a mano.

Un’occasione perfetta per immergersi nella cultura gastronomica locale!

E se vuoi goderti il meglio della Romagna, soggiorna a Il Pozzo degli Aforismi di Forlì, è l’ideale per scoprire la Romagna e il suo territorio.Vicino a tutto, lontano dalla confusione” qui potrai rilassarti in un ambiente caldo e familiare, proprio come se fossi a casa.

Conclusione

I cappelletti di Romagna sono un piatto che racchiude storia, tradizione e autentico sapore romagnolo. Se non li hai mai provati, è il momento giusto per farlo! Puoi prepararli in casa seguendo la ricetta o venire a gustarli nelle migliori trattorie della nostra terra. Buon appetito!

NB le sapienti mani che vedi nell’immagine multipla sono della Chef Barbara Lucchi del ristorante “La vecia cantena d’la pre’ ” a Predappio Alta.

Il Ritratto dell’Artista: un viaggio nella storia dell’autoritratto ai Musei San Domenico di Forlì

Dal 23 febbraio al 29 giugno 2025, i Musei San Domenico di Forlì ospitano una delle mostre più affascinanti dell’anno: “Il Ritratto dell’Artista. Nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie”.

Un’esposizione che accompagna i visitatori attraverso secoli di autoritratti, dalle prime rappresentazioni di sé fino ai giorni nostri, mettendo in luce il rapporto tra arte, identità e auto-rappresentazione. Un viaggio straordinario che parte dal mito di Narciso, il giovane che si innamorò della propria immagine riflessa nell’acqua, fino alla contemporaneità dei selfie.

Se sei appassionato di arte o semplicemente curioso di scoprire come gli artisti hanno ritratto sé stessi nel corso della storia, questa mostra è un appuntamento imperdibile.

Il fascino dell’autoritratto: dagli antichi maestri ai giorni nostri

L’autoritratto ha sempre avuto un ruolo speciale nell’arte: non è solo un modo per l’artista di rappresentarsi, ma anche un’occasione per raccontarsi, svelarsi o celarsi dietro una maschera.

La mostra forlivese raccoglie oltre 300 opere, alcune provenienti da collezioni internazionali e altre raramente esposte al pubblico. Tra gli artisti protagonisti troviamo Jan van Eyck, Caravaggio, Goya, Turner, insieme a molti altri.

Ogni epoca ha interpretato l’autoritratto in maniera diversa:

  • Nel Rinascimento, gli artisti iniziano a raffigurarsi con fierezza, spesso inserendosi nelle loro opere in modo discreto o simbolico.
  • Nel Seicento e Settecento, l’autoritratto diventa un mezzo per affermare la propria identità artistica e il proprio status sociale.
  • Con l’Ottocento e il Novecento, i pittori e gli scultori giocano con la propria immagine, sperimentano nuove tecniche e si lasciano influenzare dalle avanguardie.
  • Oggi, con l’era digitale, il concetto di autoritratto si è trasformato: i social media e il fenomeno del selfie hanno ridefinito il nostro modo di rappresentarci.

Questa mostra invita a riflettere sulla nostra relazione con l’immagine di noi stessi, un tema sempre attuale che attraversa la storia dell’arte.

Percorso espositivo e opere in mostra

Il percorso della mostra è strutturato in diverse sezioni:

  1. Il mito di Narciso e le origini dell’autoritratto – Un’introduzione affascinante su come l’idea di rappresentarsi abbia radici profonde nella storia e nella mitologia.
  2. I primi grandi autoritratti – Dai maestri del Rinascimento fino al Barocco, con opere di artisti che hanno rivoluzionato il concetto di autorappresentazione.
  3. Il Romanticismo e l’introspezione – Qui troviamo artisti come Goya e Turner, che attraverso l’autoritratto esplorano emozioni e inquietudini personali.
  4. Dal Modernismo al Selfie – L’evoluzione dell’autoritratto nel Novecento e oltre, fino alla cultura contemporanea dell’immagine digitale e dei social media.

Ogni sezione è arricchita da approfondimenti interattivi, che permettono di comprendere meglio il contesto storico e artistico delle opere esposte.

Perché visitare questa mostra?

Se ami l’arte, questa esposizione è una vera e propria immersione nel mondo dell’autoritratto, che ti farà scoprire come gli artisti si sono visti e rappresentati nei secoli. Ma non solo: la mostra è anche un’occasione per riflettere sul nostro rapporto con l’immagine e l’identità, in un’epoca in cui siamo circondati da foto e autorappresentazioni digitali.

Forlì si conferma ancora una volta una capitale della cultura, capace di offrire mostre di altissimo livello che attirano visitatori da tutta Italia e non solo.

Informazioni utili per la visita

  • Dove? Musei San Domenico, Piazza Guido da Montefeltro, Forlì
  • Quando? Dal 23 febbraio al 29 giugno 2025
  • Biglietti:
    • Intero: 14,00 €
    • Ridotto: 12,00 €
    • Gratuito per bambini sotto i 6 anni e categorie specifiche

Info e prenotazioni online: Sito ufficiale Mostre San Domenico.

Questa mostra è un’occasione perfetta per scoprire Forlì, visitare il centro storico e immergersi nella bellezza dell’arte. Ti aspettiamo!

Le grandi mostre temporanee precedenti

Il Museo San Domenico è famoso per ospitare mostre di livello internazionale, spesso dedicate a capolavori del Rinascimento e dell’arte moderna. Dal 2006 ad oggi hanno incluso si sono succedute le seguenti mostre d’arte:

  • 2024 – Preraffaelliti. Rinascimento moderno
  • 2023 – L’Arte della Moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni. 1789-1968
  • 2022 – Maddalena. Il Mistero e l’Immagine
  • 2021 – Dante. La visione dell’arte
  • 2020 – Ulisse. L’arte e il mito
  • 2019 – Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini
  • 2018 – L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio
  • 2017 – Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia
  • 2016 – Piero Della Francesca. Indagine su un mito
  • 2015 – Boldini. Lo spettacolo della modernità
  • 2014 – Liberty. Uno stile per l’Italia moderna
  • 2013 – Novecento. Arte e vita in Italia tra le due guerre
  • 2012 – Wildt. L’anima e le forme tra Michelangelo e Klimt
  • 2011 – Melozzo da Forlì. L’umana bellezza tra Piero della Francesca e
  • 2010 – Fiori. Natura e simbolo dal Seicento a Van Gogh
  • 2009 – Canova. L’ideale classico tra scultura e pittura
  • 2008 – Guido Cagnacci. Protagonista del Seicento tra Caravaggio e Reni
  • 2007 – Silvestro Lega. I Macchiaioli e il Quattrocento
  • 2006 – Marco Palmezzano. Il Rinascimento nelle Romagne

Dopo una giornata tra capolavori e cultura, concediti un momento di relax e ospitalità: Il Pozzo degli Aforismi è il rifugio perfetto per un soggiorno a Forlì all’insegna della tranquillità e del comfort.

Piazza Saffi: il cuore di Forlì tra storia arte e curiosità

Forlì, una città ricca di storia, arte e cultura, custodisce nel suo cuore una delle piazze più affascinanti e suggestive dell’Emilia-Romagna: Piazza Aurelio Saffi. Questo grande spazio, elegante e ricco di storia, è il luogo perfetto per iniziare la tua visita in città. Passeggiando tra le sue architetture imponenti e le sue strade ricche di storia, scoprirai un angolo d’Italia che conserva l’essenza autentica del passato e un’atmosfera accogliente.

Oggi ti accompagno alla scoperta di questa piazza straordinaria, tra monumenti, segreti sotterranei e curiosità che ti faranno innamorare di Forlì.

Un po’ di storia: Dall’antica Forum Livii alla Piazza Saffi di oggi

Piazza Saffi esiste da sempre, o quasi!

La Piazza, così come la vedi oggi, ha subito numerose trasformazioni nel corso dei secoli.

Dal periodo romanico al medioevo

Le sue origini risalgono all’epoca romana, quando era conosciuta come Forum Livii, ed era già un’importante centro di scambi e attività commerciali, tanto che Forlì era considerata una delle città più importanti della via Emilia.

Ma è solo nel Medioevo che la piazza assume le dimensioni attuali. Infatti gran parte dell’attuale piazza, prima del 1212 era un grande orto conosciuto come “il Campo dell’Abate” perché apparteneva all’Abate di San Mercuriale. Solo in quell’anno il campo fu ceduto alla comunità forlivese e nacque la “grande piazza”.

Il suo impianto urbanistico perciò affonda le radici nel Medioevo, quando il cuore cittadino era strutturato attorno a un sistema di mercati e botteghe artigiane ed era il punto nevralgico della città, con mercati, celebrazioni e perfino esecuzioni pubbliche.

Ebbene si, questa grande piazza ha visto il susseguirsi di eventi storici significativi, come:

  • la battaglia del sanguinoso mucchio del 1282 (ricordata da Dante Alighieri nella Divina Commedia) dove l’esercito inviato dal Papa per sottomettere Forlì al suo volere, fu sconfitto da un gruppo di Ghibellini forlivesi guidati da Guido da Montefeltro;
  • Le dispute per la gestione del potere cittadino intercorsi fra Guelfi (famiglia degli Orgogliosi) e Ghibellini (famiglia Ordelaffi);
  • l’eccidio di Giorolamo Riario, avvenuto nel 1488 , dentro l’attuale palazzo comunale, considerato uno degli episodi più drammatici della storia forlivese. Girolamo Riario marito di Caterina Sforza signora di Forlì, fu assassinato in un complotto ordito da alcune famiglie nobili forlivesi, tra cui gli Orsi. Fu colto di sorpresa dagli Orsi e dai loro alleati, che lo accoltellarono a morte ed il suo corpo fu gettato dalla finestra.

Queste e altre battaglie hanno segnato profondamente la vita politica e sociale della città tanto da essere considerata una delle città più sanguinose e litigiose dell’epoca.

Dal rinascimento al risorgimento

Piazza Saffi ha visto il susseguirsi di eventi cruciali durante il Rinascimento e il Risorgimento, periodi fondamentali per la storia di Forlì e dell’intera nazione.

Durante il Rinascimento(XV-XVI secolo), Forlì, come molte altre città italiane, visse un periodo di grande fermento culturale e artistico. Piazza Maggiore (così si chiamava all’ora) divenne uno dei centri nevralgici della vita cittadina, ospitando mercati, feste e tornei. Vide la costruzione o il rimaneggiamento di importanti edifici, come il Palazzo Comunale e il Palazzo del Podestà, che ancora oggi ne caratterizzano l’aspetto.

Il Rinascimento portò a Forlì un fiorire di attività artistiche e culturali, con la presenza di importanti artisti, che lasciarono preziose testimonianze della loro opera; uno di questi è il Palmezzano (una delle sue pale è visibile all’interno alla chiesa di San Mercuriale)

Il Risorgimento (XIX secolo) fu un periodo di grandi cambiamenti e di lotte per l’indipendenza e in tutto il paese ci furono moti rivoluzionari e manifestazioni a sostegno dell’indipendenza e dell’unità d’Italia. Piazza Saffi fu spesso teatro di questi eventi e dopo la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861, Piazza Saffi divenne un luogo simbolo dell’unità nazionale.

Periodo fascista e seconda guerra mondiale

Durante il periodo fascista, Piazza Saffi subì molte modifiche modifiche architettoniche, a cominciare 1909 quando, durante una manifestazione di movimenti politici con a capo un giovane Benito Mussolini(allora anarchico-socialista), fu abbattuta a picconate la stele dedicata alla Madonna del Fuoco, patrona di Forlì. Successivamente nel 1921 la statua di Aurelio Saffi prese il suo posto e fu issata al centro dell’ellisse dove si trova ora.

Negli anni ’30 volendo dare alla piazza un aspetto più monumentale e moderno, per volere di Mussolini, furono abbattuti diversi palazzi per far posto agli attuali Palazzo delle Poste, Palazzo statale e il Palazzo Talenti Framonti costruiti in stile liberty razionalista.

In questa piazza, anche i lampioni hanno storie da raccontare. Il 18 agosto del 1944 quattro giovani che avevano combattuto nelle file della Resistenza furono appesi ai lampioni di piazza Saffi. I quattro partigiani, dopo essere stati catturati nei boschi intorno a Modigliana, furono dapprima impiccati a Castrocaro Terme e successivamente i loro corpi furono poi portati a Forlì ed esposti al pubblico ludibrio in questa Piazza. Questa è stata una delle pagine più dolorose della storia recente di Forlì, una ferita ancora aperta nella memoria della città.

Infine durante la guerra la piazza fu gravemente danneggiata dai bombardamenti delle forze alleate e vide momenti di grande sofferenza per la popolazione

Come vedi Piazza Saffi nella sua lunga storia ne ha viste di tutti i colori, ma andiamo avanti e parliamo di cose più piacevoli.

Gli edifici storici che circondano la piazza

Passeggiando per Piazza Saffi, si rimane affascinati, oltre che dalla sua grandezza (che con i suoi 87 metri di larghezza e 128 di lunghezza è una delle piazze più grandi d’Italia) dalla varietà degli edifici che la circondano, testimoni di epoche e stili architettonici differenti che si sono succeduti nel tempo.

  • Palazzo Comunale: risalente al XII secolo, è stato più volte rimaneggiato nel corso del tempo. La facciata è in stile neoclassico, con un ampio scalone d’onore che conduce al piano nobile. All’interno si trovano numerose opere d’arte, tra cui affreschi e dipinti di artisti forlivesi.;
  • Palazzo del Podestà: è stato la sede del potere politico della città nel Medioevo. Completamente rimaneggiato nel 1460 quando fu rifatta la facciata in stile gotico;
  • Palazzo Albertini: edificio rinascimentale, fu costruito dalla famiglia Albertini, una delle più importanti di Forlì. La facciata è caratterizzata da finestre con decorazioni in terracotta e da un portale in pietra;
  • Palazzo Talenti Framonti: sede dell’ex credito romagnolo costruito negli anni ’20 del Novecento, è un esempio di architettura eclettica. La facciata è caratterizzata da elementi classici e liberty.
  • Palazzo Serughi sede della camera di commercio è del 1576 e rimaneggiato nel 1800
  • abbazia di San Mercuriale: complesso religioso composto dalla basilica, chiostro e campanile. la Basilica è una delle chiese più antiche di Forlì, fondata nel X secolo. Al suo interno conserva importanti opere d’arte di grande valore, tra cui un sarcofago romano del IV secolo e un ciclo di affreschi del XIV secolo. Il campanile romanico alto ben 75 metri da cui si può vedere l’intera città, ed il chiostro, che risale all’XI secolo;
  • Palazzi statali e palazzo delle Poste : costruiti in stile razionalista durante il periodo fascista.

La statua di Aurelio Saffi

Come abbiamo visto nel corso della storia Piazza Saffi cambiò diversi nomi, dapprima si chiamava il campo dell’abbate, poi Piazza Grande, Piazza Maggiore, Piazza Vittorio Emanuele II ed infine Piazza Aurelio Saffi.

Quest’ultimo nome lo assunse nel 1921 in onore del forlivese Aurelio Saffi, patriota e politico italiano, repubblicano, uno dei principali collaboratori di Giuseppe Mazzini.

Aurelio Saffi, figura di spicco del Risorgimento italiano partecipò attivamente alle lotte per l’indipendenza, fu un grande sostenitore dell’unità d’Italia e membro dell’Assemblea Costituente della Repubblica Romana, della quale, dopo le dimissioni di Mazzini, Saffi divenne presidente.

Ed è proprio in suo onore, nel ricordo di questi eventi e del ruolo chiave che ebbe nell’unità d’Italia, che nel 1921, fu issata al centro dell’ellisse una statua in marmo bianco, realizzata dallo scultore Arnaldo Zocchi raffigurante Aurelio Saffi e da quel giorno la Piazza prese il suo nome, Piazza Aurelio Saffi.

Una piccola curiosità nascosta

Probabilmente non sai che sotto Piazza Saffi scorre un corso d’acqua nascosto: il Canale di Ravaldino. Un’importante via d’acqua che in passato aveva un ruolo strategico per la città. Questo canale, che nasce nei pressi della Rocca di Ravaldino, un tempo dimora della leggendaria Caterina Sforza veniva utilizzato sia per scopi difensivi sia per l’approvvigionamento idrico e per portare acqua ai vari mulini del territorio. In alcuni punti della città è possibile visitare tratti scoperti di questo percorso sotterraneo.

La leggenda narra che Caterina sforza, riuscì a fuggire all’attentato che vide la morte di suo marito Girolamo Riario proprio grazie questo canale sotterraneo attraverso al quale raggiunse velocemente la Rocca.

Perché visitare Piazza Saffi?

È il cuore di Forlì, un mix perfetto di storia, arte e vita cittadina. È il luogo ideale per una passeggiata, un caffè all’aperto o qualche scatto fotografico.

Visitare Piazza Saffi significa fare un tuffo nella storia, respirare l’atmosfera autentica di Forlì e ammirare capolavori architettonici che raccontano secoli di vicende umane.

Che tu sia appassionato di storia, amante dell’arte o semplicemente curioso per natura, questa piazza saprà conquistarti con il suo fascino senza tempo.

Oggi qui si svolgono mercati, fiere, eventi culturali e manifestazioni che rendono la piazza un luogo sempre accogliente.

Ogni lunedì e venerdì mattina ospita il mercato cittadino.

Durante l’anno, la piazza si anima con eventi culturali, festival e concertini, specialmente nei weekend e nelle calde serate estive.

A dicembre, diventa magica con i mercatini di Natale, le luminarie e la pista di pattinaggio sul ghiaccio.

E poi cosa c’è di meglio che fermarsi in uno dei bar della piazza per godersi un caffè o un aperitivo? Qui puoi sederti, rilassarti e osservare il via vai della città, proprio come fanno i forlivesi! I ristoranti che si affacciano sulla piazza offrono l’opportunità di gustare le delizie della cucina romagnola, mentre le panchine invitano a una sosta per ammirare il panorama circostante.

Forlì ti aspetta: vieni a scoprire Piazza Saffi questo gioiello nascosto dell’Emilia-Romagna.
Ti garantisco che ne rimarrai affascinato!




E dopo aver esplorato il centro, cosa c’è di meglio che rientrare in un posto accogliente, curato nei dettagli e perfetto per ricaricare le energie? Prenota il tuo soggiorno a “Il Pozzo degli Aforismi” e vivi Forlì con tutto il comfort che meriti!

7 Cose da vedere a Forlì

Forlì è un tesoro nascosto, un luogo dove il tempo sembra scorrere più lentamente, permettendoti di assaporare ogni dettaglio, ogni angolo, ogni emozione. Forlì è una città che sorprende! Passeggiando tra le sue vie, si respira una storia millenaria che spazia dall’epoca romana fino ai fasti del Rinascimento e alle audaci architetture razionaliste del Novecento. Forse meno conosciuta di altre città emiliano-romagnole, ha un carattere autentico, un cuore vibrante e una bellezza tutta da scoprire.

Seguimi, parcheggiamo in Piazza del Carmine e di qui ci muoviamo a piedi, ti porto a spasso per la città e ti farò conoscere i 7 luoghi imperdibili di Forlì!

  1. Piazza Saffi;
  2. La cattedrale di Santa Croce;
  3. Musei San Domenico;
  4. Palazzo Romagnoli e Palazzo Gaddi;
  5. Parco urbano;
  6. la Rocca di Ravaldino;
  7. Villa Saffi.

1 Piazza Saffi: il salotto di Forlì

Iniziamo il nostro viaggio da Piazza Saffi, il cuore pulsante della città. Questa piazza, con i suoi 87 metri di larghezza e 128 di lunghezza, è una delle più grandi d’Italia, un vero e proprio palcoscenico a cielo aperto, circondata da edifici storici che raccontano secoli di storia.
Circondata da palazzi di grande pregio, offre un viaggio attraverso i secoli:

  • Palazzo Comunale, con la sua Torre dell’Orologio, testimone della storia medievale di Forlì;
  • Palazzo del Podestà e Palazzo Albertini, splendidi esempi di architettura quattrocentesca, oggi sede di mostre;
  • Palazzo Talenti-Framonti ed il Palazzo delle Poste, icone del razionalismo degli anni ’30;
  • Abbazia di San Mercuriale, simbolo della città con il suo imponente campanile alto 75 metri, uno dei più belli d’Italia. Non perdere l’occasione di salire in cima al campanile: dopo 273 gradini, ti aspetta una vista mozzafiato sulla città e sulle colline romagnole;
  • Chiesa del Suffragio emblema del barocco forlivese.

Come vedi un vero e proprio scrigno di cultura.

2 La Cattedrale di Santa Croce: un viaggio nella fede e nell’arte

Proseguiamo la nostra passeggiata lasciandoci Piazza Saffi alle spalle e camminiamo su via Delle Torri, quasi in fondo alla via, sulla destra, troviamo i “giardini Orselli” piccola area verde nel cuore della città e dopo pochi passi raggiungiamo Piazza Ordelaffi dove si nota a destra l’imponente Palazzo della Prefettura ed a sinistra la Cattedrale di Santa Croce meglio conosciuta come Duomo di Forlì.

Questa chiesa, ha subito numerose trasformazioni dal XV secolo ad oggi tanto che la sua facciata ricorda epoche diverse.

Al suo interno custodisce diversi tesori d’arte e fede, come:

  • La Cappella della Madonna del Fuoco, che custodisce l’immagine miracolosa della patrona della città, venerata ogni 4 febbraio;
  • La tomba di Carlo Cignani, celebre pittore bolognese;
  • la fonte battesimale.

Un luogo che racconta la storia spirituale di Forlì attraverso arte e fede. A fianco ad esso troviamo il campanile, abbattuto nella seconda guerra mondiale è stato ricostruito nel 1970.

4 Palazzo Romagnoli e Palazzo Gaddi

Forlì non è solo medievale e rinascimentale, ma ha anche una forte impronta ottocentesca. A due passi da piazza Ordelaffi, troviamo nell’ordine:

Palazzo Gaddi -Corso Garibaldi 96 – sede del Museo del Risorgimento e del Museo Romagnolo del Teatro, dove si trovano cimeli di Aurelio Saffi, Achille Cantoni e Piero Maroncelli.

Palazzo Romagnoli -via Albicini 12- antica dimora nobiliare che ospitava fino a poco tempo fa la Collezione Verzocchi e che presto diventerà la nuova biblioteca comunale.

Entrambi sono visitabili su prenotazione e rappresentano una finestra sulla storia più recente della città.

3 Musei San Domenico: un polo culturale di eccellenza

proseguiamo su via Albicini per pochi passi fino a raggiungere Piazza Dante Alighieri e giungiamo in Piazzale Guido da Montefeltro dove troviamo il prestigioso Complesso Museale di San Domenico.

Qui ci aspetta un’immersione nell’arte e nella cultura.

Il complesso museale del San Domenico è formato dal Palazzo Pasquali, Chiesa di San Giacomo Apostolo, Convento dei Domenicani e dal Convento degli Agostiniani, collegati tra loro tramite chiostri interni.
Le sue collezioni e mostre di livello internazionale ne fanno una delle mete artistiche più importanti della regione. Da non perdere:

  1. La Pinacoteca, dedicata al Melozzo da Forlì (pittore forlivese del XV secolo) qui puoi vedere opere molto importanti come il Trittico con Storie della Vergine e Santi dello stesso Melozzo. al Corteo dei Magi del misterioso “Augustinus”, la grande Crocefissione di Marco Palmezzano, la Fiasca fiorita di autore ignoto, oltre ad opere del Guercino, del Cagnacci, di Sacchi, Barbieri, Serra, Cignani ecc.
  2. l’Ebe del Canova, una bellezza unica
  3. Le collezioni civiche del Novecento, tra cui la Collezione Verzocchi e opere di Morandi, Wildt e Cagnacci.

Ogni anno dal 2006 ad oggi, in questo meraviglioso complesso vengono allestite Mostre temporanee di rilievo internazionale, che attirano visitatori da tutta Italia.

In questi giorni potrai visitare la mostra “Il ritratto dell’artista. Nello specchio di Narciso Il volto, la maschera, il selfie.”

Questa nuova mostra si terrà dal 22 febbraio al 29 giugno 2025. Si tratta di un’esposizione di oltre 300 opere d’arte che ripercorrono la storia dell’autoritratto, dalle prime raffigurazioni fino ai giorni nostri. L’esposizione si concentra sull’evoluzione dei modi in cui gli artisti hanno scelto di rappresentare sé stessi, attraverso un percorso che mette in luce le motivazioni, le tecniche e i significati che si celano dietro questa particolare forma d’arte.

Il Complesso Museale San Domenico è un luogo imperdibile per gli amanti dell’arte.

5 Parco Urbano Franco Agosto: Un’Oasi di Relax e Divertimento

Dopo tanto camminare, un po’ di relax nella natura è d’obbligo! Prendendo il vicolo Casaglia, a fianco dei Musei San Domenico e attraversando il sottopasso realizzato artisticamente dai ragazzi del liceo artistico arriviamo al Parco urbano Franco Agosto.

Questo Parco Urbano, con i suoi 26 ettari, è il polmone verde della città. Qui puoi passeggiare, fare sport, ,goderti un picnic all’aria aperta o prendere un caffè al tavolino del Bar.

Al suo interno troverai:

  • Laghetti popolati da anatre e cigni;
  • Aree gioco per bambini;
  • Percorsi salute e campi sportivi;
  • Bar, chioschi di piadina, pub e un ristorante pizzeria;
  • una collina popolata da conigli liberi!

Come vedi questo parco è il luogo ideale per staccare dalla frenesia cittadina e godersi un po’ di aria fresca.

6 La Rocca di Ravaldino: un baluardo di coraggio e potere

Uscendo dal parco all’uscita di via fiume montone e percorrendola nella sua interezza giungiamo a piazzale Ravaldino dove troviamo la Rocca dalla storia millenaria, simbolo di potere e coraggio.

La Rocca di Ravaldino, una cittadella fortificata di origine medievale, ricostruita e rafforzata nel Trecento ed ampliata nel quattrocento.

Forlì ha avuto una storia turbolenta nel Medioevo, e la Rocca di Ravaldino, costruita nel XV secolo, ne è la testimonianza più imponente. Qui Caterina Sforza si rifugiò durante gli assedi e combatté per la libertà della città.

Questa fortezza, che ha visto passare dame e cavalieri, oggi è visitabile durante eventi e spettacoli estivi, un’ottima occasione per immergersi nella storia forlivese.

Sta per concludersi la nostra passeggiata, torniamo al parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto e andiamo all’ultima tappa del nostro percorso.

Villa Saffi: sulle orme del risorgimento

A pochi chilometri dal centro, su via Firenze, Villa Saffi ti aspetta con il suo parco secolare e la sua atmosfera di pace.

Questa villa, un tempo residenza del patriota Aurelio Saffi, è un luogo ideale per rilassarsi e scoprire le radici storiche di Forlì. Aurelio saffi, triumviro della Repubblica Romana, amava risiedere in questa villa e proprio in questo luogo morì, il 10 aprile 1890. L’edificio ex convento dei Gesuiti divenne proprietà della famiglia Saffi nel 1740.

La Villa fa parte del circuito “Case Museo dei poeti e degli scrittori di Romagna” conserva arredi d’epoca, libri e cimeli di straordinario interesse, anche di Mazzini, che vi fu ospite in diverse occasioni.

La Villa è circondata da un parco di platani, cipressi, magnolie e altri alberi secolari.
Attualmente in fase di ristrutturazione, è possibile visitare il giardino tutti i sabati e le domeniche dalle 16 alle 19.


Conclusioni e consigli

Ecco qua, in questo meraviglioso parco si conclude il nostro itinerario alla scoperta di Forlì.

Spero di averti incuriosito abbastanza da farti venire voglia di visitare questa città. Forlì è un piccolo tesoro da scoprire con calma: ti conquisterà con la sua autenticità, la sua storia millenaria e la sua bellezza discreta.

Dai, cosa aspetti? Vieni a scoprire le sue meraviglie, i suoi sapori, la sua gente.

Forlì ti aspetta a braccia aperte!

Per aiutarti a pianificare al meglio la tua visita, ho creato una mappa interattiva con le 7 tappe imperdibili di Forlì, tutte facilmente raggiungibili a piedi.

👉 Visualizza la mappa interattiva di Forlì


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Un luogo unico, lontano dal caos, dove potrai rilassarti, dormire bene e partire ogni giorno alla scoperta di Forlì e della Romagna.
Ti aspettiamo con il calore e l’ospitalità tipici della nostra terra.

Le tappe suggerite nella nostra mappa si trovano quasi tutte nel cuore del centro storico, ideali per una passeggiata tra piazze, chiese e scorci suggestivi.
Tuttavia, due destinazioni richiedono un po’ di organizzazione:

  • Il Pozzo degli Aforismi si trova a circa 5 km dal centro città, in una zona tranquilla e immersa nel verde. Il modo più comodo per raggiungere il centro è in auto, oppure in bicicletta per chi ama pedalare.
  • Villa Saffi, splendida dimora ricca di storia, è fuori dal centro storico – vicino a il Pozzo degli Aforismi . e facilmente raggiungibile in auto o in bici.

E tu, da dove inizieresti il tuo itinerario a Forlì?

Raccontamelo nei commenti e se hai già visitato la città, condividi la tua esperienza: ogni racconto può ispirare altri viaggiatori.

Benvenuti a Forlì: perché visitarla almeno una volta nella vita

Se stai cercando una città autentica, ricca di storia, cultura e buon cibo, allora Forlì è la destinazione perfetta per te! Spesso sottovalutata rispetto alle vicine Ravenna, Bologna e Rimini, questa città romagnola ha tantissimo da offrire. Ti porto con me alla scoperta di Forlì e ti do 5 buoni motivi perché dovresti assolutamente visitarla almeno una volta nella vita!

  • un tuffo nella storia e nell’arte;
  • il cuore della città: Piazza Saffi;
  • piadina, cappelletti e sangiovese;
  • verde e natura a due passi dal centro;
  • Forlì punto di partenza ideale.

Un tuffo nella storia e nell’arte

Forlì è una città che racconta storie. Passeggiando per il centro, ti ritroverai in una vera e propria macchina del tempo: dall’epoca medievale con la splendida Abbazia di San Mercuriale e la loza de pont de broc fino al periodo razionalista con gli imponenti edifici degli anni ’30, come il Palazzo delle Poste e il Teatro Diego Fabbri.

E poi ci sono i Musei di San Domenico, un vero gioiello dell’arte e della cultura. Qui puoi ammirare mostre di livello internazionale e scoprire capolavori di artisti come Canova, Michelangelo e tanti altri. Se ami l’arte, non puoi perdertelo!

Ma non finisce qui: Forlì ospita anche numerose chiese e palazzi storici che meritano una visita, come la Chiesa di San Pellegrino e il Palazzo Albicini, una delle dimore storiche più affascinanti della città.

Il cuore della città: Piazza Saffi

Ogni città ha la sua anima, e quella di Forlì batte forte in Piazza Aurelio Saffi. Ampia, elegante e circondata da edifici storici, è il luogo perfetto per fare una passeggiata, sorseggiare un caffè e osservare la vita cittadina.

Ti consiglio di salire sul campanile di San Mercuriale per una vista spettacolare sulla città! Da lassù puoi ammirare non solo il centro storico dall’alto ma tutta la città nella sua interezza e, nelle giornate più limpide, persino scorgere le colline romagnole e il litorale.

La piazza, una delle più grandi d’Italia è contornata da palazzi di pregio come palazzo Albertini, palazzo del podestà ed il palazzo delle poste, quindi troverai sempre qualcosa di interessante da vedere!

Piadina, cappelletti e Sangiovese: benvenuti in Romagna!

Diciamolo chiaramente: in Romagna si mangia da Dio! E Forlì non fa eccezione.

Qui puoi gustare la vera piadina romagnola, magari farcita con squacquerone e rucola, oppure lasciarti tentare dai nostri fantastici primi fatti a mano come una volta come i cappelletti in brodo o al ragù, tortelli, garganelli, strozzapreti e altri.

Se sei amante della pasta fresca, devi assolutamente provare anche i passatelli in brodo e le tagliatelle al ragù!

E per accompagnare il tutto? Un bel bicchiere di Sangiovese, il vino rosso tipico della zona, perfetto per brindare alla tua avventura forlivese!

Se vuoi provare un’esperienza autentica, ti consiglio di fermarti in una trattoria tipica o in una osteria storica per assaporare il vero gusto della Romagna. In centro storico ne trovi diverse, molto valide, aperte pranzo e cena, così come trovi Bistrò dove farti un aperitivo a base di prodotti locali e un calice di Sangiovese.

Verde e natura a due passi dal centro

Hai voglia di rilassarti? Il Parco Urbano Franco Agosto è un angolo di pace immerso nel verde, ideale per una passeggiata, un picnic o semplicemente per goderti il sole.

Perfetto anche per chi viaggia con bambini, grazie alle aree gioco e ai numerosi animali che popolano il parco.

E se ami la natura, e hai voglia di farti una gita fuori porta, a pochi chilometri (45) da Forlì trovi le Cascate dell’Acquacheta, citate da Dante nella Divina Commedia, e le colline romagnole, perfette per un’escursione o un tour enogastronomico.

Forlì: il punto di partenza ideale

Un altro motivo per visitare Forlì? È la sua posizione strategica!

Da qui puoi facilmente raggiungere:

  • La Riviera Romagnola (Rimini, Cesenatico, Milano Marittima) in circa 50 km;
  • Ravenna e i suoi famosi mosaici bizantini, a soli 30 km;
  • I borghi medievali delle colline romagnole, come Bertinoro (12 km) e Brisighella (40 km);
  • Bologna, perfetta per una gita culturale, a 70 km;
  • I parchi divertimento più famosi d’Italia: Mirabilandia (40 km), Fiabilandia (55 km), Italia in Miniatura (50 km), il Delfinario di Riccione (60 km) e Aquafan (65 km).


Che tu sia un amante della cultura, del buon cibo, della natura o del divertimento, da Forlì hai tutto a portata di mano.

Ti ho convinto? Forlì ti aspetta!

Forlì è una città che sorprende, perfetta per un weekend o come tappa di un viaggio in Romagna. Vieni a scoprirla, lasciati conquistare dalla sua atmosfera e porta con te un pezzetto di questa meravigliosa terra.

Prepara la valigia e vieni a vivere un’esperienza unica!

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